Lo stato dei conti dell'Inps: il
buco causato dall'evasione dei contributi da parte dello stato, la
cattiva gestione del patrimonio immobiliare, le pensioni d'oro e i
vitalizi dei politici. Le diseguaglianze tra i pensionati di oggi e i
giovani precari di domani.
Il servizio di Presa diretta sull'Inps ha toccato tutti questi
argomenti che troveranno chiaramente poco spazio sui giornali di
oggi, troppo presi dalle elezioni di sabato.
Si è partiti dalla condanna dell'ex
governatore Scopelliti: 7 anni di pena, anche per il mancato
versamento dei contributi per la pensione dei suoi dipendenti.
L'ente tratteneva i contributi ma non
li versava: ma questo succede solo a Reggio? Solo in Calabria lo
stato è evasore?
La signora Depetris è un
insegnante di scuola elementare: ha scoperto che tre anni di
contributi non sono stati versati, persi dalla regione Lombardia.
E ora la signora non può andare in
pensione perché l'ufficio scolastico, nei vari traslochi delle sedi,
si è perso i faldoni.
Molti faldoni erano depositati al liceo
Leonardo da Vinci: in realtà molto materiale è stato proprio
buttato, come fosse immondizia.
“E' degno di un paese civile?” -
ha chiesto Procaccianti all'ex provveditore: ma sono scomparsi solo i
faldoni o non sono stati pagati i contributi?
La Cisl Lombardia dice che non sono
stati pagati i contributi a molti altri contribuenti: una bomba,
tenuta nascosta.
Con un aspetto più grave: per i
supplenti, la pratica di non pagare i contributi, è diffusa.
I contributi inpdap erano usati per
altre spese, ha spiegato al giornalista una supplente in anonimo:
“così fan tutti”, era una cosa risaputa. Senza troppi mezzi
termini, Luigi Angeletti ha indicato nello Stato il più grande
evasore contributivo.
Sui contributi pubblici l'Inps è
cieca: questo dicono le fonti interne all'istituto. Dal 2012 la cassa
dell'Inpdap (dei dipendenti pubblici) è finita dentro l'Inps
(dipendenti privati), che oggi è in rosso.
Il buco dell'Inpdap è frutto
dell'evasione dello stato: i soldi per ripianare il buco furono
trasformati in prestito da Prodi. Un camuffamento del debito e del
bilancio, sostiene Cazzola, che è stato nel consiglio di
sorveglianza della cassa.
Un maquillage di bilancio che ha
affossato i conti dell'Inpdap: ma il colpo di grazia l'ha dato Monti
con la riforma Fornero.
Sia per le centinaia di migliaia di
esodati, ma anche per la soppressione dell'Inpdap, entrata nell'Inps.
L'ex direttore Mastrapasqua
lanciò l'allarme nel marzo 2013, ma né Letta né Saccomanni lo
presero in considerazione.
Nel 2013 la perdita è stata di 7
miliardi, in 3 anni si arriva a 30 miliardi .
Un vero buco, dice il giornalista del
sole 24 ore che ha controllato i conti dell'ente assieme a Presa
diretta: la differenza tra entrare e uscita è di 124 miliardi.
“Se fosse un'impresa sarebbe fallita”: ma non si può fallire
perché sarebbe un fallimento dello Stato.
Il buco si riproporrà ancora e ogni
anno lo stato trasferisce somme crescenti nell'Inps per ripianarla:
solo la previdenza è un quinto della spesa pubblica italiana. Un
capitolo in crescita.
La colpa è dei conti sballati della
previdenza pubblica, di come è gestita, di come è nascosta.
Per molto meno gli imprenditori privati
rischiano la galera.
Come il signor Ricceri, che non
ha pagati i contributi ai dipendenti per pagare gli stipendi: gli è
stato revocato un finanziamento europeo e ora l'azienda del catanese
è in difficoltà.
Presa diretta ha raccontato i casi di
altre aziende che non riescono a pagare i contributi e il DURC (il
documento dell'Inail) diventa negativo, anche per colpa dei crediti
non pagati dallo Stato stesso.
Ma non è solo colpa della previdenza pubblica: ci sono anche le pensioni non proporzionate ai versamenti, dove cioè escono fondi superiori a quanto si è versato.
Ma non è solo colpa della previdenza pubblica: ci sono anche le pensioni non proporzionate ai versamenti, dove cioè escono fondi superiori a quanto si è versato.
Come gli ex dirigenti d'azienda:
avevano una cassa che stava fallendo, ogni anno perdono 3 miliardi di
euro. La scorsa settimana Iacona aveva raccontato la storia
dell'avvocato Cartasegna, ex avvocato di Perugia.
Tra i pensionati super c'è l'ingegner
Sentinelli, ex manager della Telecom, il pensionato con l'assegno più
alto: 90000 euro al mese.
Vito Gamberale, anche lui ex Telecom:
44000 euro al mese, tre volte una pensione minima al giorno.
Lo scandalo, dice il direttore
Giordano, è che pensioni superiori a quello che uno ha
versato nella vita, a scapito di quelli che un giorno non prenderanno
pensione.
Nel 2013, Renzi in epoca di primarie,
parlava di pensioni retributive e di pensionati d'oro che avrebbero
meritato dei tagli.
Ma nel 9 settembre 2014, sempre da Vespa, si è rimangiato la parola data: niente tagli alle pensioni superiori ai 2000 euro. Ma nemmeno su quelle più alte: “per non suscitare panico”.
Il taglio alle pensioni alte è stato pure bocciato dalla Corte Costituzionale, altri pensionati d'oro.
Ma nel 9 settembre 2014, sempre da Vespa, si è rimangiato la parola data: niente tagli alle pensioni superiori ai 2000 euro. Ma nemmeno su quelle più alte: “per non suscitare panico”.
Il taglio alle pensioni alte è stato pure bocciato dalla Corte Costituzionale, altri pensionati d'oro.
Il sistema pensionistico dei
politici: i vitalizi d'oro.
La regione Sicilia spende ogni mese 60 ml di euro per le pensioni: la regione è anche la patria delle baby pensioni. Gli ex consiglieri, spiegano che è tutto in regola, hanno solo rispettato la legge che la regione si è data.
La regione Sicilia spende ogni mese 60 ml di euro per le pensioni: la regione è anche la patria delle baby pensioni. Gli ex consiglieri, spiegano che è tutto in regola, hanno solo rispettato la legge che la regione si è data.
Russo era un dirigente della regione,
in pensione a 47 anni, ma il governatore Lombardo l'ha chiamato in
regione come assessore. Doppia entrata.
Altro campione dei doppi incarichi è
Cosimo Aiello: in pensione a 51 anni per assistere la madre, ma poi
ha iniziato a collezionare altri incarichi. Al teatro di Catania,
commissario orchestra siciliana, commissario Ersu, commissario ente
portuale Catania, presidente dei revisori dei conti del com. di
Palermo.
L'autonomia regionale ha permesso di
non applicare subito la riforma Dini: la Sicilia l'ha applicata 11
anni dopo, così i centomila assunti in regione vanno in pensione con
un assegno più favorevole rispetto agli altri italiani.
Ora i conti in Sicilia non sono
sostenibili: sono 600 ml di euro spesi all'anno, di fronte ad un
incasso di 40 ml di euro.
I vitalizi sono aboliti nel futuro, ma
quelli del passato si continuano a pagare: si pagavano anche a Totò
Cuffaro. Oggi gli è stata tolta, ma non per l'accusa di mafia, bensì
per quella di rivelazione d'ufficio.
A Cagliari, all'assemblea della
regione, mesi fa era scoppiato lo scandalo di
Claudia Lombardo: in pensione dopo 4 legislature, a 41 anni,
prende un vitalizio da 9000 euro. I soldi li sta già prendendo: una
che in politica ha affermato di aver tagliato i costi di politica.
Ha versato 230000 euro di contributi:
in pochi anni li recupererà e ci guadagnerà sopra.
Anche il padre della Lombardo è stato
in regione e prende un vitalizio.
Cosa fanno in regione per evitare altri
casi Lombardo: stanno innalzando a 65 anni l'età per chiedere il
vitalizio. Ma con calma.
Sergio Rizzo, intervistato da
Procaccianti, ha parlato dei vitalizi nel suo ultimo libro: sono
indipendenti del reddito e della pensione, e dunque si cumulano.
I politici che prendono doppio
vitalizio sono circa 300: Ripa da Meana prende la pensione da
commissario europeo, prende due vitalizi dalla regione Lombardia e
Umbria.
Mentre i giovani precari di oggi non
prenderanno un'unica pensione.
Per non parlare di ex
politici che non avrebbero bisogno di quei soldi, avendo già una
disponibilità personale.
Merloni, che ha venduto la Indesit agli
americani.
Benetton, 2 miliardi di patrimonio.
Santo Versace, ex deputato.
Antonio Patuelli, presidente Abi.
Nessuno di loro ha rinunciato al
vitalizio.
Il vitalizio non si nega nemmeno a
Dell'Utri, condannato per concorso esterno: 5000 euro anche a lui.
Silvio Berlusconi prenderà 8000 euro di vitalizio.
E in queste settimane, l'emendamento di
SC che voleva tagliare i vitalizi in forma retroattiva, ma è stato
bocciato.
L'inchiesta sui falsi
invalidi.
Napoli quartiere S Lucia: arresto dei falsi invalidi (centinaia di casi negli ultimi anni): finti ciechi, finti invalidi .. Ottenere pensioni false era facile fino a pochi anni fa: le falsificazioni avvenivano negli uffici comunali.
Napoli quartiere S Lucia: arresto dei falsi invalidi (centinaia di casi negli ultimi anni): finti ciechi, finti invalidi .. Ottenere pensioni false era facile fino a pochi anni fa: le falsificazioni avvenivano negli uffici comunali.
Più ne arresti più ne escono fuori:
sono circa un milione le pensioni da invalidità, quasi un migliaio a
Napoli. Si giustificano tirando in ballo la miseria e i grandi furti
di Roma.
“I medici sono venuti a proporre
le carte false”, dicono al quartiere di Pallonetto. Ma non sono
finiti in carcere.
Un ex consigliere municipale del PDL si
comprava i voti, con i falsi certificati per gli invalidi: carte che
avevano valore retroattivo.
Non era l'ASL che faceva le pratiche:
era un ufficio parallelo che faceva le carte. A chi ha denunciato il
malaffare sono arrivate minacce, proiettili, lettere minatorie.
Anche i clan erano interessati a questo
business, con un danno stimato in 30 ml di euro.
Le false pensioni erano un sistema per
i clan per creare consenso, in un territorio dove non c'è lavoro.
Presa diretta è andata in prov. di Ragusa: qui le segreterie dei
politici si facevano promotori per dare un aiuto, con medici
compiacenti, per far avere delle pensioni di invalidità false.
La partita dei falsi invalidi vale 16
miliardi l'anno. Oltre a migliaia di voti.
La gestione del patrimonio
dell'Inps.
Il patrimonio dell'Inps vale 3,2
miliardi, ma l'istituto è in perdita: come mai?
Il giornalista è andato a visitare i
palazzi e le case oggi abbandonate: come a Venezia al centro vacanza
dell'Inpdap, oggi abbandonato.
Fai della Paganella, Dolomiti: anche
qui una colonia abbandonata dell'Inps.
La gestione immobiliare dell'Inps
non ha trasformato le colonie da un costo ad una risorsa: anche
se in posti bellissimi, per il turismo.
Come a Cesenatico: qui la colonia
sarebbe appetibile per imprenditori locali privati, che vorrebbero
valorizzarla.
Ci sono i palazzi dell'Inps abbandonati
a Milano e a Roma: qui lo stabile è stato occupato da famiglie senza
casa. Tutto abbandonato e tutto pagato con i contributi nostri.
La cosa grave è che oggi, pur avendo
questo patrimonio, l'Inps paga gli affitti per le sedi che occupa.
Tutto questo grazie alla
cartolarizzazione voluta dal ministero dell'economia anni fa: i
palazzi che erano dell'Inps sono stati scippati all'istituto e dati
ad un fondo immobiliare, in cui figuravano banche d'affari.
Oggi l'Inps paga 53 ml di euro l'anno
per affitti: in 10 anni è scomparso l'effetto della vendita.
Poi c'è lo scandalo dei palazzi
svenduti: palazzi di pregio venduti ad un prezzo inferiore.
L'intervista a Tito Boeri, fatta a
Danilo Procaccianti.
Il ricercatore de La Sapienza di Roma,
Reitano, ha raccontato che, per come sta andando il mercato del
lavoro, un domani, dopo una vita contributiva, i pensionati si
dovranno aspettare una pensione da minimo.
Anche dopo 45 anni di lavoro, a 70
anni: dopo un salario da niente, avranno una pensione da niente.
I co co pro, pagano tanto, ma non hanno
diritti: paradossalmente la loro cassa è in attivo. La loro cassa
sta finanziando le pensioni di chi oggi incassa pensioni che non si
meriterebbe. Un'ingiustizia che coinvolge 2 ml di giovani.
Di seguito l'intervista a Boeri, presa
dalla pagina FB di Presa diretta:
“C’è un problema di fondo con
il fatto che abbiamo in passato fatto delle promesse previdenziali
eccessive e permesso a delle persone di andare in pensione a 40 anni
in condizioni di salute ottima per cui potevano benissimo continuare
a lavorare. A queste persone abbiamo garantito delle pensioni piene e
questo oggi grava sui giovani che hanno già pagato lo scotto delle
riforme pensionistiche. Si è detto sempre che le riforme
pensionistiche hanno colpito i pensionati, in realtà le riforme
pensionistiche fatte dal ’92 in poi hanno colpito soprattutto le
generazioni più giovani che hanno già pagato tantissimo e
continuano a pagare”.
Per il neo presidente dell’Inps: “Ci sono delle iniquità pazzesche nel sistema pensionistico” come il caso “dei vice comandanti dell’Arma dei Carabinieri che per anni si sono praticamente raddoppiati i trattamenti previdenziali, queste persone ricevevano una promozione l’ultimo anno della loro carriera, prima di andare in pensione e in virtù di questa promozione, di fatto, questo ha portato quasi a un raddoppio della loro pensione, questo è un esempio ma se ne potrebbero fare tantissimi”.
A Presadiretta Tito Boeri consegna la sua ricetta: “Molte persone hanno ricevuto molto di più di quello che hanno versato, allora andiamo a calcolare qual è la differenza tra quello che queste persone ricevono e quello che avrebbero ricevuto con le regole del sistema contributivo, su questa differenza andiamo a introdurre un prelievo ma attenzione, lo facciamo solo a chi ha delle pensioni di un certo importo, da tremila euro in su. Parliamo al massimo di un contributo del 20, 30% su questa differenza, quindi sul totale della pensione il contributo sarà al massimo del 10%. Sulla base di diversi dati di cui disponiamo noi calcoliamo che si possano ottenere più di quattro miliardi ogni anno con questa operazione”.
Per il neo presidente dell’Inps: “Ci sono delle iniquità pazzesche nel sistema pensionistico” come il caso “dei vice comandanti dell’Arma dei Carabinieri che per anni si sono praticamente raddoppiati i trattamenti previdenziali, queste persone ricevevano una promozione l’ultimo anno della loro carriera, prima di andare in pensione e in virtù di questa promozione, di fatto, questo ha portato quasi a un raddoppio della loro pensione, questo è un esempio ma se ne potrebbero fare tantissimi”.
A Presadiretta Tito Boeri consegna la sua ricetta: “Molte persone hanno ricevuto molto di più di quello che hanno versato, allora andiamo a calcolare qual è la differenza tra quello che queste persone ricevono e quello che avrebbero ricevuto con le regole del sistema contributivo, su questa differenza andiamo a introdurre un prelievo ma attenzione, lo facciamo solo a chi ha delle pensioni di un certo importo, da tremila euro in su. Parliamo al massimo di un contributo del 20, 30% su questa differenza, quindi sul totale della pensione il contributo sarà al massimo del 10%. Sulla base di diversi dati di cui disponiamo noi calcoliamo che si possano ottenere più di quattro miliardi ogni anno con questa operazione”.
Ma Renzi non andrà avanti col prelievo
sulle pensioni d'oro, lo ha messo in chiaro alla conferenza di fine
anno. E chissà se Boeri rimarrà all'Inps: non è certo che venga
confermato.
Le pensioni d'oro e i vitalizi che non
ci possiamo permettere possono dormire sonni tranquilli.
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