01 febbraio 2010

Presa diretta - Casedapazzi

La nuova serie di Presa Diretta inizia affrontando il tema del fabbisogno delle case popolari in Italia, per famiglie con uno stipendio nomrmale, per gli stupendi fuorisede, per gli immigrati che senza una casa a norma (grazie alle norme della Lega) rischiano l'espulsione.
Fabbisogno che nasce dall'assenza di vere politiche abitative, dove si delega al mercato il prezzo delle case, dove gran parte degli affitti (specie nelle grandi città urbane, con università che attirano giovani da fuori) sono senza contratto e alimentamo un circuito sommerso:
Il 40% del mercato è in nero.
Il giro d'affari per gli affitti in nero è stimato in 3,800 miliardi di euro all'anno, che sfuggono all'agenzia dell'entrate. Con quei soldi si potevano fare tutte le politiche abitative necessarie, si potevano calmierare i prezzi.

E si sarebbero evitate le scene di sgombri: come a Roma, a via Pincherle. Con le case vendute da Fata Assicurazioni al signor Giacomazzi, che a sua volta le ha vendute a terzi.
Col risultato che i nuovi padroni han imposto immediatamente agli affituari un prezzo in linea col mercato: da 270 euro a 700 euro.
Alcune famiglie hanno dovuto stipulare un mutuo a 30 anni, impegnando il 65% dello stipendio in ingresso.
Per un appartamento vecchio, con le crepe nelle fondamenta, con le canne fumarie con l'Eternit.
Altre famiglie hanno iniziato a cercare casa.
La maggior parte si è riunita in un comitato: "Pincherle ovunque".

Ma sono solo uno dei casi raccontati nel servizio: all'Hotel La Mela, vuoto da anni e di proprietà di Danilo Coppola, erano accampate 80 famiglie. Il prefetto di Roma ne decise lo sgombero.

Dove sono andate queste famiglie?
Altri sgombero raccontato quello dei padiglioni dell'ex ospedale Regina Elena: 260 famiglie sgomberate il 1 settembre 2009. Famiglie che si sono poi accampate poi nella piazza del Campidoglio, in piazza della Patria, in attesa di una risposta da parte del comune e del Prefetto.

E la risposta è trasferle in vecchi capannoni di proprietà del Vaticano (tramite l'Arciconfraternita): con una spesa di 40 euro a famiglia, il comune di Roma spende 1200 euro al mese, per famiglia.
Farebbe meglio, visto il luogo fatiscente scelto, a darle direttamente alle persone.
Lo sgombero è costato alla collettività 5,4 milioni di euro.

E' questa la soluzione migliore?
No: ne parlava Iacona nell'intervista a Che tempo che fa.
In Francia, a Parigi, il più grande possessore di case è il comune, che acquista vecchi palazzi, li ristruttura e poi li concede ad affitti "sociali". In Francia, ma anche a Roma ci si sta muovendo in questa direzione (tramite il lavoro degli architetti Sotgia e Martini), non si spendono soldi per spostare famigile da luoghi fatiscenti ad altri, stipulando accordi per affittare casa dai palazzinari.
E' un affare per il comune, e per le famiglie.
Di certo non per i palazzinari e tutte le persone che speculano sull'emergenza abitativa.

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