Chi controlla il controllore (europeo)? Di Giorgio Mottola
Lo sapevate che la sede di Strasburgo è
vuota per 317 giorni l'anno? E che l'Unione ha due sedi, coi relativi
costi: in appalti ha speso 349 miliardi di euro, soldi nostri su cui
la Corte dei conti vuole fare luce.
In totale sono tre le sedi: Bruxelles,
Strasburgo e Lussemburgo: spendiamo quasi 2 miliardi per il
mantenimento delle sedi, il doppio quasi del nostro Parlamento.
Spendiamo soldi per spostare persone e
il loro materiale tra le due sedi: solo per spostare il personale
spenderemo nel 2018 29 ml di euro.
Poi c'è il trasloco dei documenti
cartacei, caricati in baule che sono spostati da colonne di tir: più
volte gli Europarlamentari hanno provato a unire le due sedi.
Servirebbe un voto unanime in
Parlamento, ma basta il no di un paese, magari la Francia, per tenere
le sue sedi.
Poi ci sono le spese per le abitazioni
dei dipendenti e dei parlamentari: tutte voci dove c'è il sospetto
di sprechi e abusi.
E le spese di rappresentanza dei nostri
rappresentanti a New York? Ci sono anche quelle, case da 600 metri
quadrati per i delegati dell'Unione Europea alle Nazioni Unite.
Nel 2014, il rappresentante della Corte
dei Conti europea, Vitor Caldeira aveva lanciato l'allarme: ci sono
soldi spesi laddove non era necessario, conti sbagliati.
Errori che assommano a miliardi: nel
2015 gli errori sono stati riscontrati nel settore che conta più
fondi, l'agricoltura.
Soldi finiti per terreni seminativi che
invece erano piste da motocross: il 50% dei fondi per terreni
agricoli sono inficiate da errori.
Errori anche nei fondi europei per lo
sviluppo, come i soldi per i migranti: parliamo di oltre 47 miliardi
di euro, fino ad oggi.
I FES hanno un errore su tre
operazioni: 54 operazioni su 156 pagamenti, una percentuale enorme,
in molti casi mancano anche i documenti per giustificare la spesa.
Il 40% degli appalti pubblici europei è
viziato da errore: la Corte dei Conti qui mette in discussione 349
miliardi di euro stanziati dall'Europa.
Gli appalti in Europa sono fuori
controlli, parlare di problemi è un eufemismo.
Vero però che districarsi nelle regole
europee è complicato: la somma delle regole europee, quelle
nazionali e quelle regionali è spaventosa, ci si perde dentro.
Il giornalista Roberto Ippolito
commentava così: se gli europeisti vogliono continuare a gridare
viva l'Europa, devono combattere tutte le inefficienze che stiamo
vedendo.
A controllare il bilancio dell'Europa è
un tedesco: per fortuna, verrebbe da dire, visto che anche i tedeschi
hanno fatto i furbetti. Per finanziare le loro autostrade, come
quelle della Sassonia, dove hanno incrementato il numero di abitanti,
mettendoci dentro 1 ml di abitanti in più.
In una inchiesta a staffetta Paolo
Mondani e Michele Buono raccontano l'Europa che c'è e quella che
potrebbe essere.
Paolo Mondani è andato a fare in
viaggio in Germania: nei negozi della Lidl, dove non si
rispettano i contratti collettivi. Dalla Mercedes, che pagherebbe
mazzetta per fare immatricolazioni fittizie delle loro auto.
Michele Buono si è immaginato cosa
accadrebbe se si mettesse assieme l'energia dei paesi europei:
l'eolico dal nord e il fotovoltaico dai paesi del sud.
E se ogni paese mettesse assieme ciò
che di meglio ha da offrire.
Se ci fosse un welfare unico, un
esercito unico …
Se si desse un senso all'Unione.
E invece no, questa Europa è a favore
della Germania e a discapito dei paesi del sud.
Paolo Mondani – l'occupazione tedesca
Pure la mozzarella arriva dalla
Germania: almeno il 50% della mozzarella sulla pizza arriva dalla
Germania, che riesce a vendercela a meno prezzo rispetto a quella
italiana.
La nostra mozzarella è migliore, fatta
col latte prodotto dalla mucca nelle 24 ore. Diversamente dal
prodotto tedesco: il loro prodotto costa meno perché in Germania il
lavoro costa meno e pure l'energia.
In Italia si è fatto il jobs act per
rendere più semplice mandare a casa il lavoratore.
Mondani è andato dalla Marchesini,
un'azienda di packaging leader in Europa, al pari con le aziende
tedesche: rispetto a loro si paga più tasse e si paga di più
l'energia.
Ma nonostante il nostro gap, il nostro
prodotto vale di più: facciamo però fatica ad entrare in Cina, dove
la Germania riesce a lavorare.
I tedeschi hanno un surplus commerciale
del 9% mentre il limite è del 6%: sono i padroni d'Europa e fanno
quello che vogliono, anche pagare meno l'operaio tedesco a seconda di
come va il mercato, cosa che non si può fare da noi.
E poi ci anche altre questioni: come
quella raccontata dal rappresentante di Confindustria Grosseto, che
era anche un venditore Mercedes. Che è stato cacciato dopo aver
denunciato una storia di stecche, per figurare maggiori
immatricolazioni di auto con questo marchio.
L'ispettore di Mercedes accusato da
Salvestroni ha patteggiato una condanna: vinceva premi di produzione
non dovuti, per immatricolazioni fittizie.
Significano costi per la Mercedes su
cui non pagano tasse …
E quello di Grosseto non è un caso
singolo: Mondani ha raccolto altre testimonianze, di concessionari
che non hanno denunciato negli anni questo andazzo.
In questo sistema ci hanno guadagnato i
dirigenti di Mercedes, i concessionari ma solo al breve termine:
l'unico che è stato licenziato è stato solo l'ispettore di
Grosseto.
E la Mercedes in Germania sapeva di
questa situazione? Salvestroni racconta di aver scritto alla casa
madre ..
Che però risponde a Report dicendosi
estranea alla vicenda.
“E' il momento di fargli veramente
male male male” - così diceva intercettato un manager di
Mercedes Italia con Branconi, riferendosi a Salvestroni, dopo la sua
denuncia.
Dalla macchina tedesca alla
locomotiva tedesca: nonostante il record del surplus commerciale,
sforato dal 2012, la Germania ha problemi interni.
Com'è accaduto?
LE merci tedesche si vendono di più
per i bassi salari e il basso costo: con questo modello stanno però
disgregando l'Europa e l'economia mondiale.
Schroeder ha bloccato i salari, nel
2010: da qui è aumentato il surplus, oltre le regole europee, che i
tedeschi stessi non intendono rispettare.
Il caso Lidl: la multinazionale tedesca
fattura 38 miliardi l'anno, prodotto di punta sono marchi col nome
italiano, con salari bassi, cattivi rapporti coi sindacati.
Aziende agricole che facevano lavorare
dipendenti dell'est, senza contributi, sfruttati: ecco come funziona
la locomotiva.
In Baviera, roccaforte della CDU: il
valore della materie prima è crollato, per colpa dei prezzi
bassissimi imposti dai supermercati agli agricoltori.
Siamo in Baviera ma sembra di stare in
Sicilia: come nel sud, anche qui la CDU di frau Merkel sembra non
voler difendere i suoi contadini.
E tollerare anche gli stagionali
polacchi, pagati molto meno dei dipendenti tedeschi: la loro
situazione è migliorata un pochino dopo l'introduzione del salario
minimo.
IG Metall, il sindacato dell'auto, non
può lamentarsi dei salari: ma da qualche anno si sta esternalizzando
il lavoro, portando il lavoro a lavoratori dell'est, pagati di meno e
meno sindacalizzati.
Ma questo alla Germania non basta.
LA situazione reale in Germania è
diversa dal paradiso che immaginavamo: a rischio chiusura ci sono
aziende come Vaillant, che pur non essendo in crisi, chiudono.
E se un dipendente viene licenziato, si
rischia di entrare nel girone infernale della disoccupazione e dei
sussidi.
Merkel da la colpa agli immigrati, ma è
una bugia: nei lander dell'est hanno vinto i partiti di estrema
destra, dove hanno smantellato le aziende (ex DDR), causando lo
spostamento ad ovest di manodopera a basso prezzo.
Debito in tedesco suona come colpa ed è
una parola che fa paura: se sei disoccupato ed entri dentro il
programma Hartz 4, diventi quasi come un paria. Devi accettare il
lavoro che ti danno, anche se hai problemi fisici.
Se non accetti quel lavoro, ti tagliano
il sussidio.
Obiettivo della Germania è controllare
i bilanci degli stati tramite il fondo salva stati, dove è in
maggioranza: questo vuole Shauble, a qualunque costo.
Rischiamo tutti di fare la fine della
Grecia che in nome dell'austerità è stata spogliata di tutto.
Un'operazione che è stata un ricatto:
alla Fraport hanno dato 14 aeroporti greci, senza dare alcun euro,
pagherà tra qualche anno quei 1,2 miliardi per lo stato greco,
anticipati dalle banche.
Chi privatizza in Grecia è la Taiped,
dentro cui lavora anche la Lufthansa, un bel conflitto di interesse.
Nel contratti di concessione della
Fraport c'è scritto che i lavoratori possono venire da fuori
dell'Europa, anche dal Pakistan.
Il debito greco ammonta a 330 miliardi
di euro: la politica del rigore che risultati ha ottenuto?
50% di disoccupazione giovanile,
aumento dell'Iva, del prelievo fiscale, costo del lavoro bassissimo.
La Germania vuole di più: non si accontenta di tagliare il debito
alla Grecia a meno di altre riforme.
Mondani ha raccontato la storia di un
paese sotto Lipsia che sta per essere evacuato, perché nel
sottosuolo c'è il carbone.
La politica verde della Merkel va bene
ad ovest ma non in Sassonia, all'est: il carbone pesa nelle emissioni
della CO2, rispetto ad altre fonti di energia.
La Germania contribuisce molto
nell'inquinamento del pianeta: prendevamo in giro Trump perché
difendeva i minatori, ma la Merkel sta facendo lo stesso.
Le società di carbone sono in mano ai
Land, che significa voti, da strappare all'estrema destra.
E così si radono al suolo paesi per
sfruttare il carbone e andare ancora più verso il passato.
SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIOSe esasperi la strategia rischi che il paradiso tedesco, che in questo momento è ancora frequentabile, abbassi la saracinesca. La spia si è accesa durante l’ultima tornataelettorale dove la Merkel, la Cancelliera è uscita zoppa, dove la Grande coalizione socialdemocratici e democristiani, che per lungo tempo ha governato il paese, è uscitapunita dalle urne, dove invece ha avuto successo, come terzo partito l’estrema destra populista, che evoca certi fantasmi del passato. La colpa è l’arrivo di troppi migranti,così dice almeno la Merkel. E invece la destra prende i voti elettorale laddove ce ne sono di meno: nell’est, dove è stato abbattuto il muro della guerra fredda, e alzato quello dell’emarginazione. 6 milioni di persone che vivono con il sussidio sociale. Prende i voti, la destra, tra quelli che hanno il basso salario, almeno per quei posti, e tra i fuoriusciti di quelle fabbriche che hanno chiuso, per far posto ai prodotti cinesi. Hanno lasciato a piedi quelle competenze che hanno sfornato prodotti di alta qualità. Tutto questo in nome dell’esportazione. Ecco hanno esportato anche la parola “schuld”, “debito”, che significa, l’etimologia, colpa. Forse per inculcarci quel disagio che dovremmo provare se non stiamo attenti a rispettare i criteri dell’austerità o forse anche per prepararci a ingoiare una medicina amara: cura greca per tutti. Se dovesse passare la linea dell’ex ministro delle Finanze, Schauble, cioè che vuole togliere la vigilanza sui bilanci dei paesi membri dalla Commissione europea, che è giudicata troppo molle, per trasferirla a chi controlla il fondo “salva stati”, cioè alla Germania. Significherebbe che un solo paese, deciderebbe 18 la vita e la morte degli Stati, deciderebbe la qualità della vita e delle cure di tutti gli altri.Ecco effettivamente ci sembrerebbe un po’ troppo. Eppure a sentir loro ci convieni a noi italiani che la Germania sia così ricca, perché poi vengono in vacanza da noi!! Ecco dopo la pubblicità proveremo a dare invece la visione di un’Europa diversa, dove tutti remano verso un bene e interesse comune, senza lo spread e con mille miliardi di euro da investire in sviluppo e occupazione.
State uniti di Michele Buono
Il servizio di Michele Buono da la
visione di una Europa diversa, senza lo spread con miliardi di euro
da investire in ricerca e sviluppo: è un'Europa che si trasforma in
Stati Uniti d'Europa: regole uniche per lavoro, energia, politica
estera.
Abbiamo una moneta unica ma non un'unica politica economica: ai consigli europei non si prendono
decisioni tutti assieme, ma sembrano dei ring.
Nel 2011 in America c'era la crisi
degli stati federali, come il Minnesota, andati in shutdown. Nello
stesso momento in Grecia la finanza speculava sulla fine del paese.
L'accordo politico sul bilancio fu
trovato, in America, e così nessun servizio pubblico fu chiuso: il
sistema è al riparo dalla speculazione perché non c'è da
scommettere su nessun crollo, garantisce Washington.
Il governo americano può mettere
miliardi di dollari sul mercato per stimolare l'economia: in Ohaio si
finanziò la ristrutturazione di case, in California furono
finanziate aziende come la Tesla. In Minnesota i soldi li hanno usati
per costruire autobus, ammodernati.
Se la Grecia fosse stata la California
avrebbe potuto prendere finanziamenti dall'Europa, senza subire
ricatti.
Nell'Unione Europa il bilancio è solo
l'1% del PIL, mentre in America è pari al 20%: qui sta la
differenza.
Potremmo mettere a fattor comune i
nostri bilanci, e usare la liquidità per fare investimenti mirati.
Nel Parlamento europeo non si fanno
leggi, ma si discutono dossier da presentare alla Commissione
Europea, che non è un governo controllato da altri organi, ma che ha
un potere esecutivo.
L'idea degli Stati Uniti d'Europa è
arrivare ad un governo europeo, ministri europei, avere una liquidità
fino a mille miliardi di euro, per avere una politica industriale
comune, per avere una ricerca comune.
Creare occupazione qualificata in
Europa, rilocalizzare la produzione nei nostri paesi, con salari
dignitosi: “far alzare la marea” usando le parole del presidente
Kennedy, creare benessere per tutti e non solo per pochi.
Invece ogni paese va in competizione
con gli altri e non si colgono quelle sinergie che si avrebbero
mettendo a fattor comune tutte le migliori competenze, tutte le
eccellenze da mettere in rete.
Reggio Emilia – alla Elettric 80
hanno avuto l'idea di produrre non per il magazzino ma direttamente
per il mercato: si creano macchine per collegare il magazzino e la
produzione, visionando il tutto dai pc della sede in remoto.
Informatici, fisici, montatori video:
tutte figure professionali che qui sono impiegate, di alto livello.
Empoli – Cericol: qui si lavora con
le nanotecnologie, manipolano la materia a livello atomico, per
creare edifici con superfici che assorbono l'inquinamento delle
strade.
Queste cellule iniettate nel corpo,
possono essere usate in funzione antitumorale, per ora solo in
sperimentazione.
Se mettessimo tutte queste scoperte
a fattor comune?
In Germania, sempre lì, ci sono
istituti come il Fraunhofer institute che fanno da ponte tra imprese
e ricerca: si ottimizzano le risorse, senza concorrenza.
Le aziende del Silicio della Sassonia
hanno battuto le aziende dell'est asiatico: sono imprese che lavorano
con i centri di ricerca (come l'università di Dresda), prendono
fondi pubblici e creano posti di lavoro.
È un modello che funziona - dice il giornalista - sebbene il servizio di Mondani di pochi minuti prima avesse raccontato della disoccupazione dell'est che poi porta alla crescita dei partiti della destra xenofoba.
Potremmo applicare questo modello anche
in Europa? Michele Buono ha sottoposto l'idea a Confindustria e alla
banca di investimenti europea in Lussemburgo.
Se arrivassimo a questa unione
abbatteremo gli spread, le differenze tra i paesi: oggi le aziende
italiane pagano di più il denaro rispetto alle equivalenti tedesche.
Un unico contratto europeo, un costo
unico del denaro, titoli di Stato europei e non italiani..
E invece ogni paese si tiene stretto il
suo esercito, le sue ambasciate, le sue centrali, la sua politica
energetica.
Spendendo di più nella produzione di
armi, per mantenere le ambasciate, per l'energia: se ci mettessimo
assieme per un'unica rete energetica, dove si scambia l'eolico del
nord col fotovoltaico dei paesi del sud, potremmo arrivare
all'indipendenza energetica.
Arriveremmo ad un mercato unico
dell'energia, per le famiglie e per le imprese: energia a buon
mercato che faciliterebbe sia i grandi che le piccole imprese.
Dovremmo fare gioco di squadra e
invece: invece l'austerità, che aumenta le differenze tra i paesi,
le diffidenze con la Germania, le paure verso gli immigrati perché
temi che ti portino via quel poco che rimane.
Dal solo mercato unico dell'Energia si
alzerebbe il PIL di 1 punto, si creerebbe 1 milione di posti di
lavoro. E invece qui ci arrocchiamo sul debito, sull'austerità ..
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