26 novembre 2017

Attenti alle fake




Se non riesci a combattere il tuo nemico, inventatene uno che ne prenda il posto.
Potrebbe esserci questo dietro il quasi improvviso allarme per le fake news, una notizia che merita la prima pagina di due principali quotidiani, La Stampa e Repubblica.
Stesso titolo e stessa impostazione: attenzione, esiste un network di siti ricollegati ad uno stesso sito che fanno propaganda per Salvini e che sono legati al M5S.

Anche in Italia potrebbe succedere quello che (forse) è successo in America? Dove i social sarebbero (usiamo il condizionale) stati usati come arma di propaganda contro Clinton e pro Trump, in un'operazione che porta fino a Putin.

Già qualche settimana fa su Repubblica era stato pubblica un articolo, con poche prove a collaudo, che spiegava come il voto del 4 dicembre scorso sul referendum fosse stato influenzato dall'uso di notizie false, sempre veicolate tramite Facebook e Twitter.

Attenzione, ci dicono i giornali oggi (e Matteo Renzi ieri alla Leopolda) è in gioco la nostra democrazia.
Quella, però, dove stampa, informazione pubblica e politica vanno spesso a braccetto.
Dove i TG sono usati come cassa di risonanza dei governi.
Ieri si celebrava la giornata in difesa delle donne, con tanto di primo piano della sottosegretaria Boschi: in quanti TG (o servizi sui giornali) hanno ricordato che questo governo a luglio aveva depenalizzato lo stalking, trasformandolo in un reato riparabile con una ammenda?

La lotta contro la fake news consente dunque di non parlare delle banche popolare andate in crisi (quando si è raccontato per anni che il sistema bancario era solido, ma non è una fake).
Consente di non parlare delle cause dello sciopero dei dipendenti Amazon (quando si è detto che dovevamo attrarre investimenti dall'estero, da multinazionali che poi portano i profitti fuori dall'Italia, ma non è una fake).
Consente di non ricordare che terminati gli sgravi, sono terminati anche i nuovi contratti a tutele crescenti e a tempo indeterminato (quando si diceva invece che il jobs act doveva incentivare i contratti a tempo indeterminato, ma non è una fake).

Consente di non ricordare tante altre piccole storie, piccole vergogne, che è meglio tenere sotto il tappeto.
La condizione dei migranti in Libia, in mano alle milizie, in campi di concentramento di cui anche noi siamo responsabili.
La verità su Giulio Regeni, torturato e ucciso dalla polizia del dittatore egiziano Al Sisi.
Del famoso dopo Expo, che ancora deve partire a due anni dalla conclusione dell'esposizione.


Su questo argomento, le fake, l'articolo del NYTimes scritto basato su Report scritto da giornalisti italiani vecchi di mesi, le proposte di regolare la rete, invito a leggere contributi di Fabio Chiusi e di Valigia Blu (che ha fatto un fact checking al servizio di report di lunedì scorso, per le sue inesattezze).

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