27 febbraio 2015

Servizio pubblico Brancaleone a chi?

L'Isis è a sud di Roma, bloccato dal traffico dei pendolari di ritorno sul raccordo anulare o dai lavori in corso della Salerno Reggio Calabria.
La situazione è tragica ma non dobbiamo preoccuparci: la grande opera di mediazione è in corso e Renzi saprà stupirci un'altra volta, magari tirando in ballo nella mediazione col governo libico (quale?) anche Putin (come suggerisce Nazareno Renzoni).
Ma nel paese la situazione è ottima, per gli affari: il defunto patto del Nazareno scoppia di salute. La manfrina sull'Opa per le torri di Rai way serve a nascondere il vero obiettivo. Entrare dentro la società appena privatizzata e piazzare via internet i suoi contenuti.
Alla faccia dell'operazione di mercato, come dice Renzi facendo la sua inutile lezioncina ai giornalisti. Se fossimo in un vero mercato ci sarebbe un antitrust a vigilare, una seria legge sul conflitto di interessi.
L'isis è a un passo da Roma: ma chi è l'Isis? Che esercito ha? L'abbiamo vista solo attraverso i suoi video di propaganda, girati da abili registi. Bertazzoni ieri ci ha mostrato quella che è la situazione in Libia.

L'anteprima della puntata:

Dio salvi il fu cavalier Berlusconi: non solo perché era un tempo più divertente, con la Polanco che ballava, mentre ora c'è la Boschi senza fidanzato.
Berlusconi riesce a stupirci comunque: la storia è quella della cessione delle torri di Rai way.
Dice Santoro: “avrei dei dubbi su questa cessione, sembra una dichiarazione d'amore di quelle che finiscono male”. Berlusconi contro Renzi, in una danza d'amore a colpi di affari, di dividendi, di acquisto della Rizzoli, di pezzi dell'Enel.
Se ci fosse vera guerra, Berlusconi potrebbe chiedere a Renzi perché sulle antenne della Rai lo stato deve tenere il 51%, che mercato è?
Ma la danza dell'amore minaccioso si alterna ad un'altra, “ma che bella panzè che tieni …”.
E' una danza dove B. dice a Matteo: con la riforma della Rai rischi di mettere la Rai nelle mani di Tsipras, di Bersani. Dei grillini che oggi si dicono pronti a parlare con tutti.
Che fai Renzi, diventi socialista?

E se mettiamo assieme le due panzè, e facciamo la rete unica delle torri? A me basta il 15%, col potere di veto, basta Telecom e la banda larga, quello che lascerò ai miei figli.
Se non facciamo qualcosa assieme, arriva Netflix e rischiamo di andare tutti all'isola dei famosi.
Io finisco come Gheddafi, tu come il governo libico, circondato da statalisti, che sono peggio dell'Isis.

Il servizio di Bertazzoni – il confine tra Libia e Tunisia:

Bertazzoni è andato lungo il confine tunisino, dove vedi le auto in fila di gente che vuole scappare dalla Libia. Gente che è rimandata indietro, perché senza biglietto aereo o per il visto.
La Tunisia non li vuole, l'Egitto li respinge.
Sono giovani che hanno paura di rimane in Libia. Gente che è rimasta in attesa, al confine, accalcata con borse e valigie. In fuga dall'Isis.

E dalla Libia delle milizie, degli attentati, dei jihadisti che controllano Sirte, dei soldati libici che non sanno nemmeno con chi stanno combattendo.
L'isis è uno strumento per creare tensione nel paese .. reduci del vecchio regime di Gheddafi”.
E in effetti in tanti, proprio per l'Isis e i suoi video, sta rimpiangendo a torto il vecchio ditttatore.

Gli ospiti in studio erano gli onorevoli Quartapelle e Di Battista, il colonnello Paglia.
Si parte dalla distruzione delle statue da parte dell'Isis (che ricorda le altre distruzioni di statue dei Talebani in Afghanistan): una furia iconoclasta che colpisce come le decapitazioni degli egiziani copti.

Di Battista: cosa facciamo, gli buttiamo la bomba atomica? Il terrorismo è come una macchina che va a benzina. E il benzina la danno i finanziatori, che vengono dall'Arabia e dal Quatar, dove si decapita per legge e le donne portano il burqa.
I tagliatori di gola sono solo gli ultimi, ma dobbiamo colpire i mandanti.
Di Battista indica nelle cause anche nel conflitto arabo palestinese: l'antisemitismo non c'entra nulla con le critiche al governo israeliano.
Che sta alimentando un clima di odio.

Oggi vediamo Meloni e il PD che si fanno avanti per fare una guerra, nuovamente in Libia.
Sono i responsabili dell'anarchia che oggi c'è in quel paese: due governi uno non riconosce l'altro, e quelli che hanno portato a questo vogliono dare lezioni su come uscire dal disastro.
Al conflitto non dovrebbero partecipare paesi in conflitto di interesse come gli USA, per il petrolio.
Ma il problema del terrorismo è qui, come ha insegnato Charlie Hebdo: Renzi oggi taglia sul servizio d'ordine, sui vigili precari, sulla benzina delle gazzelle.

Quartapelle: si è fatto un grande calderone, le immagini viste sono atroci, i morti rapiti e uccisi, stupri di massa, le statue distrutte.
Ma non si può dire che quelle persone hanno delle ragioni: sono solo persone da combattere.
Bisogna essere chiari su alcuni punti: non è colpa di tutti, bisogna differenziare le posizioni.

Quello che dice Di Battista non basta, le ideologie non bastano. Ma cosa fa il governo?
Abbiamo cercato una soluzione diplomatica” ha risposto Livia Quartapelle. Se ci fossero accordi internazionali potremmo essere lì a controllare il cessate il fuoco. Peccato però che il governo libico non esiste ora.

Paglia: da soldato posso dire che quando siamo intervenuti abbiamo sempre fatto bene (si riferisce alle missioni internazionali cui ha preso parte, in Bosnia e in Somalia), pagando un prezzo alto, ma ne valeva la pena. Quello che deciderà il governo, troverà sempre i soldati pronti.
Qualcosa va fatto per salvaguardare la vita degli altri: troppo facile stare nel proprio paese e pensare che sia un problema lontano.

Nazareno Renzoni: l'iniziativa di renzi, nella questione libica, una mossa per evitare l'intervento militare. Un patto del nazareno con Putin: Marco Minniti sta seguendo questo dossier.
La Mogherini conta zero, conta solo Minniti.
Minniti è andato in Turchia a mediare. Putin vuole entrare nel business del petrolio. Vedremo.

Rula Jebreal: come è posizionato Putin nella nuova Libia?
Oggi il governo libico guarda al mondo in termini di cosa possono darci: le milizie del generale Haftar hanno compiuto crimini contro l'umanità.
Dopo il crollo di Gheddafi il governo che è subentrato ha distrutto quello che rimaneva dei servizi, dell'esercito e della giustizia. Oggi in Libia troviamo solo milizie armate che combattono tra di loro: ma per combattere Isis serve una risposta politica, un patto tra diplomatici.
L'errore in Libia è stato lo stesso fatto in Iraq: smantellare le strutture dell'esercito e della giustizia, che poi hanno ingrossato le fila dei terroristi e dell'Isis.

Ora c'è una grande confusione e lo stesso Renzi, anche quando è andato all'Onu, non ha mostrato la sua visione in termini di politica internazionale. Ha fatto solo uno spot e basta.

Marco Travaglio: un appello per una persona scomparsa. La Mogherini è stata vista per l'ultima volta questa estate a Bruxelles.


Da allora non ha dato notizie di se.
Altra scomparsa la civatiana Lanzetta: partita per la Calabria per dare una mano a Oliverio.
Ma la giunta calabra era composta da 4 assessori, tutti inquisiti.
L'importante è il gioco di squadra” dice la Mogherini.
Come con Barnier, il consulente di Juncker per la sicurezza.
Come Renzi e la sua tournè per la sicurezza in Europa.

Bertazzoni a Sirte.
Nella seconda parte del servizio si sono mostrati i due eserciti che si affrontano, accusandosi di essere i fiancheggiatori dell'Isis. In mezzo c'è il petrolio.
Non si conoscono le facce dell'esercito dell'Isis, ma si vedono sempre più bandiere nere appese ai palazzi: il responsabile della sicurezza di Sirte ha spiegato al giornalista che stanno trattando con Isis per evitare uno scontro.
Le infermiere filippine minacciate: “noi vogliamo solo lavorare, hanno sempre sparato qui, ma almeno una volta sapevano chi era il nemico. Ora appena esci di casa rischi di essere sparato”.

L'Isis sembra quasi un fantasma in Libia
Si capisce che c'è bisogno di un intervento politico dell'Europa. Peccato che la politica europea la fanno gli stati nazionali.

L'onorevole Quartapelle parla degli incontri bilaterali, del lavoro della Mogherini.
Votate domani per riconoscere la Palestina?” risponde Di Battista.
In Italia c'è sempre paura. La lobby delle armi ha paura dell'assenza della guerra. Tutte le scelte di politica, anche estera, dipende dai soldi e da interessi economici.

Il botta e risposta Quartapelle Travaglio

Anonymous: c'è un altro fronte della battaglia, quello che sta avvenendo sulla rete, dove l'Isis fa propaganda coi suoi video e coi suoi tweets.
Nella battaglia su internet un esponente di Anonymous ha spiegato i loro obiettivi: tagliare fuori dalla rete chi fiancheggia i terroristi, denunciando i profili, facendo degli attacchi mirati a siti.
Non risultano profili italiani, al momento.

E in Italia? La visione che abbiamo degli eventi in Siria e in Libia è limitata quasi solo alla questione dell'immigrazione: il problema sono i migranti e non si riesce nemmeno a mettere delle sanzioni per limitare il traffico di armi verso la Siria.

Nella seconda parte della puntata, sono stati trasmessi dei servizi sul traffico di essere umani gestito dalla mafia turca e sul business dei migranti.
I siriani in fuga che vengono sfruttati in Turchia e i centri di detenzione in Calabria: il servizio di Pablo Trincia e la confraternita della Misericordia in Calabria e a Lampedusa:


A Isola Capo Rizzuto, in Calabria, la confraternita della Misericordia gestisce il centro d’accoglienza più grande d’Europa. Prima il CARA di Isola, poi quello di Lampedusa: la rete delle Misericordie continua a vincere appalti. Un impero che nasconde, però, delle ombre. Una di queste si chiama: “Il Quadrifoglio”, la società di catering che fornisce cibo a entrambi i centri. Il proprietario è Pasquale Poerio, cugino di Fernando e Antonio, ex titolari della Vecchia Locanda, fornitrice per anni della Misericordia e chiusa, poi, per rischio di infiltrazione mafiosa. Oggi, nel Quadrifoglio, ci sono sempre loro. E quando chiediamo una spiegazione a Leonardo Sacco, vicepresidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie, ci dice: “Non sono tenuto a rispondere a queste domande”

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