Lo scambio fra Sallusti e De Gregorio durante In onda su La7 .
De Gregorio: “Da me non ci sono segugi...”Sallusti: “Ma un giornalista ce lo avrà...”De Gregorio: “Ma non li uso...”Sallusti: “Non usa i giornalisti?!”De Gregorio: “Non scatenandoli come cani”Sallusti: “Ma nei giornali ci sono anche delle oche, a me sembra che stasera lei stia facendo la figura delle oche”De Gregorio: “Un lessico che riguarda le donne penoso”Sallusti: “A me sembra una gallina...”, conclude la discussione, da vero cavaliere, il direttore del Giornale.
Nel corso della stessa trasmissione i due direttori si sono beccati anche sui rispettivi editori, con Concita De Gregorio che accusava il Giornale di essere al soldo del premier Silvio Berlusconi e con Sallusti sicuro che l’Unità fosse il quotidiano del Pd.
Al che la direttrice ha risposto: “Abbiamo un solo editore, Renato Soru”.
Sallusti, allora, ha spostato la discussione sotto le lenzuola:
“Il suo è il giornale del Pd, infatti lei fa inchieste sulle notti di Berlusconi con ragazze maggiorenni e vaccinate, ma non sulle notti di Fassino”.
[Il fatto quotidiano]
A prescindere dalla qualità dello scambio, tremo al pensieri dell'esistenza di un dossier anche sulle notti dell'ex segretario?
A prescindere dalla qualità dello scambio, tremo al pensieri dell'esistenza di un dossier anche sulle notti dell'ex segretario?
Il direttore dell'Unità risponde alla questione dei finanziamenti pubblici:
Il finanziamento pubblico, nel nostro paese, è erogato dal Parlamento, non dal governo, ed è un bastione democratico che serve a riequilibrare le eventuali pressioni di gruppi di potere che volessero strangolare un giornale scomodo facendo leva sulla raccolta pubblicitaria. Proprio quello che accade a noi. Il riequilibrio (tra l'altro parziale, erogato in una quota minima rispetto ai costi anche solo della carta) avviene in una situazione del mercato pubblicitario resa totalmente anomala dal fatto che l'editore più importante (più potente verso gli inserzionisti) è anche il capo del governo. Silvio Berlusconi più volte ha invitato gli imprenditori a non dare pubblicità ai «giornali disfattisti»: cioè a quelli che, come l'Unità, denunciano i suoi abusi.Gli inserzionisti pubblicitari in un paese normale fanno i loro investimenti a partire da dati oggettivi. Quello, per esempio, della readership: quanti lettori ha un quotidiano. Bene, un esempio che illumina: secondo gli ultimi dati dell'Audipress l'Unità ha 389.000 lettori, Libero - che pure, in quanto edito da una Fondazione, gode del finanziamento pubblico - ne ha 379.000.Ma, quanto alla raccolta pubblicitaria, Libero - evidentemente non un nemico per questo governo - raccoglie una cifra di dieci volte superiore alla nostra. A Berlusconi dunque hanno ubbidito in molti. Imprenditori privati e pubblici. Ecco dunque a cosa serve il finanziamento dei gruppi parlamentari.
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