Noi non siamo l'Italia, il paese dove si fa l'accordo con la Svizzera rinviato da anni (lo aveva promesso B. nel 2013 e con quello ci avrebbe pagato l'Imu) dopo che i grandi capitali se ne sono andati via. E per quello che vogliono nascondersi ci sono sempre le fiduciarie.
Noi non siamo l'Italia dove le priorità sono le ferie dei magistrati e la loro responsabilità civile.
O l'eliminazione dell'articolo 18, il demansionamento, i licenziamenti collettivi. Che sulla stampa amica stanno già attraendo investitori e portando ad assunzioni, anzi ad ondate di assunzioni.
Bruno Anastasia, presidente di Ires Veneto che l'ha pubblicata su La Voce.info del 4 novembre scorso: "Possiamo stimare un ammontare di assunzioni incentivabili vicino a un milione, al netto di possibili assunzioni aggiuntive dovute all'impatto della congiuntura economica".Siamo il paese dove la politica promette il daspo per i corrotti, che qui inquina poi deve pagare le bonifiche.
Dove si fa lotta dura alla mafia, senza quartiere.
E poi si sfornano leggi come il 416 ter sullo scambio politico mafioso che è un'arma spuntata per i magistrati.
L'auto-riciclaggio che non condanna chi auto gode dei soldi riciclati.
L'ilva di Taranto salvata con soldi pubblici mentre quelli dei Riva stanno al sicuro.
La legge contro la corruzione, contro gli ecoreati (Eternit, la discarica di Bussi, la terra dei fuochi), per la trasparenza dei bilanci dei partiti, rimangono ferme in Parlamento. Altre sono le priorità.
Volete mettere con la fine del bicameralismo o con la cancellazione delle province?
O meglio, con la trasformazione del Senato e delle province in organi di non eletti e dalle funzioni poco chiare.
Vogliamo spezzare le reni all'Isis, ma non riusciamo a spezzare nemmeno le reni alle auto blu o ai vitalizi dei condannati.
Noi non siamo la Grecia. E loro non sono l'Italia: dove un non eletto a capo di un partito di non iscritti può prendere in giro un segretario di un sindacato che non è finanziato con cene eleganti.
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