Nel film “Una giornata particolare”
Ettore Scola fa incontrare due persone messe ai margini dalla
società.
Due solitudini che si incontrano: Antonietta (Sophia Loren) perché è una mare di famiglia il cui unico compiti
è crescere i figli e fare da mangiare. Lui, Gabriele (Marcello Mastroianni) perché omosessuale che
non può trovare posto nel partito fascista. Che è un partito di
uomini.
Mentre fuori scoppia l'esaltazione della retorica
fascista per la visita del Fuhrer a Roma, Gabriele e Antonietta si
incontrano, si conoscono e si raccontano le loro vite.
C'è una
scena, tra le altre, che merita di essere ricordata: quando la
portiera, fascista e pure impicciona, va a bussare alla porta di
Antonietta (dove si trova anche Gabriele per prendersi un caffè) e
le consiglia di lasciar perdere il signore del terzo piano. Perché è
un disfattista.
- ma come , a me sembra una brava persona –
le risponde Antonietta
E la portiera, con l'aria di chi la sa
lunga – c'era un ladro che veniva a rubare nelle case, e ora è a
capo della milizia .. Non vuol dire che uno è una brava persona ,
quello che conta è la fedeltà al partito. No?
Il partito che, in
quegli anni di dittatura fascista, voleva dire tutto lo stato. E chi
era fuori dal partito era fuori dallo stato. Al confino. In
carcere.
Partito che si richiamava alla virilità, all'ordine,
alle radici storiche e cristiane del paese. Ma era solo la facciata,
dietro cui si nascondevano ladri, profittatori, omunculi ridicoli in
quelle divise di orbace. Padri provetti di giorno, puttanieri
incalliti di notte, come il marito di Antonietta.
Quello che
importa era la fedeltà al partito.
Ma per fortuna tutto questo è
cambiato.
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