Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
Nella storica sentenza pronunciata in tarda serata dal giudice Giorgio Di Giorgio è stata accolta la richiesta del sostituto procuratore Fabio Di Vizio di estendere anche ai committenti italiani le condanne per il reato di “rimozione e omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro” (art. 437 del codice penale) messe in atto dai terzisti cinesi.Questo perché, secondo la Procura, gli Italiani ingerivano nell’organizzazione del lavoro e della produzione dei cinesi, così come era emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Forlì. Gravi mancanze a danno dei dipendenti sfruttati che, unitamente all’evasione contributiva e previdenziale e all’uso di manodopera in nero, avevano dimezzato i costi e costretto numerosi artigiani romagnoli a licenziare gli operai sotto i colpi della concorrenza sleale.Ieri sono usciti dall’aula in otto con una condanna a un anno di reclusione con la sospensione della pena: quattro Cinesi e, questa la novità, anche quattro Italiani (Ezio Petrini, Franco Tartagni, Luciano Garoia e Silvano Billi, rispettivamente titolari della “Cosmosalotto”, “Treerre” e “Polaris”).«La sentenza ha un profilo etico-sociale», ha dichiarato il sostituto procuratore Fabio di Vizio, «Ma in questo caso è prevalso il diritto che esige la tutela effettiva delle garanzie dei lavoratori e del loro non trattabile diritto alla sicurezza».Per i fornitori italiani era più comodo sedersi sui loro salotti pregiati senza porsi troppe domande sui prezzi stracciati proposti dai cinesi e senza assumersi l’impegno anche morale nei confronti dei loro artigiani storici che negli ultimi venti anni avevano contribuito a trasformare in eccellenza il distretto del divano forlivese.
Lasciate sole dai colleghi intimoriti, dalle associazioni di categoria, dai noti marchi coinvolti, dai sindacati e dalle amministrazioni locali (risvegliati dall’indifferenza soltanto quando i riflettori della televisione si erano accesi e per costituirsi parte civile, il comune di Forlì in prima fila).
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