La prima indagine di Contrera
Incipit
Sono nella lavanderia a gettoni di corso Giulio, dove lavoro. Anzi, dove sto di base. Non mi occupo di lavatrici e detersivi, sono un investigatore privato senza ufficio. Un ufficio mi costerebbe troppo per quello che guadagno, quindo ho fatto sapere in giro che se qualcuno ha bisogno dei miei servizi può trovarmi in questo posto. Mohamed Sabil, il marocchino padrone del locale, mi lascia stare qui perché ogni tanto lavoro per la sua comunità, con buoni risultati. Devo essermi distinto almeno per l'impegno, perché nessuno dei miei clienti ha ancora preteso in cambio la mia testa. Invece fuori dal quartiere c'è una lunga lista di persone che mi vorrebbero morto, per esempio la mia ex moglie. E forse anche mia figlia, che non vedo da otto mesi, più o meno.
C'è un nuovo investigatore che si
aggira per le strade, innevate, di Torino, anzi per le strade del
quartiere Barriera di Torino.
Si chiama Contrera, solo
Contrera, senza un nome (per una vecchia storia su suo padre): una
volta faceva il poliziotto ed era anche abbastanza bravo. Una moglie,
una figlia.
Finché, ad un certo punto, non ha
deciso di superare quella linea che separa il lecito dall'illecito,
intascandosi una certa dose di droga da piazzare poi nel quartiere,
non vedere più certi reati della 'ndrangheta..
Da lì in poi, la caduta. Cacciato
dalla polizia, dalla moglie, dalla casa..
Ma non dal suo quartiere: ex area
industriale della Torino che della Fiat, della Magneti Marelli,
dell'Iveco. Barriera è oggi un quartiere multietnico dove le
tensioni tra italiani e immigrati cova come brace sotto la cenere:
Ed ecco che mi si stende davanti Barriera, corso Giulio Cesare, il cuore palpitante dell'assurdo. Maghrebini, sudanesi, congolesi che si salutano, s'ignorano, parlano strillando nei cellulari come se dessero ordini al mondo e magari stanno solo chiedendo come va. I cinesi davanti ai ristoranti si preparano ad accogliere la clientela che non ha soldi per pagarsi un pranzo decente e propongono senza fronzoli quello che chi va da loro si aspetta.Uno che so essere ivoriano è appoggiato al muro della farmacia, dove attende la clientela: sta stretto in un giaccone grigio stretto e fuma senza togliersi la sigaretta dalla bocca, nelle fodere delle tasche ha un po' di hashish per i ragazzini che usciranno da scuola.
Incontriamo Contrera nel suo ufficio,
la lavanderia di Mohamed, dove accoglie i potenziali clienti, dove
passa le giornate e bersi una Corona con uno spicchio di limone, per
poi tornare nella casa di sua sorella Anna, la sera:
Ebbene sì, è così. Vivo da mia sorella, a casa di mio cognato, e dei miei nipoti. E' stato tutto un precipitare di eventi. Prima ho mollato la polizia. Poi la famiglia. All'inizio avevo preso un buco in via Ozegna, sempre in Barriera, una specie di soffitta fuori norma di trenta metri quadrati. D'estate sudavo talmente tanto che potevo sentir eil tonfo delle gocce sul pavimento.[..]Mia sorella Paola, che mi vuole bene senza che io abbia capito perché, mi ha offerto un letto da loro, «fino a quando ti rimetti in carreggiata». Allora era inconta di Giada: la stanza della bambina era già pronta, le ho detto grazie ma no, non avrebbero avuto spazio sufficiente per un'altra persona. «Macché. Te ne starai un po' in camera con Alfredo, gliel'ho già detto, è felicissimo».
E pensare che era entrato in polizia
per somigliare al padre, poliziotto anche lui, temuto e rispettato
nel quartiere:
Ho picchiato ragazzi dell'età di Alfredo per ottenere informazioni.Ho intascato soldi per guardare dall'altra parte.Ho insabbiato casi, fatto sparire delle prove.Ho acquistato una partita di droga che avrei voluto rivendere per arricchirmi.Tutto questo e altro è avvenuto qui dove sto guidando stanotte - Barriera è il mio cuore nero.
Una mattina riceve
un nuovo incarico da Mohamed, il padrone dell'ufficio diciamo: dovrà
aiutare Driss, figlio di un suo amico, finito nei guai per un debito
contratto con la mafia albanese, andando a mercanteggiare una
dilazione dei termini con Oskar, il capo della banda, a sua volta
sotto la protezione della famiglia Manduri. Ndrangheta italiana.
Manduri è il capo della 'ndrangheta di questa parte di Torino. La sua famiglia si è trasferita in zona negli anni Sessanta, ha scalzato le piccole bande locali a suon di proiettili, si è inserita stabilmente nei gangli del potere cittadino. Se dici criminalità organizzata, a Torino, stai parlando di loro. Lui è il rampollo, l'erede, l'ultimo dei sanguinari e il primo ad aver guardato alla politica e alla finanza con l'intelligenza e la forza di uno scalatore. Ora osserva tutti dall'alto.Quand'ero in polizia l'ho prima osteggiato - con scarsi risultati - poi ho mollato la presa e ho cominciato a guardare dall'altra parte; in cambio ho incassato i suoi bonus fedeltà.
Non è una missione
facile, c'è il rischio che qualche scagnozzo perda la pazienza e gli
pianti una coltellata addosso. Ma Contrera non è uno che si ferma di
fronte a queste paure: va a trovare Oskar nel suo locale, la Stella
Notturna, dove la clientela viene allietata da giovani ragazze in
vendita.
Dove il nostro
investigatore diventa testimone del delitto proprio di Oskar, che
trova morto nel suo ufficio dopo che qualcuno ha staccato la luce.
Del delitto viene
subito accusato Driss, per due ragioni: è stato visto allontanarsi
dal locale e poi il coltello piantato nel petto del boss è il suo,
di Driss.
Aiutare Driss vuol
dire una sola cosa: scoprire chi ha veramente ammazzato l'ex boss
della mala, il cui vuoto di potere è stato subito riempito dalla
fidanzata.
Ma questa è una
indagine che da fastidio a tanti: tutti quelli che trovano in Driss
un comodo capro espiatorio per l'omicidio.
La ndrangheta per
esempio, che non vuole troppa polizia che fa indagini veramente
(senza insabbiare le inchieste).
I compari di Oskar.
La polizia ovvero i
suoi ex colleghi che oggi lo vedono come il fumo negli occhi: specie
il capo della omicidi, il vice Questore De Falco.
Mi hanno bruciato la macchina, puntato una pistola in faccia, minacciato, tentato di fregarmi. Però devo restare calmo, cercare Driss, scoprire se è colpevole e, nel caso non lo fosse, restituirlo a Mohamed e alla sua comunità. Ne va della mia reputazione d'investigatore privato: se sgarro mi gioco tutti i potenziali clienti musulmani del quartiere.
Ma, ripeto, per uno
nato e cresciuto qui, in questo quartiere, non ci si ferma davanti a
qualche minaccia: da dove partire allora?
Da uno strano giro
di scommesse fatto da Driss e per cui si è indebitato in quel modo
assurdo, arrivando a chiedere soldi perfino alla mala albanese.
Dal giro di
prostituzione dentro il locale di Oskar: c'era qualcuno che avrebbe
fatto volentieri la pelle al boss?
Saranno giorni
difficili per Contrera: nevica per le strade di Torino, fa freddo e
deve muoversi con quella logora giacca militare. La ex moglie lo
cerca per un problema con la figlia, cresciuta male per il troppo
astio respirato tra i suoi due genitori.
Il cognato, che a
differenza di lui ha un lavoro stabile, lo vorrebbe cacciare di casa.
Perché Contrera è lo zio preferito dei due nipoti.
E poi c'è Erica,
un'impiegata di un'agenzia di scommesse con cui inizia una relazione,
una cosa un pelino complicata quando non si ha un auto né una casa.
Riuscirà a trovare Driss in tempo
prima che qualcuno lo ammazzi per mettere fine a queste indagini?
Riuscirà egli stesso a non finire
accoppato?
Lo scopriremo solo alla fine, dopo una
serie di incredibili colpi di scena (risolti anche grazie ad una
citazione di Faulkner (“il passato non muore mai”), in cui tutte
le cose troveranno un nuovo equilibrio.
La verità verrà più o meno a galla:
la verità e non la giustizia
Il tempo di mio padre è finito. Marcito, diventato polvere.La verità non ha più nulla a che vedere con la giustizia. Sono due linee sparate nello spazio in direzioni divergenti, non s'incontreranno più. E chissà se si sono mai incontrate.
In questo ottimo
esordio, Christian Frascella mescola umorismo, noir, commedia
all'italiana per un racconto che è soprattutto un ritratto impietoso
(ma non banale, non con luoghi comuni) della periferia torinese.
Una babele di un
mondo pieno di contraddizioni, tensioni, criminalità più o meno
organizzata.
Ma anche di gente
che si preoccupa delle persone della sua comunità.
Il tutto raccontato
in prima persona da questo personaggio, che spero rincontreremo
presto in una nuova indagine: personaggio in cui ritroverete un
pizzico di Lansdale coi suoi Hap e Leonard, il cinismo di Rocco
Schiavone di Manzini, l'umorismo di De Silva col suo avvocato
Malinconico.
Il blog dell'autore
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