30 giugno 2013

Il passato che non passa: Cossiga e il caso Moro

Cossiga era già in via Caetani alle 10 di mattina, il luogo del ritrovamento del cadavere di Moro: chi lo aveva avvisato, visto che ufficialmente, la telefonata di Morucci al prof Tritto è delle 12.30? 

Questa è una delle rivelazioni (un pò tardive) dei due artificieri intervenuti in via Caetani quella mattina di maggio, in un libro "Vuoto a perdere" uscito per edizioni Besa.

L'articolo sul Fatto quotidiano:
Non sono mai stati interrogati e se ne lamentano perché hanno molto da raccontare gli antisabotatori che per primi arrivarono all’R4 rossa, con il corpo di Aldo Moro nel bagagliaio, in via Caetani, il 9 di maggio di 35 anni fa. Uno di loro, Vitantonio Raso, ha scritto un libro, ‘La bomba Umana’, nel quale dà dettagli che modificano la storia per come finora nota. Lui ed il suo collega Giovanni Circhetta -sentiti dall’Ansa e dal sito www.vuotoaperdere.org- spostano l’ora del ritrovamento dell’auto e del cadavere dello statista a prima delle 11, mentre era delle 12.30 la famosa telefonata delle Br che annunciava l’uccisione di Moro ed il luogo dove trovarne il corpo. Alle 11, infatti, gli artificieri arrivarono in via Caetani per controllare che l’R4 non fosse una trappola esplosiva. Fu Raso il primo ad entrare nella macchina ed a trovare sotto la coperta il corpo di Moro. Poco dopo arrivò anche Francesco Cossiga, che finora si sapeva essere giunto in via Caetani solo poco prima delle 14 e quando Raso, sceso dalla macchina, comunicò che dentro il bagagliaio c’era Moro, non vi fu alcuna reazione da parte Cossiga e da chi lo circondava. “Sembrava che sapessero già tutto“, dice Raso. Dal Maresciallo Giovanni Circhetta l’altra novità: sul sedile anteriore della R4 c’era una lettera. Circhetta è sicuro e si chiede che fine abbia fatto.Nel libro Vitantonio Raso aveva lasciato indeterminata la questione degli orari che ora chiarisce dopo 35 anni. La precisazione è rilevante perché la telefonata delle Br (Morucci e Faranda) che avvertiva dell’uomo chiuso nel bagagliaio della macchina è delle 12.13. Non solo: Francesco Cossiga e un certo numero di alti funzionari assistettero, ben prima delle famose riprese di Gbr che sono state girate a cavallo delle 14, alla prima identificazione del corpo fatta proprio da Raso.Cossiga si recò quindi due volte in via Caetani. La R4 fu ripetutamente aperta dai due sportelli laterali come testimoniano le foto a corredo di questa inchiesta. “Quando dissi a Cossiga, tremando, che in quella macchina c’era il cadavere di Aldo Moro, Cossiga e i suoi non mi apparvero né depressi, né sorpresi come se sapessero o fossero già a conoscenza di tutto”, dice Raso. “Ricordo bene che il sangue sulle ferite di Moro era fresco. Più fresco di quello che vidi sui corpi in Via Fani, dove giunsi mezz’ora dopo la sparatoria”.Raso fornisce la prova che le cose il 9 di maggio non andarono come finora si è raccontato: “Sono ben consapevole. La telefonata delle Br delle 12.13 fu assolutamente inutile. Moro era in via Caetani da almeno due ore quando questa arrivò. Chi doveva sapere, sapeva. Ne parlo oggi per la prima volta, dopo averne accennato nel libro, perché spero sempre che le mie parole possano servire a fare un po’ di luce su una vicenda che per me rappresenta ancora un forte shock. Con la quale ancora non so convivere”. Raso non è mai stato interrogato. “Andai da Cossiga nella seconda parte della mattinata. Alle 12 si va a prendere un aperitivo non certo un caffè”. Claudio Signorile ricorda la mattina del 9 di maggio e si rammarica che queste novità emergano ora che l’ex capo dello Stato non c’è più. Quella mattina mentre era a colloquio con Cossiga al Viminale Signorile sentì “l’altoparlante in presa diretta che annunciava che c’era un’auto in via Caetani con dentro un corpo e che andavano a verificare. Poi una seconda comunicazione che diceva, la ‘nota personalità’…” L’orario? A microfoni spenti tempo fa Signorile disse “tra le 10 e le 11″.“Ero li per un caffè non un aperitivo”, chiosa oggi come a ribadire quell’orario detto in totale controtendenza con la versione ufficiale della telefonata delle Br alle 12,13 a casa del Professor Tritto. Il problema è che proprio in quei minuti è in corso la seduta della direzione Dc che sta accettando la proposta di scambio uno contro uno avanzata dai socialisti e sostenuta da Amintore Fanfani. “Andai dunque da Cossiga – ha detto Signorile nel ’93 – aspettando qualche novità e quali conseguenze potessero eventualmente scaturirne. Mentre ne stavamo parlando arrivò la telefonata del capo della Polizia che annunciò a Cossiga l’avvenuta uccisione di Moro. Lo vidi sbiancare. Ricordo che Cossiga esclamò: “Debbo dimettermi”. Io gli dissi : “Fai bene, è un dovere morale”.Sarebbe utile che le carte che parlano di questa telefonata a Parlato, ancora segrete, e conservate all’Archivio di Stato e presso il Senato (carte della Commissioni stragi) potessero essere rese pubbliche per capire i tempi e i modi della comunicazione della avvenuta esecuzione di Moro. Tra i documenti segreti a 35 anni dai fatti c’è tra l’altro un foglio manoscritto con note informative e mappe della zona di via Caetani (dell’11 maggio), una lettera del primo distretto di polizia, sempre dell’11 maggio, e un “appunto informale su una telefonata ricevuta dal capo della polizia” (del 12 maggio). Incrociando gli elementi s’intuisce che quei documenti possono dirci qualcosa su tempi e modi dell’annuncio allo Stato della morte di Aldo Moro.

Doveva finire il mondo

Secondo i Maya, nel 2012 doveva finire il mondo.
E invece è finita la seconda repubblica. Per far posto a questo ibrido tra prima e seconda, con un governo che non si capisce bene quanto dovrà durare. Governo di scopo, governo a termine. 18 mesi al massimo. No, almeno due anni .. forse cinque ..
Doveva finire il mondo è invece sono tutti là, gli stessi di prima. Berlusconi, che non ha vinto le elezioni e ora resuscita Forza Italia (come se niente fosse), detta legge sul governo Letta (del centro sinistra che comunque è arrivato primo).
Riforma della giustizia, amnistia, pacificazione. Pure sulla vicenda Mondadori riesce a passare per vittima. Più lo condannano, più risorge e pare che anche le azioni Mediaset ne risentano positivamente.
Doveva finire il mondo o, quanto meno, secondo quanto veniva promesso, dovevano finire corruzioni, sprechi, ruberie, evasioni.
Le carceri scoppiano? Mandiamoli a casa.
I tribunali sono intasati e la giustizia civile è lenta (quella penale spesso finisce in prescrizione)? Riformiamola, per separare pm da giudici e, soprattutto, politici dalle inchieste.
Guai a chi tocca mafia, trattative, cricche ..
Si dovevano abolire le province, e le province sono ancora tutte là. 

Si doveva arrivare ai costi standard nella pubblica amministrazione e non siamo riusciti a imporli nemmeno nella sanità.
Si doveva fare, si diceva prima delle elezioni, una legge sul conflitto di interessi, contro l'autoriciclaggio, per inasprire le pene sui reati di corruzione (una proposta di legge l'ha presentata anche Piero Grasso in Senato, che fine ha fatto?), e invece ci ritroviamo a parlare di immunità, intercettazioni .. 

La crisi di lavoro e del lavoro blocca il paese? Un po' di incentivi per i giovani e speriamo che basti. Non si trovano soldi per istruzione, cultura, per i luoghi d'arte, per la sanità pubblica, e assistiamo al balletto di accuse contro accuse tra alleati di governo su Imu e Iva.
Sui caccia F35 che armeranno la pace, secondo la versione poco evangelica (a mio avviso) del neo ministro della difesa.

Dove prenderanno i soldi, i nostri ministri, per l'Imu, per l'Iva, per aiutare i giovani nel lavoro, per salvare le banche? 

Il caso Cipro ha insegnato a tutti quali sono le nuove regole in Europa. I soldi si prenderanno dai conti. E non basta una smentita del ministro Saccomanni

Doveva finire il mondo e, in pochi mesi, siamo rimasti senza papa, senza governo, senza speranze. No, almeno una speranza rimane: quella che almeno in Vaticano papa Francesco riesca nella sua difficile opera di pulizia.
E il mondo andrà avanti.

Giugno è tempo di esami e scrutini: nel gioco promossi e bocciati, possiamo divertirci a mettere chi vogliamo nel girone dei promossi o in quello dei bocciati.
Tra questi, sicuramente il PD, che non si è dimostrato all'altezza della situazione. Per intenderci è il partiti dove oggi la discussione verte sul tema annoso delle primarie, per capire se il segretario può fare il premier.
Uno scontro tutto interno all'area dirigente per bloccare le aspirazioni di Renzi.
Quello che si fa intervistare da giornali tedeschi per dire che la Germania è il suo modello diriferimento.
Paese dove, è noto a tutti, vige il finanziamento pubblico ai partiti, una seria legge sul conflitto di interessi, dove gli operai della VW guadagnano quasi 1000 euro in più dei colleghi nostrani e dove, infine, i sindacati sono membri del consiglio di sorveglianza delle fabbriche.


E questo sarebbe il nuovo che avanza.   

28 giugno 2013

Ok il prezzo è giusto (se lo dice la rete)?

Sul corriere hanno misurato il sentiment sulla rete, per la sentenza di condanna a Berlusconi per il processo Ruby.
Si è colpevole, ma i magistrati sono politicizzati e la sentenza è "inconsistente, inopportuna o sproporzionata".

fonte - corriere


Ecco, mi sembra una cosa alla Grillo, quella di lasciar giudicare alla rete, che non sbaglia mai. Quanti, in rete, sanno che è stato proprio B. ad inasprire le condanne per il reato di prostituzione minorile?
Quanti sanno che in realtà, i giudici (le tre donne) hanno applicato il minimo della condanna, per i due reati (concussione e prostituzione)?
Quanti sanno che all'estero , se si fosse scoperto che un imputato pagava i testimoni, sarebbe scoppiato uno scandalo peggiore del reato contestato?

Le chiacchiere da bar, lasciamole al bar. Non è che in rete si trovino tanti esperti in legge e giustizia.

L'età dell'innocenza 2

La storia dell'affare Ruby: dai festini (o cene eleganti) in quel di Arcore, alla telefonata alla Questura per finire con la condanna in primo grado.

Passando per ex consigliere regionali, presunti testimoni, prostitute, travestimenti, balletti e tanti, tanti soldi.
Lo speciale di Servizio pubblico dedicato a questa vergogna d'Italia.



La farsa in Piazza Farnese, organizzata da Giuliano Ferrara, in difesa del capo.
Con queste persone non c'è pacificazione che tenga.

Il paese ha bisogno di essere governato

Si ripete che il paese ha bisogno di essere governato, persino il presidente in uno dei suoi moniti (dopo la condanna a 7 anni a Berlusconi per concussione e prostituzione minorile) ha detto
«Abbiamo il record della fibrillazione politica. La continuità è un elemento essenziale e non significa conservatorismo e immobilismo. Vorrei che ci fosse un po’ più di continuità anche nel Governo».

Il paese ha bisogno di essere governato, ma non di essere stuprato.
Cosa c'entra la governabilità con una persona che ha subito condanne e che (è inutuile far finta di niente) ora sta condizionando la politica del governo delle larghe intese?
Come possiamo far finta di niente delle condanne subite per evasione e concussione (che siano solo di primo grado, politicamente non significa nulla)?

Dopo le condanne ai processi si è riaffacciata l'idea di amnistia (per una presunta pacificazione tra chi ha ha comemsso delitti e chi no?).
Anziché togliere le leggi che ingolfano i tribunali e le carceri, si ricorre alla solita strada che libera gli amici e non risolve il problema.

Dopo le condanne, il PDL ripresenta in commissione affari costituzionali la proposta di riforma della giustizia.
Come se il paese avesse bisogno della separazione delle carriere e non di una legge sul conflitto di interessi o una vera legge contro la corruzione.

Nel giorno in cui De Gregorio ha chiesto il patteggiamento a Napoli, e ha parlato della compravendita dei senatori nel 2007 (e nel 2010 per il voto di fiducia dopo la cacciata di Fini), il governo è riuscito a bocciare la proposta del reddito di cittadinanza e approvare una mozione che non dice né si né no per i caccia F35.

Se si rinunciasse ai caccia F3 avremmo soldi per IMU, IVA e cassa integrazione. E magari per abbassare le tasse sul lavoro.
E invece si continua con questo progetto, senza spiegarne nemmeno bene i numeri.

Il costo dei 90 caccia si attesta sui 90 12 miliardi. Sale a 16 per i 130 caccia del piano originale.
Attualmente la ricaduta occupazionale è di 200 persone occupate per fare le ali di questi caccia. Numero che potrebbe salire a 600 se il governo approvasse l'acquisto di tutti i 90 caccia.



Immagine presa da Il Fatto del 28-06-2013
Nel frattempo Selex annuncia un piano di esubero per 1900 persone.
Questi sono i numeri.

Si, il paese ha bisogno di essere governato, ma non preso nuovamente in giro.

27 giugno 2013

Senza soldi: di Mario Vavassori e Walter Passerini

Sottopagati, disoccupati, precari. Ma Paperoni e furbetti se la godono

Molto ben documentato e dettagliato, il saggio del giornalista Walter Passerini e del fondatore della società di ricerca Od&M, sul tema dei salari in Italia.
Come sono cresciuti (o non cresciuti) negli ultimi 40 anni; quale è il peso dell'inflazione reale (e quella sui beni a maggiore consumo) :
"L’inflazione generale (indice Nic) ha toccato un valore complessivo del 24,5 per cento in dieci anni; quella per i beni ad alta frequenza d’acquisto è arrivata addirittura al 33,1 per cento".

Come sono distribuiti i salari, andando ad analizzare le singole categorie (operai, impiegati, quadri, dirigenti e supermanager), le differenze di genere (donne e uomini) e quelle territoriali (in che regione d'Italia si guadagna di più e dove di meno).

Per la loro analisi i due autori hanno consultato il database della è Od&M-GiGroup, che ha seguito l'evoluzione salariale degli italiani dal 2002: "ha per anni raccolto informazioni proprio con questa ottica: fotografare le remunerazioni nella loro composizione complessiva".

In 10 anni, dicono gli autori, l'inflazione si è mangiata tutti gli aumenti salariali, sia per impiegati che per i dirigenti: certo dirigenti e operai partivano da diverse situazioni iniziali e la crisi dell'occupazione e dei salari ha colpito le persone.

Ma rimane chiaro il messaggio che gli autori vogliono dare: dobbiamo riformare il sistema di retribuzione degli italiani, snellendo tutte le voci che compaiono in busta paga (chi è in grado oggi di comprendere tutte le voci presenti?):
"La busta paga dovrebbe a nostro avviso contenere al massimo tre voci: la retribuzione professionale, la retribuzione variabile e la retribuzione straordinaria".

Ridurre il numero dei contratti nazionali (oltre 400).
Spingere sempre di più per la seconda parte contrattuale, la parte variabile legata agli obiettivi che sono dati alla singola persona.
Oggi questa voce è presente per buona parte dei ceti alti, ma spesso assente per impiegati e operai.
Eppure, dando alle persone obiettivi chiari (raggiungibili) che legano il suo stipendio, le sue performance a quelle aziendali, si riuscirebbe a coinvolgere e motivare di più le persone.
E' anche questo parte della famosa produttività di cui tutti parlano ma che nessuno declina in modo preciso.

Quello su cui si deve puntare è aumentare il grado di produttività (e valore aggiunto) del singolo rispetto agli input  che si mettono nel processo produttivo.
Non basta detassare straordinari o chiedere una tassazione favorevole al salario di produttività, se prima non si lavora sul processo lavorativo.

Serve abbandonare vecchi schemi di raggionamento (ovvero puntare solo sugli accordi nazionali) ma anche lavorare sul cuneo fiscale (tra i più alti d'Europa), ovvero il peso delle tasse sullo stipendio netto.

Perché una cosa è certa: l'emergenza del lavoro non è solo uno slogan buono per fare titoli dei giornali. E' una vera emergenza sociale e nazionale, che coinvolge persino chi un lavoro lo ha già (i working poor).
Un'emergenza dentro un sistema in cui aumenta la forbice tra i ricchi e i poveri, dove "i primi 100 supermanager di aziende quotate hanno portato a casa 352 milioni di euro in un solo anno, una media aritmetica di 3,5 milioni a testa", pur non avendo avuto le loro società performance paragonabili agli stipendi.
Un'emergenza dove "la metà più povera delle famiglie italiane detiene il 9,4 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco ha il 45,9 per cento".

Un paese come questo non può avere un futuro: dove non si premia il merito, lo studio (l'università e la laurea non è più un'ascensore sociale), dove si penalizzano i giovani:
"Il nostro mercato non è così attento alle domande, alle specializzazioni, al punto che cresce la convinzione assai pericolosa, nei giovani, che per trovare lavoro e fare carriera, oltre al merito e alle conoscenze, conti sempre di più la fortuna, e qualche spintarella".

Dove alle donne è spesso precluso l'accesso alle professioni a maggiore remuneratività (con tutti gli ostacoli alla carriera posti solo per il fatto di essere madri o figlie di genitori da accudire). Un paese in cui la maggior parte delle aziende è "piccola" (di fronte ad un sistema bancario affetto da sindrome da gigante e poco attento alle attenzioni delle imprese medio piccole), investe poco in risorse umane e in ricerca e sviluppo.
Dove "si sta compiendo una sorta di processo d’omologazione tra il lavoro impiegatizio e quello operaio", un livellamento verso il basso che impoverisce tutto il paese.
"Il mondo degli impiegati sembra quindi seguire una regola non scritta, ma applicata in modo rigoroso: tutti uguali e livellati verso il valore più basso".Tutti uguali, tutti più poveri, tutti meno motivati a lavorare meglio.

Se le buste paga sono leggere, rimangono a galla solo le imprese che esportano all'estero o le grandi aziende che possono strappare allo stato incentivi o aiuti.

Scrivono gli autori : "confrontando lo stipendio medio di un operaio italiano e quello di un tedesco. La paga media del primo, come abbiamo visto, nel 2012 è stata di 22.500 euro lordi all’anno. Quella di un operaio tedesco di 38.550 euro". 

Sono questi i numeri dell'emergenza salari.
In appendice al libro, la proposta di legge presentata nel luglio passato sul "reddito minimo di cittadinanza", per aiutare le persone in crisi ("Il reddito garantito fa riferimento a chi è sulla soglia di povertà"), la proposta degli autori per riformare la busta paga, l'accordo tra Confindustria e sindacati per la produttività e una breve analisi sull'andamento delle retribuzioni negli ultimi 40 anni.

La presentazione degli autori




La scheda sul sito di Chiarelettere
Il link per ordinare il libro su ibs

Il gioco delle bandierine


Ogni anno, specie dopo che i processi sui depistaggi e le coperture sulla strage del DC9 a Ustica sono finiti in Cassazione, tornano gli scoop e le rivelazioni sui responsabili dietro l'abbatimento.
Sono stati i francesi, disse Cossiga, non a processo, ovviamente, ma nelle sue memorie (da boun statista preferì evitare di dire le cose che sapeva ai magistrati).
No, sono gli americani.
Oppure i libici.
E' il gioco delle bandierine, quelo che ci costringe a concentrarsi sul colore della bandiera del caccia che ha abbattuto un aereo civile sui cieli del Tirreno, cieli su cui lo Stato italiano doveva garantire la sicurezza.

Ma questo gioco in realtà è fuoriviante: perché distoglie l'attenzione dal contesto generale in cui è avvenuta la tragedia.
Quella sera, sui cieli del Tirreno, c'è stata una battaglia, tra aerei probabilmente della Nato o europei, in cui probabilmente erano coivolti anche caccia libici (come quello poi ritrovato un mese dopo sui cieli della Sila ..).

Siamo stati ad un passo dalla guerra, e la nostra difesa ci vuole far credere, l'ha ripetuto per anni, che non ha visto niente e non sa niente.
Niente dai radar, niente dagli ufficiali e sottufficiali dell'aviazione.
Possibile? Veramente dobbiamo credergli?

E queste sarebbero le persone che dovrebbero garantire la nostra sicurezza?
Generali e ammiragli avrebbero potuto assumere questa linea di difesa, arrocata fino all'inverosimile, senza una protezione politica alle spalle?

Il gioco delle bandierine per Ustica mi interessa il giusto. Chiediamoci invece in che mani è la nostra sicurezza quando viaggiano su un aereo sui nostri cieli.
Gli stessi politici che oggi e ieri hanno fatto poco per arrivare ad una verità giudiziaria su Ustica sono gli stessi che oggi, sempre in tema di sicurezza e difesa, ci dicono che dobbiamo comprare qualche decina di caccia F35.
Come se la nostra sicurezza possa dipendere da questi caccia bombardieri con a bordo degli ordigni tattici.



26 giugno 2013

Per solidarietà con Silvio

(foto presa da Wil)
 
 
Silvio viene condannato per prostituzione minorile?
E allora ti organizzano una manifestazione "siamo tutte prostitute"

E se veniva condannato per abigeato?
Oppure per atti osceni?

Questa fibrillazione

Il capo dello Stato, ma anche il segretario del partito democratico sono preoccupati per le conseguenze sul governo della condanna a Berlusconi. Il principale azionista dello stesso.
Preoccupati per questo clima di fibrillazione:
«Abbiamo il record della fibrillazione politica. La continuità è un elemento essenziale e non significa conservatorismo e immobilismo. Vorrei che ci fosse un po’ più di continuità anche nel Governo».

Ma chi se lo poteva aspettare? Che l'alleanza con Berlusconi, sotto processo per frode fiscale, prostituzione, i nastri delle intercettazioni di Fassino, la compravendita dei senatori .. potesse avere effetti collaterali sull'azione di governo.

Chi se lo poteva aspettare che ora, dopo le condanne, B. chiederà proprio al PD l'aiuto per la riforma della giustizia che ha in mente.
Come se le elezioni non fossero servite a niente. Come se i milioni di elettori che non hanno votato B. (e nemmeno l'inciucio) non contassero nulla.
E questi vogliono una continuità con l'azione di governo?
Ma perché chi governava prima? E chi governa ora?
Forse si sta reintroducendo il reato di falso in bilancio, inasprimendo le pene per la corruzione, togliendo di mezzo la ex cirielli?

Questa fibrillazione ...

Dice Bisignani, l'uomo che sussurra, che sarà Marina a prendere il posto di Silvio nel partito.
Chissà, forse, nel gioco delle dietrologie, è un modo per bruciarne la leadership ..

25 giugno 2013

Il partito del rinvio nel governo delle larghe intese

Su IVA, IMU e caccia F35, la scelta del PD è quella del rinvio ("Calati junco ..").
In attesa, probabilmente, di votare assieme al PDL appena l'attenzione dei media (e degli ex elettori) calerà.
Mai una scelta decisa, nemmeno sul destino del cavaliere al Senato, per l'ineleggibilità e l'interdizione dai pubblici uffici (in caso di conferma..).
Vedremo, prendiamo atto ...

Anche gli elettori, non preoccupatevi.

Sulla condanna




Peggio del condannato, la schiera dei collaboratori .
Quelli che se non ci fosse stato lui non sarebbero nessuno.
E, peggio ancora, quelli che tirano fuori il clima di pacificazione per fare le riforme che il paese sta aspettando (che la condanna di ieri ha voluto bloccare).
Come se non avessimo visto quello che quest'uomo e il suo partito azienda hanno combinato in questi anni.
Quelli che ancora mettono sullo stesso piano le ragioni dei pm  (il rispetto della legge uguale per tutti) e quelle del'accusato (che si è difeso dal processo, invocando leggi ad personam, usando tutti gli strumenti per spostare il processo).
Quelli che, volutamente, mischiano i piani giudiziari e politici, sostenendo la tesi che questa condanna avendo riflessi sul governo, è una intromissione nella politica (quale condanna ad un politico non lo sarebbe allora? Evitiamo di processare i politici allora?).

Scrive Battista:

Dopo la sentenza a sette anni di Berlusconi (solo un anno meno di Misseri ad Avetrana e uno più di Scattone e Ferraro condannati come gli assassini di Marta Russo, si twitta sui social network), come si può immaginare che le tensioni tra il Pdl e il Pd non siano destinate ad incattivirsi? Occorrerà molto spirito ascetico per non farsi trascinare nel gorgo di una polemica che rischia di diventare autodistruttiva nell'ambito di una strana e mal sopportata coabitazione di maggioranza. A rigor di forma, una sentenza di primo grado non si carica di conseguenze pratiche per chi è condannato.
La condanna a 7 anni deriva dall'inasprimento delle pene, fatto dallo stesso governo B. nel 2009 (come riporta Wil).
E poi, pacificazione significa impunità?

Infine, il PD. Che dovrà starsene zitto, visto che con Berlusconi governa. E non da oggi.

Coi soldi degli F35

Il costo dell'operazione F35 si aggira tra i 12 e i 16 miliardi.
Con quei soldi, anziché comprare quei caccia così pieni di difetti, con scarso impatto occupazionale, potremmo risolvere tutti i problemi di Imu, IVA e Cassa integrazione (visto che quella in deroga non è stata ancora erogata, ma solo promessa).

Con che coraggio, viste queste premesse, i signori del PD (ma varrebbe anche per le altre forze politiche che oggi voteranno la mozione sul tema) potranno fare finta di niente e andare avanti con questa operazione?
Anche i caccia (bombardieri, che trasportano anche ordigni tattici) fanno parte della grande operazione di pacificazione?
Ma vogliamo prenderci in giro?

PS: in direzione contraria il gesto, altamente opportuno, dell'ex ministro Idem (e del premier Letta).

24 giugno 2013

Altrimenti si arrabbiano


Bisogna trovare subito qualche miliardo di euro per evitare l'aumento dell'Iva, altrimenti Alfano si arrabbia.
Bisogna recuperare qualche altro miliardo di euro (4, 8, 10?) per togliere di mezzo l'IMU, altrimenti è Brunetta che si arrabbia.
Bisogna fare una bella amnistia, o forse basta la riforma dell'interdizione aipubblici uffici, altrimenti i falchi berlusconiani si arrabbiano.
Anzi, servirebbe fare una bella riforma della giustizia per arrivare ad una pacificazione del paese, rimuovendo le cause degli scontri di questi anni (tra chi paga le tasse e chi no, chi corrompe e chi no ..), altrimenti lui si arrabbia e salta il governo. Magari lasciando a casa qualche migliaio di condannati (anche per corruzione e reati collegati alla mafia, alla violenza sulle donne), senza risolvere i problemi veri che intasano giustizia e carceri.
Bisogna trovare una decina di miliardi per potenziare la marina militare,altrimenti l'ammiraglio si arrabbia.
Bisogna bloccare l'azione della magistratura tarantina, evitare gli espropri, altrimenti i Riva (e non solo) si arrabbiano.
Bisogna trovare qualche altro miliardo per l'acquisto di altri caccia F35, altrimenti il ministro si arrabbia e Finmeccanica ci rimane male.

Per uscire dalla crisi, quella sul lavoro, servirebbe rilanciare la domanda interna, facendo crescere la buste paga di chi lavora, rilanciando i consumi e stimolando la produzione verso il mercato interno.
Rinegoziare il debito, perché altrimenti è il default, non riusciremo mai a rientrare nei patti (che noi stessi abbiamo firmato) con l'Europa.

Altrimenti ci arrabbiano?

23 giugno 2013

Poveri e senza soldi

Oggi si è poveri anche con un lavoro.
Si è poveri anche se si è laureati, anche con una laurea tecnica.
Si è poveri anche se si svolge un lavoro da professionista, quello con la targhetta sulla porta: è quello che capita ai giovani avvocati, architetti, ingegneri.
Si è poveri anche se si hanno alle spalle molti anni di lavoro. È sufficiente un licenziamento, una separazione, una malattia.
Si è poveri specie se si è in una famiglia monoreddito, senza una famiglia che può aiutarti.
Si è poveri se si ha un lavoro precario, dove i mille euro al mese sono spesso un miraggio.
Si è poveri, o si ha paura di diventarlo. Di entrare in una spirale che ruota verso il basso e da cui non si esce più.

L'emergenza lavoro non è uno slogan buono da conferenze stampa. È un dramma reale, che riguarda una buona parte di chi lavora.

“È indispensabile dichiarare una vera e propria battaglia culturale a favore del lavoro, che per i nostri padri era un fattore di dignità, di promozione e di coesione sociale” dicono gli autori del libro Senza soldi, edizioni Chiarelettere Walter Passerini e Mario Vavassori: L’unico obiettivo che ci piacerebbe raggiungere, con questo libro, è accendere un riflettore sulla questione salariale, croce, delizia e metafora del lento declino del valore del lavoro”.

Perché oggi, è proprio il ruolo e il valore del lavoro che abbiamo perso. Sacrificato in nome del principio della profitto, in una guerra asimmetrica che è stata e che viene combattuta dal ceto imprenditoriale. La lotta di classe esiste ma non è quello che veniva urlata nelle piazze negli anni '70. Una lotta di classe dove si mettono poveri contro poveri (i lavoratori di Pomigliano contro quelli serbi o polacchi) e dove alla fine si creano solo deserti industriali che creano ricchezza solo per poche persone.

Perché un altro effetto di questa guerra al lavoro è la sperequazione della ricchezza: ricchi sempre più ricchi e poveri (o quasi poveri) sempre più poveri.

Sempre secondo l’Istat, il 20 per cento più ricco delle famiglie italiane detiene il 37,4 per cento del reddito totale, mentre al 20 per cento più povero spetta solo l’8 per cento del reddito totale. E le disuguaglianze tendono a crescere”.

Nel loro libro inchiesta i due autori hanno esaminato le buste paga degli italiani in questi ultimi 10 anni, quelli che un lavoro ce l'hanno, si intende:

SENZA SOLDI sembra l’unica certezza di un futuro sempre più indefinibile. Questo libro, grazie alla più completa banca dati sulle retribuzioni in Italia, racconta le vicissitudini di operai, impiegati, quadri e dirigenti, puntando l’attenzione sull’erosione del valore delle paghe e del lavoro, nella generale indifferenza.
La svalutazione degli stipendi aumenta insieme alla distanza tra chi guadagna molto e chi non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese. Che fare? Bisogna rilanciare una vera questione salariale. Solo così possiamo salvarci. Questo libro finalmente spiega come. Intanto la politica perde tempo, troppo impegnata a difendere i propri privilegi.

Alcuni pretesti di lettura:
+46,6 per cento: famiglie che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa; +17,9 per cento: famiglie che dichiarano di non aver potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione; +38,5 per cento: famiglie che dichiarano di non riuscire a sostenere spese impreviste di 800 euro.Report Istat, 10 dicembre 2012. 
Dal 2002 al 2012 i valori di crescita delle retribuzioni annue sono i seguenti: dirigenti +24,6 per cento; quadri +30,1 per cento; impiegati +22,8 per cento; operai +24,6 per cento. Sul fronte opposto l’inflazione ha eroso per il 24,5 per cento (Nic) e per il 33,1 per cento (alta frequenza) del potere d’acquisto. Chi ha vinto?” 
Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”Costituzione italiana, articolo 36. 
In Italia i primi 100 supermanager di aziende quotate hanno portato a casa 352 milioni di euro in un solo anno, una media di 3,5 milioni a testa, 50.000 euro in più rispetto all’anno prima. E non tutti sono a capo di aziende floride.”Elaborazione de «Il Sole 24 Ore» sui bilanci 2011.
La soglia dei 1000 euro al mese per molti è addirittura un sogno, un miraggio, anche da parte di giovani che hanno un elevato titolo di studio.” 
Negli ultimi vent’anni gli stipendi degli italiani sono rimasti fermi. E questo non solo ha ridotto fortemente il loro potere d’acquisto, ma ha creato una generazione di cosiddetti working poor, vale a dire una generazione di persone che sono povere pur avendo un lavoro. Se si è poveri lavorando, significa che il valore del lavoro è sceso drammaticamente.” 
Non bisogna essere premi Nobel dell’economia per capire che se i salari sono bassi, anche i consumi ne risentono, in una pericolosa spirale al ribasso.” 
Quasi il 94 per cento dei lavori creati nel 2011 sono part-time e il 42,5 per cento dei giovani ha contratti a tempo determinato.”Fonte Commissione europea, conferenza Jobs 4 Europe, 6 settembre 
 La presentazione del libro da parte degli autori



Senza soldi: Sottopagati, disoccupati, precari. Ma Paperoni e furbetti se la godono, di Walter Passerini e Mario Vavassori (Chiarelettere).
Il link per comprarlo su ibs.

Jp Morgan e la Costituzione antifascista

Nel documento datato 28 maggio 2013, JP Morgan la società finanziaria americana , da ai paesi europei la ricetta per uscire dalla crisi (di cui essa stessa è responsabile ): le misure di austerity (che han già prodotto disastri in Grecia, in Portogallo, Spagna e Italia) sono state fermate per colpa delle Costituzioni antifasciste:
“Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”  
 “I sistemi politici e costituzionali del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)”. 
Capito? E' tutta colpa della nostra possibilità di protestare, quando tagliano i soldi alle scuole, alla sanità pubblica (favorendo così il privato) per comprare qualche decina di caccia F35 (chissà come voterà il PD in aula?), per fare un ponte sullo stretto, una linea ad alta velocità che darà i suoi frutti tra 10 anni (forse).

Qui tutto l'articolo di Luca Pisapia.
PS: ma perché JP Morgan e compagnia non vanno a fare investimenti in Corea del nord?



Dritto al cuore, di Elisabetta Bucciarelli


Vicina all'anima è la linea verticale.
Milo de Angelis






















L'incipit del romanzo:
La casa era in alto. Per arrivarci si doveva risalire tutta la valle, affrontare trentasette tornanti, prendere una funivia. E ancora non bastava. D'estate c'era da camminare per una buona mezz'ora a piedi, fino a quota duemila. D'inverno servivano gli sci, oppure le ciaspole agganciate agli scarponi, al limite il gatto delle nevi.Era costruita un legno e pietra. Legno di larice ormai quasi del tutto annerito. E pietra grigia, ancora perfetta in ogni sfumatura di colore, colonizzato dal muschio verde argenteo a nord e da qualche pianta a piccoli fiori gialli incuneata tra le beole del tetto a sud.Vecchia, la Casa, ma non ancora antica. Portava i simboli Walser, insieme a quelli di altre popolazioni meticcie. Cuori magri con la punta in basso che svirgolava a sinistra. Piccole fessure a tilde che riprendevano le orme degli animali, croci e cerchi.
È dovuta salire ben in alto, Elisabetta Bucciarelli, per raccontare questa storia, in cui il meccanismo del giallo è usato come pretesto per raccontarci in verità di una comunità che vive, da sempre, a duemila metri d'altezza, isolata quasi, e fedele ai propri riti. Rituali che rivelano di un attaccamento alle tradizioni ma anche alla natura.
Che qui, così lontano dalla civiltà, è la padrona che deve essere rispettata. Una comunità, in Val d'Ayas (est di Aosta), ai piedi del Monte Rosa, in cui Maria Dolores Vergani è ospite, godendosi una vacanza di riposo dopo la brutta storia che l'ha vista protagonista ne “Ti voglio credere”.
Un rapporto da mettersi alle spalle, mesi di domiciliari, una voglia di ricominciare una vita allontanandosi dalla vita di sempre.

Ma in questo libro, come si è detto, si è ospiti di una comunità antica che vive di pastorizia e del turismo estivo di gente che viene qui dalla città.
Come Dolores, e come Pietro che, assieme a sua mamma, suoi vicini di casa.
Zefiro, come il vento figlio di eos, è il vecchio capo villaggio: è il nonno di Ariel, che ha cresciuto dopo la morte della madre e l'abbandono del padre.
Pietro e Ariel, assieme a Rafael, il figlio del macellaio, passeranno assieme quei giorni estivi, vissuti dal ragazzo di città inizialmente con noia e ostilità.
Come tutti gli adolescenti, non è pronto alla montagna che, a differenza del mare, sembra volerti mettere alla prova, in difficoltà. Non c'è campo per il telefonino, se non assecondando i voleri del vento. Con le scarpe da tennis, che tutti gli adolescenti portano a piedi, è difficile camminare sui sentieri.
Col passare del tempo, grazie alla compagnia , anche Pietro entrerà in sintonia col villaggio, con le montagne, con i suoi riti.
Come lo scontro tra le mucche gravide, affinché una vinca il titolo di “reina”. Competizione che omaggia le mucche per il ruolo di donatrici di vita.

È proprio Zefiro che, in una delle sue passeggiate nei boschi, fa una scoperta sconcertante: la testa di una donna, presumibilmente, staccata dal suo corpo, semi sotterrata. Successivamente, grazie ad altri scavi nelle vicinanze, emerge anche una borsa con dentro dei vestiti e alcune parti del corpo. Fatto a pezzi. Mentre la donna, per cui il medico legale indica di razza negroide, è stata fatta a pezzi.

Indaga il tenente di Brussons, che però, conoscendola di fama, chiede l'aiuto a Dolores Vergani. Essendo qui in ferie, in cerca di una nuova prospettiva per la sua vita, non l'attira molto l'idea di una nuova indagine, di altre morti, anche se non ha rotto del tutto coi suoi ex colleghi (come l'ispettore Funi che sente tutte le sere via Skype).
Ma non potrà fare a meno di dare il suo contributo, anche per la conoscenza di un avvenente medico legale di Torino, il dottor Giagiuari.

Una donna morta, almeno un anno prima e sepolta secondo una specie di rituale in mezzo ad un bosco in un paese lontano dalla città.
C'è anche una seconda morta: la mucca di Ariel. Anche per dare una dignità a tutte le donne scomparse, e per la ferita che la quasi “reina” ha prodotto sulla piccola Ariel, Dolores fa una sua indagine. Scoprendo che qualcuno ha avvelenato l'animale.
E che la donna sotterrata, potrebbe essere collegato ad altri omicidi, irrisolti, avvenuti nelle province di Como e di Lecco negli anni passati.

Quanti misteri: ma è tutta la montagna che è luogo di mistero. Romanzo e leggenda si mescolano nella scrittura evocativa di Elisabetta Bucciarelli. Il racconto della Valle Perduta , gli Occhi del Bosco, strani animali dagli occhi grigi che si aggirano nei boschi, bipedi o quadrupedi in mezzo ad una famiglia di cervi.
E infine la Casa, scritta con la C maiuscola. L'anima e la saggezza al tempo stesso del villaggio. Colei che consiglia le persone e che dirà alla stessa Dolores cosa fare. Anima che decide chi fare entrare al suo interno e chi lasciare fuori.

La faccia-bambina non aveva mia lasciato la sua Casa, non aveva mai visto altri luoghi se non quelli. Il bosco, le rocce, le valli. Eppure il monde veniva a lei senza nemmeno essere sollecitato. Aveva fiori freschi nelle tasche della camicia e poca compiacenza verso le femmine di carta giù in paese «si accoppiano come vipere» diceva. Teneva i calzoni troppo larghi chiusi con una spilla da balia e ascoltava il sentiero che lei chiamava la voce del mondo

La Montagna metafora della donna: Dritto al cuore è un libro dove le protagoniste, positive e negative sono donne. Gli uomini relegati al ruolo di comparsa o di saggi anziani.
Femminile, verticale. Montagne madri da scalare, superare, conquistare. Mai del tutto, mai per sempre. Donne stabili, ferme solo in apparenza. Faticose da sostenere perché potenti, autodeterminate, centrate. Si va per differenza, quando non si hanno altre strategie si cerca di togliere e di minare, scavando e sottraendo ciò che le tiene salde alla terra.

In mezzo a tanta crudeltà, per le morti senza nome (e se non ci fosse la tenacia della Vergani, nemmeno senza giustizia), al clima da favola, c'è anche spazio per raccontare del mondo degli adolescenti.
Ariel e Pietro, i due adolescenti così diversi tra loro ma pure così vicini: entrambi lasciati soli dagli adulti, in questa natura verticale si metteranno alla ricerca della loro identità.

Dritto al cuore è un romanzo sul tema del cambiamento, sulla felicità e sull'amore.
Su quanto sia difficile comunicare questa felicità: ma anche per Dolores è arrivato il momento di cercarla, questa nuova felicità.
“Prenditi ciò che ti serve”, iniziò a dirsi in silenzio, “lascia affiorare il tuo desiderio e lotta per avere ciò che vuoi, a costo di fallire e di dover ricominciare. Smetti di muoverti ai confini, di tracciare perimetri e provocare distanze, mira dritto, dritto al cuore, Vergani”.
L'ultimo messaggio che la voce della Casa le lascia:
Passiamo troppo tempo a sanare gli errori del destino. Adesso anche tu hai terminato di farlo.
Non ci rimane che aspettare il prossimo libro di Elisabetta Bucciarelli.
 
La presentazione del libro allalibreria di piazza Dateo il 13 giugno.
Il blog dell'autrice.
Il link al sito di Edizioni e/o
Il link per ordinare il libro su ibs

21 giugno 2013

Un calcio malato


Non bastavano le parole di Blatter, in risposta alle proteste dei brasiliani, per le spese fatte in preparazione della Confederation Cup e del mondiale: "il calcio e' piu' importante dell'insoddisfazione delle persone".
Come a dire, se la gente non ha pane (per la crisi) dategli le brioche!

Ora c'è anche questo: la squadra del Novara sta pensando di comprare il calciatore greco Katidis che ha fatto il saluto nazista (o fascista) dopo un gol.
E', giovane, dicono al club. Imparerà. Ma che lezione vogliamo dare ai giovani che osserveranno il giocatore dagli spalti?

Toni Renzi


Diceva la Tatcher che il miglior successo della sua politica fosse l'elezione di uno come Blair come leader dei laburisti.
Ecco, non è un buon viatico per uno che si candida a leader del (fu) maggior partito di centro sinistra.

Contento lui. Noi elettori ce ne faremo una ragione. Qualcuno dirà che il maggior successo del berlusconismo è l'elezione di Renzi

Una vera bufala

 

C'è la mozzarella di bufala, e la bufala della mozzarella: Servizio pubblico, nella formula estiva dell'inchiesta senza dibattito e ospiti in studio, ha raccontato della truffa della mozzarella di bufala campana dop.
Un'inchiesta di Stefano Bianchi dentro una delle nostre eccellenze, che non sappiamo più difendere, come non abbiamo saputo difendere i terreni e le falde della Campania dalle discariche abusive della Camorra.
Quelle dove, a fianco delle fumarole, i fumi dei veleni tossici che escono dalle fratture del terreno, si coltivano fragole, pomodori, pesche, che poi finiscono nelle nostre tavole.
Magari le tavole delle famiglie del nord, da cui negli anni passati sono partiti i camion coi rifiuti industriali interrati (con la complicità di Camorra e amministratori locali) in quei terreni. E il cerchio si chiude.

C'è un dossier del colonnello Mantile, rinchiuso in qualche cassetto del ministero delle politiche agricole (oggi presieduto dalla De Girolamo).
Si parla del consorzio di tutela della mozzarella, del suo consiglio di amministrazione (dentro cui siedono i maggiori produttori di mozzarella della regione), e delle pressioni che questi avrebbe fatto al ministero per poter approvare la modifica della "disciplinare".
La bibbia, il regolamento che indica come deve essere fatta una mozzarella per essere dop.

cioè latte campano, dop, e niente cagliata o latte congelato.
Secondo il dossier ci sarebbe un comitato d'affari, che anziché tutelare la qualità del prodotto, gli allevatori e i produttori del latte, avrebbe badato più ai suoi interessi.
Lucrandoci sopra, per avere meno controlli, "controlli apparecchiati" dice il colonnello, un vero e proprio cartello messo in piedi per livellare verso il basso il prezzo del prodotto, mettendo in difficoltà i piccoli produttori.
Ci sono le intercettazioni, ci sono i rapporti della magistratura, i sequestri del latte proveniente dal sudamerica: alcuni di questi maggiori produttori campani sono finiti nell'inchiesta della DDA di Napoli. Anche se sono sati scarcerati, cìè ancora il processo che deve fare chiarezza.
Un'inchiesta dove si parla anche della Camorra, che controllerebbe buona parte della filiera di produzione.
Camorra che avrebbe proprio finanziato, uno dei produttori poi finito indagato.

Dalle intercettazioni telefoniche sembra quasi di vederlo, Giuseppe Mandara, il patron della mozzarella di bufala più nota nel mondo –arrestato ieri– mentre alza le spalle e, rendendosi conto del pericolo per la salute dei consumatori, dice: “Se prende qualche bambino è una tragedia… Ho parlato con l’avvocato, non ci conviene fare niente adesso altrimenti si capisce che sapevamo del guasto”.

Ci sono le bufale imbottive di farmaci per nascondere ai controlli la malattia della brucellosi.
Bianchi ha anche sentito qualcuno di questi manager della mozzarella (o della bufala della mozzarella).

Tutti si sono detti sereni: la figlia di Giuseppe Mandara (qui trovate altri spezzoni del video), nell'intervista con Bianchi, se l'è presa con Roberto Battaglia, un altro imprenditore caseario che ha denunciato le pressioni dei clan Casalesi su
altri imprenditori .
"usano i pentiti per delegittimarci .. come con Berlusconi .. sa io sono berlusconiana".

A Milano al salone del gusto, il giornalista ha anche avvicinato un altro imprenditore che forniva ai caseifici la cagliata (usata al posto del latte dop e proveniente dall'est Europa). Con molta tranquillità, questo cavaliere della repubblica spiegava che "una volta dentro la cagliata, sono solo cazzi tuoi".

L'importante è non farsi beccare mentre la mescoli al latte dop.

Alcune domande rimangono sospese nell'aria, a fine servizio.
La società che controlla ora sul consorzio è controllata direttamente dall'Aia (l'associazione allevatori che racchiude solo il 20% dei produttori). Possiamo fidarci?
E poi, ma quanto latte di bufala si produce in Italia?
Che dicono al ministero?

20 giugno 2013

Di che patto parliamo?

L'intervista di Beatrice Borromeo a Sallusti: esiste un patto Berlusconi Napolitano ?


Come il pilu

Il fatto quotidiano di oggi:
F35, il ministro vuole comprare altri 40 caccia
MONTI AVEVA RIDOTTO LA COMMESSA. MAURO (DIFESA): “90 AEREI SONO POCHI, A FINMECCANICA NON CONVIENE”
di Daniele Martini
Contrordine: per gli F-35 la Difesa cambia idea per la seconda volta. Ed è un ripensamento del ripensamento che ha il sapore della beffa. Ridotto dal ministro precedente da 131 a 90 esemplari, l'ordine d'acquisto per i supercacciabombardieri della Lockheed Martin ora torna d'incanto alla cifra originaria con il nuovo ministro, Mario Mauro.
I caccia F35 sono, per certi generali lobbisti e per i loro riferimenti politici, come il pilu di Cetto la Qualunque.
Non sono mai abbastanza.

La barzelletta

Il nostro è un paese da barzelletta, come facciamo a prenderci sul serio?
Vi ricordate la polemica per l'uscita di Battiato sulle "troie"? La reazione ipocrita del belpaese che arrivò al decreto per le sue dimissioni firmato dal presidente Crocetta?
Per fortuna che il tempo è galantuomo.
Notizia di ieri, l'inchiesta sulle escort in regione Sicilia, pagate coi fondi per i disoccupati.
Che non venivano pagati per andare con le escort, ovviamente.
Un (presunto) giro di prostituzione per i colletti bianchi siciliani.

Come quello che starebbe emergendo a Firenze. La città del candidato premier, segretario e quanto altro.

Sempre in tema (di barzellette, intendiamoci), ci aspettavamo un cambiamento vero in regione Lombardia, con la gestione di Maroni.
Invece il segretario nonché governatore ha nominato come commissario per l'Aler (l'istituto che si occupa di edilizia regionale) il geometra di Berlusconi e l'ex prefetto di Milano.
Quello che parlava al telefono con la Polanco e che spalancava le porte della prefettura per un parcheggio (e per le pratiche del passaporto).

Quello per cui "a Milano la mafia non esiste".

E questo sarebbe il cambiamento? Vabbè che il predecessore aveva assunto la figlia del boss ..

Come facciamo a prenderci sul serio?

Siamo bombardati da promesse, proposte, decreti da approvare con urgenza per andare in deroga a leggi che gli stessi partiti hanno approvato nel passato. Il vincoli per la stabilità in costituzione , il patto di stabilità dei comuni, Equitalia e i suoi super poteri ..

19 giugno 2013

Non si nascondono nemmeno

Nemmeno hanno più bisogno di nascondersi, o di vergognarsi per le loro posizioni, in contrasto coi principi costituzionali della legge uguale per tutti, della separazione dei poteri, del rispetto delle istituzioni.

Hanno avvisato la consulta.
 

Paperone è sempre più ricco

Paperone è sempre più ricco: è questo quello che emerge dal rapporto stilato da Capgemini e RBC Wealth Management sulla ricchezza mondiale.
Nonostante la crisi, nonostante tutti sappiano quali siano le cause della crisi mondiale e globale.

"Nel 2012, complice la ripresa globale dei corsi azionari e dei mercati immobiliari a dispetto comunque di un anno non facile per l'economia reale, la ricchezza finanziaria nel mondo è tornata a marciare a buon ritmo, mettendo a segno una crescita del 10% e raggiungendo la soglia dei 46.200 miliardi di dollari. Nel 2011 c'era stato un calo dell'1,7% e la ricchezza si assestava a 42mila miliardi di dollari . Gli individui che hanno ricchezze investibili pari ad almeno un milione di dollari sono 12 milioni di individui (+ 9,2% rispetto al 2011 quando erano 11milioni)."

In Italia, i super ricchi sono 176 000: siccome però, dati del fisco alla mano, i contribuenti che dichiarano più di 300000 euro sono solo 28000 persone, ci sono 140000 paperoni evasori.

Come a dire che i super ricchi non pagano super tasse e , a quanto sembra di capire, nemmeno hanno intenzione a rinunciare a nulla dei loro guadagni.
Il 90% della ricchezza, dice lo studio, è nelle mani dei ricchi di Asia, america del nord e dell'Europa.
Sì, paperone è sempre più ricco, ma il mondo è sempre più ingiusto.
Fino a quando sarà sostenibile una situazione come questa?

Il tempo si è fermato a Ballarò

Passano gli anni, i governi, crescono la disoccupazione e peggiora la crisi, ma il tempo sembra fermarsi a Ballarò.
Gli ospiti, sono quasi sempre gli stessi (anche perché su una parte degli eletti, quelli del M5S, pena scomunica).
E spesso anche gli argomenti. Ieri sera c'era il politico di area berlusconiana a difendere il capo. Che non si può insultare o mandare a casa dopo una sentenza di condanna. Perché sarebbe un insulto ai 9 milioni di elettori ..
Curiosamente, sono le stesse parole usate dai difendosi di Grillo ieri in piazza: chi offende Grillo, offende chi lo ha eletto.

Di fronte al politico berlusconiano, il solito giornalista o professore che ricorda i conflitti di interesse, le vicende di corruzione, il fatto che è stato al governo per anni portandoci in questa situazione (e non si può sempre tirare in ballo la crisi internazionale).

E così, tra un battibecco e l'altro, si va avanti con gli stessi ragionamenti.
Come se avessimo tempo da perdere.
La Rai è in crisi? Privatizziamola, allora. Tutti d'accordo, lo hanno fatto anche in Grecia.
Ma come mai la Rai è in crisi? Forse perché il presidente dei governo che si sono succeduti era anche a capo di un gruppo televisivo?

Telecom è in crisi? Vendiamola i cinesi. E quelli che l'hanno scalata in debito? E quelli che hanno permesso la privatizzazione in toto di rete e servizi? Ma adesso separeremo rete e servizi. Sì, ma i soldi li mette la Cdp e Telecom vorrebbe mantenere il controllo.

La corruzione si mangia un bel pezzo del Pil, abbatte la credibilità delle istituzioni, fa aumentare i costi delle grandi opere?
Ma tanto non è una priorità, dice il ministro. Non lo è mai stata.

E oggi, continueremo a parlare dei temi caldi che appassionano la politica e i giornali che ne seguono il gossip.
I processi di Berlusconi (che ripercussioni avranno sul governo?).
E le epurazioni di Grillo. Dimenticandosi di quelle avvenute dentro la Lega o nel PD (i sindaci anti TAV) o nel PdL.


Tutti lì a chiedere proposte choc, meno tasse, a promettere interventi su lavoro e imprese.
Tasse, per inciso, che sono state messe da qualcuno, che si tratti di Monti (sostenuto da Pd e Pdl) o di Berlusconi.
Ma tanto abbiamo tutto questo tempo da perdere col chiacchiericcio su Grillo e sui processo di B. ..

18 giugno 2013

Il sogno di volare, di Carlo Lucarelli

Da giovane avevo un sogno,
volare come un uccello,
ma adesso che schiaccio l'aria
col mio peso non mi pare bello.
Io volo come un mattone,
come un sasso, una chiave inglese,
volare senza ali
è un problema, mi sembra palse,
volare senza ali
è un problema, mi sembra palese

Andrea Buffa, Il sogno di volare

Incipit:

"Era una sensazione.
Non un rumore, perchè la muca dell'Ipod gli rimepiva le orecchie morbida e piena come una cera fusa, e non era neanche un'ombra o un movimento, perché va bene che il lampione era rotto e il portico quasi buio, ma lui era così immerso nei suoi pensieri, gli occhi rivolti a gardarsi più dentro che fuori, che non si sarebbe accorto di nulla neppure se fosse sato giorno e ci fosse stato il sole.
Era una sensazione.
Come quando uno si sveglia all'improvviso perché sente che qualcuno lo guarda, e infatti Enzo si strappò da musica e pensieri e si sfilò le cuffie per guardarsi attorno.
Ma non c'era niente".

L'ho letto tutto d'un fiato, questo libro, come non mi capitava da tempo.
Dopo 12 anni di attesa, il ritorno di Grazia Negro, l'ispettrice conosciuta in "Lupo mannaro", "Almost blue" e "Un giorno dopo l'altro", specializzata nella cattura di serial killer.

E anche in questo libro c'è un assassino seriale: Il Cane, così l'hanno chiamato le forze dell'ordine, animato da una rabbia e da un desiderio di vendetta feroce.
Il Cane perché lascia una striscia di bava sulle vittime, e le morde sul petto. Come a volerle strappare il cuore.
"ora è finita perché non è giustizia quel che voglio ma vendetta e vi prenderò uno per uno per uno stronzi maledetti VERRO' A PRENDERVI UNO PER UNO E VI MANGERO' IL CUORE!"
http://www.diariodibordonumerouno.splinder.com
pagina 73

La squadra della Mobile, chiamata ad indagare su queste morti che fanno paura, è sempre la stessa: Grazia e i due ispettori Matera e Sarrina.
Ma non è che le cose sono rimaste le stesse.
La città di Bologna è cambiata: più arrabbiata, più cattiva anche lei, nessuna la vuole bene,

"Non gliene frega più niente a nessuno. Non gli vuole più bene  nessuno, a questa città.
Riprese a camminare, ansimando per la foga del discorso, si era stupito lui per primo di essersi lasciarot trasportare in quel modo.
- Vabbè, - disse Sarrina, - e poi è tutta l'Italia che è così. Tutti persi, tutti incazzati. Se lo chiedessi alla gente, finisce che il Cane più che in galera lo manderebbero al governo".
pagiona 93 

Ma anche Grazia non è la stessa di 10 anni fa: la convivenza con Simone non sta andando bene, e pensano di superare la crisi facendo un figlio, ma riccorrendo alla fecondazione artificiale.

Ma Grazia non è pronta: questa paura la porta a fare degli incubi

"Aveva fatto un sogno, la faccina di un bambino piccolo piccolo, praticamente appena nato, rattrapito in un pianto acuto, continuo e assordante, e accanto un'altra facciina identica, gli stessi lineamenti contratti dallo sforzo, gonfi e rossi attorno alle stesse fessure profonde degli occhi serrati e dalla bocca spalancata".
pagina 16

E anche l'idea di tornare a dare la caccia ad un mostro, assieme ad un gruppo investigativo dei cugini dell'arma, non la rende più serena:
"Per favore, non un'altra volta.
Un'esplosione di violenza incontrollata, bestiale. L'ave agià vista una cosa del genere e per poco non ci aveva lasciato la pelle. Quando ancora lavorava nell'unità di analisi dei crimini seriali aveva dato la caccia a un assassino, un pazzo, un serial killer che i giornali chiamavano l'iguana".
pagina 43

Nel libro Lucarelli fa entrare nel ruolo di se stesso il criminologo Massimo Picozzi: a lui si rivolge la squadra anti mostro, formata dalla polizia e dai carabinieri. E' Picozzi che li indirizza verso il vero movente dell'assassino. Non c'entra niente né mafia, né terrorismo.
Ma la vendetta contro la criminalità che si vede attorno tutti i giorni:

"Pesci piccoli a portata di mano, più facili da prendere di chi sta davvero in alto. A questo punto sono tornato indietro - il professor efece ruotare la mano a mezz'aria, - e ho ridefinito il termine mafioso, perché alla fine, camorra o non camorra, il padre di Enzino è soprattutto uno speculatore edilizio. 
Ecco, è proprio contro questo tipo di illegalità, molto quotidiana, molto diffusa, che il nostro assassino si scaglia con una rabbia bestiale.
- Come un cane, - disse Grazia.
- Prego?
- Lo abbiamo chiamato il Cane, - iniziò Pierluigi, - proprio perché li morde ..
- Non lo abbiamo chiamato in nessuno modo, - tagliò secco De Zan, - e tantomeno il Cane.
- Però è così in effetti, - disse Picozzi - è come un cane arrabbiato che si scaglia sul primo che incontra. Anzi, più che arabbiato, rabbioso".
pagina 85

L'assassino che vuole farsi giustizia da se, e dall'altra parte, la squadra di carabinieri e polizia che lo devono fermare.
Le uniche tracce, i morsi sui corpi, e qualcuno, che su internet, sta lasciando una traccia del mostro. Come se volesse chiedere aiuto ..

Ma di più non vorrei dire: non vorrei che poi Lucarelli arrivasse e mi strappasse il cuore!

Sogno di volare è un racconto sulla violenza nella società di oggi, sul rischio di emulazione che certi episodi possono suscitare nei ragazzi e sulla solitudine e l'insicurezza delle persone.
Non è solo Bologna una città che non si vuole amare.

La scheda del libro su sito di Einaudi e il link da cui scaricare il primo capitolo
Il link per ordinare il libro su ibs.