Lettera aperta di Tiziana Ragni (separata) a monsignor Fisichella, dopo le giustificazioni alla bestemmia di Berluscon ("serve contestualizzare.. "):
Dunque, caro monsignore, le riassumo ciò che lei ben sa: per me, da quel momento, niente più partecipazione ai sacramenti. A messa, si, ci posso andare ma la comunione no, non la posso più fare. Non posso più essere madrina di battesimi e cresime, né testimone ai matrimoni. Io sto fuori dalla porta. Posso sbirciare. E vi ringrazio. Ma non posso partecipare.
Ora però accade che un altro ex facente parte della stessa comunità ecclesiale, ugualmente separato, sia pubblicamente incline al turpiloquio e alla bestemmia, contestualizzata nell’ambito di una contestuale barzelletta sull’Olocausto, vada in giro vantandosi di cambiare una ragazza al giorno e non perda occasione per offendere le donne ed esaltare la pratica della promiscuità. Soprassiedo per carità di patria su tutto il resto. Questo signore, pensi a volte come è contestualizzata la vita, può fare – e la fa – la comunione. Io no.
Però sa una cosa, monsignore? Ora che ci penso, io non vorrei mai far parte di un club che annoverasse tra i suoi soci un signore del genere. Mi stupisce, e molto, che ci si trovi a suo agio Lei.
Ma questo è un problema suo. Che, ne sono certa, saprà adeguatamente contestualizzare.
E non è solo la bestemmia e la condizione di divorziato ad essere incompatibile con la Chiesa.
Come ha ricordato il papa a Palermo (davanti ad Alfano e a Schifani) "La mafia e' una strada di morte incompatibile col Vangelo".
Verrà prima o poi, il giorno del giudizio.
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