13 ottobre 2010

Traditori, il farsi una nazione


Sto leggendo l'ultimo libro di Giancarlo De Cataldo, Traditori.
Un libro che è anche una sfida: sia per l'autore (che affronta un periodo storico poco studiato a poco approfondito, ma sufficientemente vicino per non poter essere epicizzato), sia per chi lo legge.

Perchè una cosa è sicura: pagina dopo pagina, cambia la visione che ci si è costruiti dei grandi eroi risorgimentali, di cosa siano statele guerre di Indipendenza del Risorgimento e i moti riviluzionari. Chi erano e cosa pensavano questi giovani, pazzi, idealisti che han lottato, tradito, ucciso e sono morti per una Italia libera e unita.
Da Milano alla Calabria. Dalla Sicilia (dove già era ben radicata la mafia), a Roma (dove il sogno della rivoluzione repubblicana si infranse contro l'esercito francese), fino a Londra (culla degli esuli mazziniani).

Cambia, leggendo le storie che si intrecciano nel libro (e i complotti, e le trame segrete), la concezione di terrorista e di chi attenta all'ordine costituito, e questo e un aspetto che andrà poi approfondito.
Chi sono i terroristi? E' un aspetto che si ripete spesso nella storia: per gli inglesi erano gli americani i ribelli. O gli israeliani, quando compivano attentati per rivendicare la terra di Israele.
Lo stesso valeva per gli italiani che intendevano creare una repubblica unita per un paese libero. Dagli austriaci, dai francesi, dai preti.

Il Mazzini che teorizza il regicidio e la sovversione delle monarchie è più terrorista di chi tollerava una società come quella ottocentesca?
Ovvero poveri da una parte (tra cui anche molti immigrati italiani sfruttati per la prostituzione, per l'accattonaggio .. ) e un'aristocrazia annoiata e piena di vizi, liberale con i propri simili, ma non incline ad allargare diritti ad altri (le donne, per esempio).
Una società dove era ancora tollerata la schiavitù, la pena di morte, il pregiudizio verso gli ebrei, le donne ...

Un mondo diverso, in cui covavano forti risentimenti dei giovani contri i vecchi: i giovani rivoluzionari che vedevano in Mazzini il maestro, le giovani donne, persino i giovani uomini della onorata società che scalpitavano contro i vecchi don.
In mezzo la rivoluzione che contrapponeva i liberali contro gli aristocratici. E i re, e i dignitari di corte, e le loro parrucche.

Al risorgimento sono state dedicate piazze e strade: noi oggi ne abbiamo una visione statica, eppure la storia del nostro '800 è una storia viva, piena di personaggi, passioni e ideali.
Nel romanzo "Traditori" si racconta appunto del farsi di una nazione: si parla di eroi annidati nei traditori e viceversa. Eroi, traditi e sconfitti dalla storia e anche dei traditori e spie, venduti per convenienza, opportunità, soldi. Vincitori e vinti.
Tra i grandissimi perdenti dell'unità ci sono stati i mazziniani: i combattenti dall'animo più puro, che furono anche una minoranza.

Oggi si è persa l'etica del Risorgimento, perchè questa è stata sommersa dalla retorica: sia quella del fascismo, sia quella dell'anti-unitarietà.
Nel fascismo la retorica mostrava gli eroi erano tutti splendidi senza zone d'ombra.
La seconda retorica è quella anti-unitaria dei borboni della Lega. Anche quella è sbagliata: il risorgimento fu un periodo di passioni e ideali giovanili.
I giovani appunti: Mazzini inizia a tramare per l'unità a 16 anni; portò il vestito nero per il lutto dell'occupazione della sua patria. Morì vestito di nero. Garibaldi era già condannato a morte a 22 anni.

Chi era Mazzini? Era, per i giovani, il maestro: un terrorisdta per le polizie di mezza Europa. Progettava anche grazie all'uso del regicidio l'abbattimento dell'ordine costituito.

La storia di ieri e l'Italia di oggi: il libro sembra tratto dalla cronaca di oggi. Dossieraggio, diffusione di notizie false per screditare l'avversario, il cospiratore a fianco dell'eroe che combatte per i suoi ideali.
Il bene e il male.

La nostra storia e la mafia.
Scena iniziale: l'affiliazione di Don Salvo alla mafia ("la società"). Nel patto fondativo dell'unità d'Italia c'è un rapporto tra i patrioti e i mafiosi. Un patto che ci trsaciniamo fino a doggi.
Nel 1860 il prefetto di Napoli concede l'amnistia ai camorristi che hanno contrastato Garibaldi. Ma poi questi camorristi vengono spazzati via, perchè non riescono a trovare un accordo con la classe dirigente.

La lingua comune.
Nel libro si sentono persone che parlano diversi dialetti: l'assenza di un linguaggio comune diventa un fattore di chiusura, perchè impedisce ad esempio, al sardo e al calabrese di capirsi.

L'ordine costituito.
All'unità nazionale si è arrivati grazie al fervore politico e rivoluzionario, portato avanti da questi ragazzi europei; irlandesi, italiani, polacchi, tedeschi. Quella gioventù che si ritrovava a vivere in un mondo dominato dai parrucconi.
Un mondo dominato da un ordine vecchio, di padri vecchi ma avvinghiati al potere e che dunque veniva percepito come insopportabile.

I 150 anni.
Serve l'anniversario dei 150 anni dall'unità per parlare dell'epica del Risrgimento, e anche delle questioni irrisolte dall'unità.
I temi sono ancora oggi attuali: questione meridionale, banditismo. Studiando il nostro Risrgimento si ha l'occasione di scoprire che esiste un'Italia migliore, anche se è stata a volte perdente.


Padri contro figli: un passo del libro in cui la figlia di un nobile inglese (discendente di una famiglia di corsari) viene criticata dal padre per il so impegno nelle scuole dove si insegna l'inglese ai bambini italiani
- Iniziative simili rischiano di minare alla base la nostra civiltà, Violet. E fanno soffrire la nostra economia.
Lady Violet avvampò.
- Non ti sembra di esagerare?
- Quei bambini che tu vuoi sottrarre al loro destino naturale ..
- Destino naturale? Quale destino naturale? Quello di essere venduti come schiavi da famiglie in miseria a un mercante di carne umana, sbattuti sulla strada a suonare il flauto e a far ballare un topo?
- Questa è solo l'apparenza del fenomeno. Ho parlato con persone più informate di tre e di me, sicuramente immuni alla propaganda del tuo Mazzini, e posso dirti che la maggior parte dei quei piccoli italiani trova impiego dignitoso nelle nostre fabbriche e nelle tintorie.
- Fabbriche, tintorie .. Ma ci sei mai stato in uno di quei posti, padre? Hai mai visto in che modo vengono trattati quei bambini? Senza luce nè acqua per lavarsi, con sorvegianti che li frustano, ammalati di tubercolosi, costretti a dormire in venti in tuguri infami. Non posso credere che tu ...
- Una nazione esige grandi sacrifici, a volte.
- No. Ti mi stati dicendo che una grande nazione esige schiavi. E' una cosa diversa.
- Non possiamo essere tutti dottori, Violet. Se fossimo tutti dottori, chi manderebbe avanti le fabbriche, chi coltiverebbe i campi, chi ..
- Lady Violet si sciolse dalla stretta del padre. Un gesto secco, indispettito, inusuale per lei. Il lord la fissò, uno sguardo di stupore e di orgoglio ferito.
- Violet ti proibisco di andare in quella scuola!
Lady Violet sentì di essere prossima a varcare una frontiera. Una linea di non ritorno. Non erano mancati i contrasti con il padre e con il suo mondo. Mai, però, in forma così esplicita. Che cosa sarebbe accaduto se avesse davvero oltrepassato quella linea?
Traditori - pagine 60-61

Ma si può fare un parallelo fra i metodi di Mazzini e il terrorismo dei tempi nostri?
«Mazzini non fu mai un terrorista. Era un tirannicida. Il terrorismo indiscriminato, volto a seminare paura, gli era profondamente estraneo. È sempre stato, al contrario, uno strumento del potere. Nell'attentato bombarolo di Orsini a Napoleone III, che non uccise il tiranno ma provocò otto morti e centoquaranta feriti, Mazzini non c'entra nulla. Si sospetta invece che c'entrasse molto il futuro presidente del consiglio Francesco Crispi e si sa che Cavour diede soldi a Orsini e al suo gruppo».

Il vero aspetto criminale nel Risorgimento è un altro ed è un filo rosso che ritorna in tutte le svolte della storia d'Italia, dallo sbarco dei Mille a quello degli americani, dalla svolta autoritaria di Crispi al fascismo, dalle bombe di Portella a quelle che segnano la fine della prima repubblica e l'inizio della seconda. È il ruolo della mafia.
«Le mafie. Qui ci sono tutte. 'Ndrangheta, mafia, camorra. Stanno sempre con chi vincerà e lo capiscono prima. È il patto fondante di ogni potere. Il Sud e la Sicilia in particolare sono il laboratorio del compromesso, ieri come oggi e, temo, domani».

Sullo sfondo, una disunità che viene da lontano, siamo l'unico paese d'Europa incapace di ridurre lo squilibrio all'interno. A parte Cecoslovacchia e Jugoslavia, che infatti non esistono più. Nord e Sud rimangono da noi due entità estranee, che non si capiscono.
«Ed è un'incomprensione che precipita nella ferocia delle repressioni disumane dei piemontesi dopo l'unità, nella barbarie dello sterminio con l'alibi della lotta al brigantaggio. Ma questo non significa che il Sud campasse meglio sotto i Borboni. Una certa retorica meridionalista è speculare al Roma ladrona della Lega».

Il link per ordinare il libro su ibs.

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