A che punto è la ricostruzione dell'Aquila?
Iacona si è posto la domanda e la risposta data dalla trasmissione la racconta lunga sui presunti miracoli governativi, sulla vicinanza al popolo, sul mantenere le promesse.
Non esistono cantieri aperti nel contro storico; non esistono ordinanze comunali per rimuovere le macerie. Gli unici cantieri servono a puntellare i palazzi (perchè più si aspetta a ricostruire più sarà difficile).
Due architetti che accompagnavano il giornalista spiegavano come per alzune zone, si potrebbe partire subito con la messa in sicurezza e far tornare così la vita e la gente.
Delle 2700 attività commerciali, nessuna è riaperta e non esiste nemmeno qui un piano di aiuto.
Come per le persone, anche alcune imprese si sono trasferite, forse per sempre, in altri posti.
Come a Bazzano, a 15 km dal centro, nelle "case di Berlusconi" dove le persone vivono (lontano dalle luci dei telegionali luce) un doppio trauma: "si percepisce che è tutto risolto, ma per noi è un doppio trauma, perchè siamo lontani dal centro, senza punti di riferimento, senza gli amici". Come in una clinica.
E i soldi per la ricostruzione?
Legati alla lotta all'evasione, alle lotterie. Possiamo mettere il futuro di una intera popolazione nelle mani della fortuna?
Il Cipe ha stanziato un miliardo, ma 750 milioni sono stati spesi per il progetto delle 19 "new town".
Per le case dei privati, i rimanenti 300 milioni.
Le C.A.S.E. di Berlusconi.
Dovevano essere 19, ne sono pronte 14 e i lavori (il servizio era di fine ottobre) sono indietro (1300 case consegnate su 4500).
Ospiteranno 17000 persone: al momento del servizio, 1499 erano ancora in tenda e gli altri terremotati sono ospiti in alberghi o si sono arrangiati con altri mezzi.
La scelta di quel progetto era la migliore?
Col senno di poi, forse no.
Il costo delle costruzioni è stato di 2500 euro/m quadro, costi aumentati per l'emergenza.
Parola del dottor Dino D'Antonio della Imar (società esclusa dagli appalti), che aveva proposto una soluzione alternativa alle piattaforme antisismiche.
Soluzione che aveva un -40% di spese.
Col progetto delle new town, si è data la risposta senza tenere in considerazione tutte le esigenze dei comuni e delle persone: le new town sono costruite in deroga ai piani regolatori, ai vincoli paesaggistici, lontano dai comuni, spesso senza servizi e strade.
I costi di gestione, ancora non sono stati messi a bilanzio.
Se si fosse puntato veramente a far ricostruire l'Aquila, si poteva puntare su una soluzione più economica, come le case prefabbricate in legno.
Ma forse, l'effetto scenico e i guadagni di tutte le imprese dietro gli appalti, sarebbe venuto meno.
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