Expo è il più grande evento mediatico
ed economico di quest'anno (che il presidente del Consiglio prevede
come anno felix). Tema dell'expo dovrebbe essere “nutrire il
pianeta”, ma il servizio di Presa diretta ci ha raccontato di come si sia (per ora) solo mangiato terreni agricoli (per non parlare delle
strade e degli svincoli per le opere connesse).
“Un diluvio di cemento su Milano:
la parte edificabile dell’area Expo è di circa 500.000 mq, che si
sommano ai 500.000 mq dell’area Cascina Merlata”.
Fino ad ora Expo è stato sinonimo di
corruzione,
di appalti
pilotati dalla cupola, appalti finiti nelle mani della
ndrangheta, delle promesse di posti di lavoro che poi si sono
tramutate in lavoro volontario. Giovani sfruttati per pochi mesi col
miraggio di un lavoro poi.
Ma poi potranno tenersi la divisa,
assicura l'AD Sala.
L'immagine del paese si concentrerà su
questo evento di cui il procuratore Roberti, nella relazione alla
commissione antimafia, dice “Diverse commesse correlate ad Expo
– si legge – sono state confezionate da una cupola, composta
anche da personaggi già protagonisti della tangentopoli degli anni
Novanta”.
E ancora
“Alla data del 3 dicembre
2014 la Prefettura di Milano ha emesso 46 interdittive nei confronti
di imprese risultate affidatarie di contratti e subcontratti
riguardanti e connessi all’Expo, per un valore complessivo di 100
milioni”. Imprese del nord e del sud del paese, che hanno preso
contratti per 100 milioni: qui non si parla più di infiltrazioni, le
mafie sono ben radicate nell'economia da anni e hanno buoni rapporti
col la politica.
I giornalisti del Fatto Quotidiano
Gianni Barbacetto e Marco Maroni ci raccontano di questa grande
abbuffata nel libro "Excelsior,
Il gran ballo dell'Expo".
Tutto quello che non avreste mai voluto
leggere e che in pochi raccontano, nel mondo dell'informazione.
La scheda del libro sul sito di
Chiarelettere:
LA
VERA STORIA, I RETROSCENA, LE INCHIESTE GIUDIZIARIE, I SOLDI, GLI
ARRESTI, I LITIGI, GLI STIPENDI DEI MANAGER, LA MAFIA, LA
SPECULAZIONE, LE MAZZETTE, LE BUGIE... TUTTO QUELLO CHE NON SAPETE SU
EXPO 2015
Benvenuti alla GRANDE ABBUFFATA dell’Expo, l’evento che dovrebbe cambiare faccia a Milano e innescare la ripresa italiana. Un’avventura che inizia nel 2008, poi tre anni persi a litigare su chi comanda e altri tre anni in cui si cerca di recuperare il tempo perduto e di disinnescare le inchieste che rivelano CLAMOROSI CASI DI CORRUZIONE.
Ecco la VERA STORIA, quella più visibile e quella segreta, dell’esposizione universale che si tiene a Milano dal primo maggio al 31 ottobre 2015. Il banchetto milionario che ha fatto felici centinaia di imprenditori e politici ma anche dirigenti corrotti, faccendieri, mafiosi.
CHE COS’È un’Expo? COME nasce Expo 2015? CHI sono gli uomini che la sponsorizzano? PERCHÉ Milano? PERCHÉ il sito espositivo è stato realizzato sulle aree al confine nordovest della città? QUANTO costa? CHI ci guadagna? E ancora, CHE COSA diventerà la grande area dell’Expo quando la manifestazione sarà finita? I soldi pubblici spesi per acquistarla saranno recuperati? La città avrà un lascito per il futuro o l’Expo si trasformerà nell’ennesimo quartiere abbandonato, nell’ennesima COLATA DI CEMENTO?
Nel libro trovate le risposte, i numeri e tutte le operazioni immobiliari realizzate, la malagestione del sindaco Moratti, le pezze di Pisapia, i conti in rosso di Formigoni. Un racconto documentatissimo e appassionato. Una storia italiana.
Benvenuti alla GRANDE ABBUFFATA dell’Expo, l’evento che dovrebbe cambiare faccia a Milano e innescare la ripresa italiana. Un’avventura che inizia nel 2008, poi tre anni persi a litigare su chi comanda e altri tre anni in cui si cerca di recuperare il tempo perduto e di disinnescare le inchieste che rivelano CLAMOROSI CASI DI CORRUZIONE.
Ecco la VERA STORIA, quella più visibile e quella segreta, dell’esposizione universale che si tiene a Milano dal primo maggio al 31 ottobre 2015. Il banchetto milionario che ha fatto felici centinaia di imprenditori e politici ma anche dirigenti corrotti, faccendieri, mafiosi.
CHE COS’È un’Expo? COME nasce Expo 2015? CHI sono gli uomini che la sponsorizzano? PERCHÉ Milano? PERCHÉ il sito espositivo è stato realizzato sulle aree al confine nordovest della città? QUANTO costa? CHI ci guadagna? E ancora, CHE COSA diventerà la grande area dell’Expo quando la manifestazione sarà finita? I soldi pubblici spesi per acquistarla saranno recuperati? La città avrà un lascito per il futuro o l’Expo si trasformerà nell’ennesimo quartiere abbandonato, nell’ennesima COLATA DI CEMENTO?
Nel libro trovate le risposte, i numeri e tutte le operazioni immobiliari realizzate, la malagestione del sindaco Moratti, le pezze di Pisapia, i conti in rosso di Formigoni. Un racconto documentatissimo e appassionato. Una storia italiana.
I pretesti di lettura:
9 milioni di euro spesi per conquistare i voti per Expo: 265.000 euro per «eventi e manifestazioni» durante la visita degli ispettori, 244.000 euro per «ospitalità», altri 244.000 per «materiale promozionale».
Al 31 gennaio 2015, sono 18 le persone arrestate.
Eataly di Oscar Farinetti ottiene senza gara la gestione di 2 store e 20 ristoranti. I ristoranti saranno gestiti a turno, un mese ciascuno, da 120 ristoratori italiani scelti a insindacabile giudizio di Farinetti.
I terreni dell’Expo sono agricoli, valgono 20 euro/mq. Expo li acquista a 150 euro/mq. Cercherà di rivenderli a 300 euro/mq.
Nel 2006 Fiera Milano chiude con un buco di 22 milioni di euro. Negli anni la situazione non migliora, i conti sì: i terreni Expo, comprati nel 2002 a 14 milioni, nel 2009 sono messi a bilancio per 50,8 milioni.
Per la curatela e la direzione artistica della mostra Arts & Foods, prevista dal 10 aprile al 1° novembre 2015 alla Triennale di Milano, al critico Germano Celant vanno 750.000 euro.
Per la Fondazione Alliance for Africa si promettono fino a 100 milioni di euro. Sono stanziati 775.000 euro, ma solo un progetto viene realizzato: la ristrutturazione di una scuola ad Accra. Costo 200.000 euro.
Posti di lavoro scomparsi: nel dossier del Comitato di candidatura si parla di 70.000 posti di lavoro. Secondo una stima sindacale sono meno di 15.000.
Sulla poltrona di amministratore delegato dell’Expo si siede prima Lucio Stanca, 14 mesi per 450.000 euro; poi Giuseppe Sala, 430.000 euro all’anno.
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