L'Isis
è a sud di Roma, bloccato dal traffico dei pendolari di ritorno
sul raccordo anulare o dai lavori in corso della Salerno Reggio
Calabria.
La situazione è tragica ma non
dobbiamo preoccuparci: la grande opera di mediazione è in corso e
Renzi saprà stupirci un'altra volta, magari tirando in ballo nella
mediazione col governo libico (quale?) anche Putin (come suggerisce
Nazareno Renzoni).
Ma nel paese la situazione è ottima,
per gli affari: il defunto patto del Nazareno scoppia di salute. La
manfrina sull'Opa per le torri di Rai way serve a nascondere il vero
obiettivo. Entrare dentro la società appena privatizzata e piazzare
via internet i suoi contenuti.
Alla faccia dell'operazione di mercato,
come dice Renzi facendo la sua inutile lezioncina ai giornalisti. Se
fossimo in un vero mercato ci sarebbe un antitrust a vigilare, una
seria legge sul conflitto di interessi.
L'isis è a un passo da Roma: ma chi è
l'Isis? Che esercito ha? L'abbiamo vista solo attraverso i suoi video
di propaganda, girati da abili registi. Bertazzoni ieri ci ha
mostrato quella che è la situazione in Libia.
L'anteprima della puntata:
Dio salvi il fu cavalier Berlusconi:
non solo perché era un tempo più divertente, con la Polanco che
ballava, mentre ora c'è la Boschi senza fidanzato.
Berlusconi riesce a stupirci comunque:
la storia è quella della cessione delle torri di Rai way.
Dice Santoro: “avrei dei dubbi su
questa cessione, sembra una dichiarazione d'amore di quelle che
finiscono male”. Berlusconi contro Renzi, in una danza d'amore a
colpi di affari, di dividendi, di acquisto della Rizzoli, di pezzi
dell'Enel.
Se ci fosse vera guerra, Berlusconi
potrebbe chiedere a Renzi perché sulle antenne della Rai lo stato
deve tenere il 51%, che mercato è?
Ma la danza dell'amore minaccioso si
alterna ad un'altra, “ma che bella panzè che tieni …”.
E' una danza dove B. dice a Matteo: con
la riforma della Rai rischi di mettere la Rai nelle mani di Tsipras,
di Bersani. Dei grillini che oggi si dicono pronti a parlare con
tutti.
Che fai Renzi, diventi socialista?
E se mettiamo assieme le due panzè,
e facciamo la rete unica delle torri? A me basta il 15%, col
potere di veto, basta Telecom e la banda larga, quello che lascerò
ai miei figli.
Se non facciamo qualcosa assieme,
arriva Netflix e rischiamo di andare tutti all'isola dei famosi.
Io finisco come Gheddafi, tu come il
governo libico, circondato da statalisti, che sono peggio dell'Isis.
Il servizio di Bertazzoni – il
confine tra Libia e Tunisia:
Bertazzoni è andato lungo il confine tunisino, dove vedi le auto in fila di gente che vuole scappare dalla Libia. Gente che è rimandata indietro, perché senza biglietto aereo o per il visto.
La Tunisia non li vuole, l'Egitto li
respinge.
Sono giovani che hanno paura di rimane
in Libia. Gente che è rimasta in attesa, al confine, accalcata con
borse e valigie. In fuga dall'Isis.
E dalla Libia delle milizie, degli
attentati, dei jihadisti che controllano Sirte, dei soldati libici
che non sanno nemmeno con chi stanno combattendo.
“L'isis è uno strumento per
creare tensione nel paese .. reduci del vecchio regime di Gheddafi”.
E in effetti in tanti, proprio per
l'Isis e i suoi video, sta rimpiangendo a torto il vecchio
ditttatore.
Gli ospiti in studio erano gli
onorevoli Quartapelle e Di Battista, il colonnello Paglia.
Si parte dalla distruzione delle statue
da parte dell'Isis (che ricorda le altre distruzioni di statue dei
Talebani in Afghanistan): una furia iconoclasta che colpisce come le
decapitazioni degli egiziani copti.
Di Battista: cosa facciamo, gli buttiamo la bomba atomica? Il terrorismo è come una macchina che va a benzina. E il benzina la danno i finanziatori, che vengono dall'Arabia e dal Quatar, dove si decapita per legge e le donne portano il burqa.
Di Battista: cosa facciamo, gli buttiamo la bomba atomica? Il terrorismo è come una macchina che va a benzina. E il benzina la danno i finanziatori, che vengono dall'Arabia e dal Quatar, dove si decapita per legge e le donne portano il burqa.
I tagliatori di gola sono solo gli
ultimi, ma dobbiamo colpire i mandanti.
Di Battista indica nelle cause anche
nel conflitto arabo palestinese: l'antisemitismo non c'entra nulla
con le critiche al governo israeliano.
Che sta alimentando un clima di odio.
Oggi vediamo Meloni e il PD che si
fanno avanti per fare una guerra, nuovamente in Libia.
Sono i responsabili dell'anarchia che
oggi c'è in quel paese: due governi uno non riconosce l'altro, e
quelli che hanno portato a questo vogliono dare lezioni su come
uscire dal disastro.
Al conflitto non dovrebbero partecipare
paesi in conflitto di interesse come gli USA, per il petrolio.
Ma il problema del terrorismo è qui,
come ha insegnato Charlie Hebdo: Renzi oggi taglia sul servizio
d'ordine, sui vigili precari, sulla benzina delle gazzelle.
Quartapelle: si è fatto un
grande calderone, le immagini viste sono atroci, i morti rapiti e
uccisi, stupri di massa, le statue distrutte.
Ma non si può dire che quelle persone
hanno delle ragioni: sono solo persone da combattere.
Bisogna essere chiari su alcuni punti:
non è colpa di tutti, bisogna differenziare le posizioni.
Quello che dice Di Battista non basta,
le ideologie non bastano. Ma cosa fa il governo?
“Abbiamo cercato una soluzione
diplomatica” ha risposto Livia Quartapelle. Se ci fossero
accordi internazionali potremmo essere lì a controllare il cessate
il fuoco. Peccato però che il governo libico non esiste ora.
Paglia: da soldato posso dire
che quando siamo intervenuti abbiamo sempre fatto bene (si riferisce
alle missioni internazionali cui ha preso parte, in Bosnia e in
Somalia), pagando un prezzo alto, ma ne valeva la pena. Quello che
deciderà il governo, troverà sempre i soldati pronti.
Qualcosa va fatto per salvaguardare la
vita degli altri: troppo facile stare nel proprio paese e pensare che
sia un problema lontano.
Nazareno Renzoni: l'iniziativa
di renzi, nella questione libica, una mossa per evitare l'intervento
militare. Un patto del nazareno con Putin: Marco Minniti sta seguendo
questo dossier.
La Mogherini conta zero, conta solo
Minniti.
Minniti è andato in Turchia a mediare.
Putin vuole entrare nel business del petrolio. Vedremo.
Rula Jebreal: come è
posizionato Putin nella nuova Libia?
Oggi il governo libico guarda al mondo
in termini di cosa possono darci: le milizie del generale Haftar
hanno compiuto crimini contro l'umanità.
Dopo il crollo di Gheddafi il governo
che è subentrato ha distrutto quello che rimaneva dei servizi,
dell'esercito e della giustizia. Oggi in Libia troviamo solo milizie
armate che combattono tra di loro: ma per combattere Isis serve una
risposta politica, un patto tra diplomatici.
L'errore in Libia è stato
lo stesso fatto in Iraq: smantellare le strutture dell'esercito e
della giustizia, che poi hanno ingrossato le fila dei terroristi e
dell'Isis.
Ora c'è una grande confusione e lo
stesso Renzi, anche quando è andato all'Onu, non ha mostrato la sua
visione in termini di politica internazionale. Ha fatto solo uno spot
e basta.
Marco Travaglio: un appello per
una persona scomparsa. La Mogherini è stata vista per l'ultima volta
questa estate a Bruxelles.
Da allora non ha dato notizie di se.
Altra scomparsa la civatiana Lanzetta:
partita per la Calabria per dare una mano a Oliverio.
Ma la giunta calabra era composta da 4
assessori, tutti inquisiti.
“L'importante è il gioco di
squadra” dice la Mogherini.
Come con Barnier, il consulente di
Juncker per la sicurezza.
Come Renzi e la sua tournè per la
sicurezza in Europa.
Bertazzoni a Sirte.
Nella seconda parte del servizio si
sono mostrati i due eserciti che si affrontano, accusandosi di essere
i fiancheggiatori dell'Isis. In mezzo c'è il petrolio.
Non si conoscono le facce dell'esercito
dell'Isis, ma si vedono sempre più bandiere nere appese ai palazzi:
il responsabile della sicurezza di Sirte ha spiegato al giornalista
che stanno trattando con Isis per evitare uno scontro.
Le infermiere filippine minacciate:
“noi vogliamo solo lavorare, hanno sempre sparato qui, ma almeno
una volta sapevano chi era il nemico. Ora appena esci di casa rischi
di essere sparato”.
L'Isis sembra quasi un fantasma in
Libia
Si capisce che c'è bisogno di un
intervento politico dell'Europa. Peccato che la politica europea la
fanno gli stati nazionali.
L'onorevole Quartapelle parla
degli incontri bilaterali, del lavoro della Mogherini.
“Votate domani per riconoscere la
Palestina?” risponde Di Battista.
In Italia c'è sempre paura. La lobby
delle armi ha paura dell'assenza della guerra. Tutte le scelte di
politica, anche estera, dipende dai soldi e da interessi economici.
Il botta e risposta Quartapelle
Travaglio
Anonymous: c'è un altro fronte
della battaglia, quello che sta avvenendo sulla rete, dove l'Isis fa
propaganda coi suoi video e coi suoi tweets.
Nella battaglia su internet un
esponente di Anonymous
ha spiegato i loro obiettivi: tagliare fuori dalla rete chi
fiancheggia i terroristi, denunciando i profili, facendo degli
attacchi mirati a siti.
Non risultano profili italiani, al
momento.
E in Italia? La visione che abbiamo
degli eventi in Siria e in Libia è limitata quasi solo alla
questione dell'immigrazione: il problema sono i migranti e non
si riesce nemmeno a mettere delle sanzioni per limitare il traffico
di armi verso la Siria.
Nella seconda parte della puntata, sono
stati trasmessi dei servizi sul traffico di essere umani gestito
dalla mafia turca e sul business dei migranti.
I siriani in fuga che vengono sfruttati
in Turchia e i centri di detenzione in Calabria: il servizio di Pablo
Trincia e la confraternita della Misericordia
in Calabria e a Lampedusa:
A Isola Capo Rizzuto, in Calabria,
la confraternita della Misericordia gestisce il centro d’accoglienza
più grande d’Europa. Prima il CARA di Isola, poi quello di
Lampedusa: la rete delle Misericordie continua a vincere appalti. Un
impero che nasconde, però, delle ombre. Una di queste si chiama: “Il
Quadrifoglio”, la società di catering che fornisce cibo a entrambi
i centri. Il proprietario è Pasquale Poerio, cugino di Fernando e
Antonio, ex titolari della Vecchia Locanda, fornitrice per anni della
Misericordia e chiusa, poi, per rischio di infiltrazione mafiosa.
Oggi, nel Quadrifoglio, ci sono sempre loro. E quando chiediamo una
spiegazione a Leonardo Sacco, vicepresidente della Confederazione
Nazionale delle Misericordie, ci dice: “Non sono tenuto a
rispondere a queste domande”
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