27 febbraio 2015

Che libito fé licito in sua legge


Nel suo viaggio nell'Inferno Dante incontra anche la regina Semiramide che, dice il poeta, fu così "rotta" al vizio, che lo rese legittimo per legge.
Che libito fé licito in sua legge.

Ecco, pensavo a questo quando ho letto l'ennesima vigliacca del governo.
Dopo l'articolo 18. Dopo la soglia del 3% per l'evasione.
E ora il decreto Ilva che permette l'interramento dei residui dei forni elettrici, nei manti stradali:

Le scorie d’acciaieria dell’Ilva di Taranto potranno essere usate in tutta Italia. Sotto le strade, nelle massicciate ferroviarie, come materiale di riempimento per le bonifiche e i recuperi ambientali. E cambierà anche la normativa di riferimento per stabilire se quegli scarti industriali sono pericolosi e inquinanti oppure no. Lo prevede un emendamento al decreto Ilva, presentato dai senatori Alessandro Maran (Pd) e Aldo Di Biagio (Fli) e già approvato in commissione lo scorso 19 febbraio. Dunque parte integrante del testo che sarà votato con la fiducia alla Camera il 3 marzo.
“Un passepartout per le acciaierie italiane per poter collocare queste scorie in tutte le infrastrutture – dice a ilfattoquotidiano.it il presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti Alessandro Bratti – utilizzando un test che non esiste ed è semplicemente un lasciapassare”.
Ancora una volta, si rende lecito un comportamento illegittimo.
 

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