La rosa bianca, Sophie Sholl
Il film del regista tedesco Marc Rothemund racconta dell'arresto e del processo subito dai fratelli Hans e Sophie Scholl, nella germania nazista.
Due giovani patrioti, membri della Rosa bianca, compresero come il regime nazista stesse portando il popolo tedesco alla rovina, con l'oppressione delle libertà, con la guerra.
Furono arrestati in università mentre distribuivano volantini, il 18 febbraio 1943.
Interrogato dalla Gestapo, subirono un processo farsa, di fronte al "giudice del popolo" (quante volte si sente ripetere nelle dittature la parola popolo?) Roland Freisler.
Furono uccisi, perchè nemici del popolo, perchè avevano instillato notizie atte a demoralizzare i soldati, per alto tradimento, il 22 febbraio. 5 giorni dopo.
Loro sono morti: le loro idee, no. Continuano ad essere splendide, eroiche, putroppo attuali.
Libertà, onestà, libera circolazione delle idee, una giustizia uguale per tutti.
Il momento più alto del film è l'interrogatorio di Sophie da parte dell'ufficiale Mohr.
Dopo un iniziale tentativo di negare di essere dietro ai volantini, si lancia in un duello con l'inquirente, sul tema delle leggi e sulla coscienza da rispettare.
Il monito di Hans Sholl, alla lettura della sentenza di morte, riecheggia nell'aula: "oggi impiccate me, domani toccherà a voi".
E la maledizione e l'anatema che tocca ad ogni regime, o democrazia populista: quando si impedisce alle persone di professare le proprie idee e, anzi, proprio per queste si viene ritenuto nemico del popolo, viene impedita una vita in piena libertà, addirittura la prigionia e la morte, ebbene quel sangue ricadrà come un contrappasso, sulle tante marionette del regime.
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La scheda del film su imdb.
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