19 dicembre 2011

Quei tabù da abbattere

Dopo il tabù delle pensioni, quello del lavoro
Andare oltre l'articolo 18, lo chiedono tutti: il ministro e, di sponda, la presidente di Confindustria
"Pensiamo che la riforma del mercato del lavoro - insiste il presidente di Confindustria - vada affrontata con molta serietà, molto pragmatismo, però vada affrontata perchè abbiamo rigidità in uscita che non hanno uguali in Europa, e, in alcuni casi, anche rigidità in entrata che penalizzano giovani e donne. Abbiamo ammortizzatori sociali che vanno rivisti in parte. Siamo quindi per una trattativa seria e pragmatica. Ci siederemo al tavolo con la volontà di lavorare e collaborare perché in una situazione come questa non ci sono più totem, non ci sono più tabù".
A parte che la riforma Ichino chiede che anche le aziende di metterarci i soldi (ed evitare i prepensionamenti, visto che dobbiamo lavorare più a lungo). Magari potremmo anche abbattere il tabù dei soldi italiani portati all'estero: un vizietto che accomuna vip, politici e imprenditori.

Come racconta il caso di Marcegaglia Ireland.
Visto che siamo sulla stessa barca, che anche i capitalisti la smettano di piangere e poi portare i soldi dove più gli conviene.

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