Anche Gelli critica il comportamento di B. (per quanto poi, le critiche di questo signore si debbano prendere con le molle):
Alla domanda su che cosa sia cambiato nei loro rapporti, replica:
“E’ venuto meno rispetto a quei principi che noi pensavamo lui avesse. E ricordi che l’ho avuto per sette anni nella loggia, quindi credo di conoscerlo. L’ho anche aiutato, quando ho potuto”.
“E’ venuto meno rispetto a quei principi che noi pensavamo lui avesse. E ricordi che l’ho avuto per sette anni nella loggia, quindi credo di conoscerlo. L’ho anche aiutato, quando ho potuto”.
Berlusconi ha deluso il Gran maestro. Come mai?
“Ma pensi anche questo puttanaio delle ultime settimane – risponde Gelli -. Sia chiaro, è vero che può fare ciò che gli pare e piace, come e quanto vuole, ma bisogna anche avere la capacità di ‘saperlo fare’, e poi esiste pur sempre un limite. Invece lui continua. Ha prima disfatto la famiglia, ora sta disfacendo l’Italia. Ma nessuno gli dice nulla.
Ha commesso un reato? Se è vero ciò che gli viene attribuito (e credo che almeno in parte sia vero), allora sì: non avrebbe dovuto farlo, o, quantomeno, avrebbe dovuto utilizzare sistemi più riservati”.
Insomma, in Italia si fa ma non si dice.
Forse Gelli si dimentica che se in Italia nessuno gli dice nulla è anche merito del controllo dell'informazione, cosa che Gelli dovrebbe sapere (e anche del fatto di avere un parlamento di nominato).
Forse Gelli si dimentica che se in Italia nessuno gli dice nulla è anche merito del controllo dell'informazione, cosa che Gelli dovrebbe sapere (e anche del fatto di avere un parlamento di nominato).
Mi interessa anche sottolineare un'altra cosa: la dichiarazione di questa mattina
Siamo in una democrazia - ha aggiunto il premier riferendosi al Ruby-gate - non in uno stato di Polizia
Strano: parlava alla stessa maggioranza di cui alcuni membri, nel mese passato, chiedevano gli arresti preventivi degli studenti che manifestavano contro la riforma Gelmini.
Proprio in una democrazia dove esiste una magistratura indipendente (e a cui sono dati i mezzi), non esiste uno stato di polizia.
Interessante poi, la storia della scorta revocata a Giulio Cavalli, dal prefetto di Lodi:
Il 18 gennaio il consigliere regionale Idv riceve la comunicazione. "Non è più esposto" via la sorveglianza che gli viene restituita due giorni dopo. Nel frattempo il dg dell'Asl, amico dei boss, nomina direttore sanitario Giovanni Materia, marito di Peg Strano prefetto di Lodi
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