24 ottobre 2010

Le regole del formicaio di Salvo Barone

Un uomo assiste al suicidio di un signore, alla fermata della metropolitana di Lotto a Milano. Un suicidio come, purtroppo, ne avvengono tanti: ma qualcosa nello sguardo di quel signore, che sapeva di star vivendo gli ultimi istanti della sua vita, lo colpisce .
Forse perchè l'uomo è anche un poliziotto, un commissario appena trasferito da Como, capace di guardare dentro le persone con cui si trova di fronte, forse perchè coglie un messaggio di scuse, dietro quel gesto:
"Come si fa, pensava, a decodificare lo sguardo sul volto di un uomo in presa ad una sorta di trance autodistruttiva? Chi può dire se ci sia dentro un messaggio da interpretare?
Ma Sorigu non lo guardava più, si era addentrato nella fitta vegetazione del suo soliloquio e sembrava non trovare una via d'uscita".
pag 53
Nello stesso giorno, in una Milano già caotica per una manifestazione di precari, una rapina (molto spettacolare) in centro getta la città nel caos del traffico (per le sirene delle volanti e per le ambulanze). Caos e confusione che vengono amplificati perchè il momento particolare che vive il paese in quel momento: il vecchio governo si è sciolto e le elezioni si combattono nel segno delle due parole, sicurezza e tolleranza zero.

Potrebbe finire tutto lì, solo con lo spavento per la brutta emozione provata. Ma il commissario Efisio Sorigu prosegue in una sua indagine all'inizio solo personale. Qualcosa non torna: per esempio un generoso assegno che la figlia della vittima riceve da parte di un'azienda presso cui il padre lavorava, la Himago.
Per esempio, e non si dimostrerà un caso, un altro episodio di suicidio (questa volta sulla linea verde), cui segue una spettacolare rapina (che per una serie di disguidi nelle comunicazioni porta nuovamente la città nel caos). E, ancora, un assegno ricevuto dalla vedova del morto da parte della stessa società Himago. Achce titolo? E perchè questa cifra?

No, Efisio, non molla l'osso. Inizia, assieme all'ispettore Ballabio (con cui inizia a confidarsi), una sua indagine.
Chi si nasconde dietro questa azienda? Cosa lega queste due persone, Alberto Sarto e Gianni Nicodemi? Esiste un legame tra rapine e suicidi, e perchè?
"Sarto e Nicodemi gli sembravano il frutto di uno stesso spaccato di vita reale, erano stati impegnati nel lavoro in maniera attiva e vissuto una normale vita familiare. Due persone come tante."
pagina 123
Non è che manca il lavoro al commissariato: poichè siamo a Milano, la criminalità può presentarsi con tante facce. Sia con quella dell'immigrato, ma anche con quella del colletto bianco, con tanti soldi in tasca. C'è appunto una brutta storia di estorsione e riciclaggio di denaro, che coinvolge due commercialisti milanesi, che stanno rilevando le licenze di alcune strutture commerciali nel quartiere. Comprano le licenze ai vecchi proprietari, diventandone padroni di fatto, ma li lasciano al loro posto.
Anche questa è una indagine difficile: perchè i baristi, i proprietari di negozi non parlano dei nuovi padroni:
"- Gente che negli anni settanta ha fatto tanti soldi con pochi scrupoli e che adesso si è data una mano di onorata rispettabilità grazie alla disponibilità di certi assessori comunali. Insomma capi diventati immobiliaristi. Aree edificabili bloccate da anni che poi, magicamente hanno trovato la strada giusta per l'assegnazione di congrue volumetrie.
- Rilevate a due lire e rivendute.
- Non sempre. ci si guadagna di più costruendo abitazioni, capannoni e centro commerciali. Possono andare anche bene per ospitare attività di copertura. Materiali per l'edilizia, arredamenti, abbigliamento.."
pag 96
A cosa può portare un'indagine come questa? A mettere assieme tanti piccoli fatti, apparentemente scollegati: due suicidi, un città in preda della confusione (e un altro dalle analoghe modalità nella capitale; inconfusione anche per le rapine, portate a termine non per fare soldi, ma come se il vero scopo fosse quello di far parlare di se.
Una società, la Himago, che apparentemente si occupa di eventi, di cui nessuno sa niente, con alti volumi di affari ma una sede piccola. Le elezioni imminenti che si giocano attorno a Patria-Dio-Famiglia.

Qualcosa che fa paura, che si è già vista all'opera in Italia. Una struttura superiore allo stato che considera i cittadini, come piccole formiche.
- Lei fa riferimento ancora ad una struttura primitiva, corporativa, statica. Ha mai osservato un formicaio? Può essere uno spettacolo molto istruttivo. Si accorgerebbe che il punto di osservazione da tenere è quello generale. Capirne il funzionamento le azioni le strategie, senza perdersi nel dettaglio. Certamente esiste un ordine ben preciso nei movimenti delle singole formiche sul piccolo territorio che occupano. Scavano tunnel, trasportano semi da immagazzinare, cooperano. La forza dell'azione sociale di quella comunità sta nella capacità operativa della sintesi, la capacità di imporsi a tutte le formichine dle territorio. Per un fine di utilità comune. Ciò che lei chiama Legge o magari Governo, altro non è che una sovrastruttura successiva. I sensi di marcia che le formiche devono rispettare, la disciplina implicita dei membri della comunità. La cooperazione e la collaborazione. Ha capito cosa intendo dire?

Molto amaro, questo secondo romanzo (primo per Todaro) di Salvo Barone, ma anche molto realistico, per la conoscenza della realtà criminale milanese, per l'assenza dei tanti clichè che gli scrittori appiccicano addosso al personaggio dell'investigatore. Seguirò con piacere i prossimi casi del commissario Efisio Sorigu e del commissariato di zona Fiera.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo, profonde riflessioni sulle sensazioni umane, dimensioni di vita quotidiana sotto gli occhi di tutti e tutti i giorni, ma rese invisibili dalla fretta. Finalmente non il solito fuoco di paglia che divampa frettoloso ma non scalda, questo libro è come un caminetto caricato a quercia o faggio stagionato, lento, scoppiettante e che riscalda emozioni, riflessioni e profondità inesplorate. Penso che lo rileggerò, con calma. Perchè i piatti dagli aromi complessi vanno gustati e rigustati, ed ogni volta ci offrono nuove emozioni. Vivamente consigliato per chi vuole osservare il formicaio e non esserne parte