"Il decreto Renzi salva l’Ilva anche dal pagamento dei risarcimento. È la notizia emersa nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al giudice Vilma Gilli che accogliendo l’istanza dei legali dell’azienda ha escluso l’Ilva dai responsabili civili del processo nato dall’inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. Alla base della decisione del gup, infatti, c’è la norma voluta dal Governo che ha traghettato lo stabilimento siderurgico di Taranto in amministrazione straordinaria, consentendo così ai legali dell’amministratore straordinario Pietro Gnudi di chiedere l’estromissione dell’Ilva dal processo. Stessa sorte anche per Riva Fire – cassaforte della famiglia lombarda – e per Riva Forni elettrici"
Tutto questo grazie all'azione combinata della legge Marzano e del decreto salva Ilva. Che alla fine salverà solo i Riva dalle cause risarcitorie eventuali.
Dunque non solo non è più vero che chi inquina bonifica, ,a "chi inquina non paga".
Si chiamarebbe assistenzialismo statale: lo stato si prende in carico band bank, bad company e bonifiche. Il privato i profitti.
La norma salva evasori non è pensata per Berlusconi, ma per tutti gli italiani, dice il ministro Boschi. Come se tutti gli italiani avessero problemi col fisco, di natura penale. Come se tutti gli italiani emettessero fatture false ..
La legge è uguale per tutti. Ma per qualcuno c'è sempre una manina pronta in sede legislativa.
I diritti civili possono aspettare: conteranno anche poco nel governo, i ministri NCD. Ma possono mettere il veto sulle leggi presentate dallo stesso PD in termini di
La stessa Monica Cirinnà (Pd), relatrice della proposta di legge in Senato, è stata di fatto stoppata dalla ministra Maria Elena Boschi, come spiega Paola Zanca sul “Fatto Quotidiano“: «Che faccio? Vado avanti come da crono-programma?». «Aspetta un attimo, non partire a razzo: dobbiamo capire come si mette con Ncd in maggioranza», si legge. Tradotto, l’invito dall’esecutivo è quello di non surriscaldare gli animi interni alla maggioranza, con temi considerati “divisivi“.Stesso discorso per la legge sul conflitto (o sui conflitti di interesse), sulla prescrizione, sulle norme per contrastare la corruzione.
C'è voluta una sentenza del TAR per far dimettere da sindaco il candidato alle primarie De Luca.
C'è voluto un articolo di giornale del Fatto per far emergere la storia delle banche popolari: il conflitto di interesse del ministro Boschi, gli investimenti del fondo Algebris sulle banche popolari.
Un altri ministro a sua insaputa: Delrio e il suo viaggio a Cutrò, scoperto a seguito delle indagini della procura di Bologna sulla presenza della ndrangheta nelle imprese nella zona emiliana. L'allora sindaco accompagnò alcuni esponenti della comunità dal prefetto che stava bloccando alcune aziende con proveddimenti interdittivi:
“Li ho accompagnati perché il prefetto potesse spiegare le ragioni…”, si legge nel verbale di quella audizione, “perché avessero garanzie che in tutto questo non c’era una vena anti-meridionalista o discriminatoria nei confronti della comunità”. Poi aggiunge una curiosa precisazione sul fatto che tutto gli appariva “superfluo perché il prefetto viene dalla Sicilia”.Insomma, magari non gode di buona salute, sempre che vogliamo credere a questi screzi. Ma nemmeno noi stiamo tanto bene.
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