11 dicembre 2011

Il rischio di rivolte sociali

A cosa si saranno riferiti i servizi americani e il Pentagono, quando parlano di rischio di rivolte in Europa (dunque anche da noi)?


Alla bomba scoppiata nella sede di Equitalia ?

Ai cuccettisti che lavoravano con Trenitalia, che sono rimasti senza lavoro? Quelli che si sono arrampicati sulle torri, sono andati sotto il Quirinale per avere delle risposte, per cercare un minimo di visibilità?

Ai pensionati, a quelli in cassa integrazione, quelli senza lavoro o quelli che un lavoro perfino ce l'hanno .. ma non basta, che dovranno salvare il paese dalla catastrofe con l'ICI, la benzina, le pensioni?

Alle morti in carcere e alle rivolte (come ad Ancona) che rischiano di scoppiare per le condizioni inumane delle nostre carceri?

All'assalto del campo Rom a Torino, dopo che una ragazza aveva denunciato lo stupro da parte di un immigrato (per poi ritrattare)?

O forse alla rivolta dei parlamentari, contrari ai tagli del loro onorevole stipendio e delle loro pensioni? Se ventimila euro vi sembrano troppi ....



Sapete alla fine, quale è la loro vera preoccupazione (del Pentagono)?
Ma non è tutto perché l’ultimo elemento di preoccupazione citato da Dempsey [generale della Difesa ] è in realtà il più concreto: la sorte del programma F-35 ovvero il Joint Strike Fighter progettato per diventare l’aereo del XXI secolo per l’Alleanza atlantica. Si tratta del programma più costoso intrapreso dal Pentagono, la cui realizzazione è in corso in più località di Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia nell’impianto piemontese di Cameri. Dempsey teme che se le difficoltà economiche dell’Eurozona aumenteranno «gli alleati potrebbero essere spinti a ricollocare altrove le risorse destinate al F-35».
Suvvia, stringiamoci le cinghie e compriamoci questi cavolo di caccia, così gli americani stanno tranquilli.
E facciamo stare tranquillo anche questo governo che non si può criticare. Perchè se lo fai ti viene risposto (come ai tempi del governo Prodi), guarda che torna B.....

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