Speriamo che alla Leopolda qualcuno
spieghi al segretario PD quali sono state le ragioni dello scioperodei dipendenti del polo della logistica di Amazon a Piacenza.
Sarà anche laureato, a differenza di
Di Maio, e senza condanne penale che ne pregiudichino le
candidabilità, come Berlusconi, ma il non conoscere le cause dello
sciopero di dipendenti di una delle multinazionali che vengono in
Italia ad investire (quello di cui si augurava proprio Renzi) non fa
bene al suo profilo di candidato.
Chissà se tra le 100 idee tirate fuori
dai millennials per rilanciare l'Italia da presentare poi al governo,
ci sia qualcosa anche per i giovani che oggi stanno studiando o che
sono alla ricerca del lavoro.
Qualcosa di diverso e gratificante che
non sia il lavoro gratis, a stage, a voucher, a buoni pasto, con
contratti a sei mesi o peggio.
Lo sciopero di Piacenza ha coinvolto
per lo più chi un contratto ce l'aveva: gli interinali, che nei
momenti di picco come a dicembre costituiscono circa il 50% della
forza lavoro, sono rimasti a lavorare.
Questo succede nell'Italia che guarda
al futuro e vede un qualcosa che sembra molto antico.
I dipendenti cosa chiedevano? Un
aumento dei premi di produttività in linea con l'incremento dei
guadagni dell'azienda, turni meno usuranti.
A questo l'azienda ha risposto che è
disponibile a trattare, ma il singolo dipendente deve parlare col suo
manager, tagliando di mezzo sindacati e contrattazione collettiva.
Esclusi gli interinali per i quali
scioperare significa di fatto non venire più richiamati.
Mi ha molto colpito l'assenza di
commenti da parte della politica: forse il lavoro manuale (che un
giorno verrà soppiantato dai robot) non è sufficientemente fashion
per il centro sinistra.
Di certo non importa alla destra
berlusconiana – salviniana, anche lei in riunione questo fine
settimana, che si preoccupa della sicurezza ma non della sicurezza
nel mondo del lavoro.
Non mi hanno invece sorpreso i commenti
del popolo della rete che, giova ricordarlo, costituisce solo una
minima parte del paese, una parte rumorosa, certo, ma sempre
minoritaria.
Gli scioperanti sono stati accusati
nell'ordine: di portare il paese all'impoverimento, di rovinare
l'immagine del paese (scioperano proprio nel black friday), di
allontanare le imprese che poi non vengono più ad investire nel
paese.
Per queste persone il modello di
sviluppo deve essere quello dei padroni delle ferriere: non ti piace
questo lavoro? Beh, trovatene un altro e non lamentarti. Così
succede in tutto il mondo.
Come se lo sfruttamento in Cina (ma
anche negli altri stabilimenti di Amazon, come in Germania ) non
giustifica che si debbano accettare condizioni di lavoro come queste.
Che si debbano accettare ricatti.
Specie da parte di una azienda che poi
i suoi profitti li porta fuori dal paese.
Ma per i signori difensori delle
multinazionali queste sono solo ideologie del passato, roba da zecche
comuniste, che frenano l'economia di un paese come il nostro che
invece può ben tollerare corruzione, evasione, clientelismo, banche
che crollano e una politica che pensa solo a sé stessa.
2 commenti:
Io contesto il concetto stesso alla base di questo sciopero, a dir poco obsoleto, nel caso in oggetto. Capirai che gran danno, per un'azienda che vende online: non è che ieri su amazon non fosse possibile effettuare acquisti, al massimo arriveranno in ritardo di un giorno gli acquisti effettuati in settimana. Non hanno perso un singolo ordine, al massimo avranno rimborsato con buoni acquisto dal valore risibile qualche cliente Prime, ma probabilmente neanche quello. Almeno, una fabbrica con una percentuale significativa di operai in sciopero, un po' di produzione la perdeva, ma sembra trascorsa un'era da quei tempi.
Spegnere tutti il telefonino per un giorno, o anche solo per un'ora, nell'anno di grazia 2017, quello sì che sarebbe rivoluzionario.
Per non parlare dell'assurdità, mista all'assenza di senso del ridicolo, del black friday al di fuori degli Usa, dato che trattasi del giorno dopo la festa del Ringraziamento, ma giovedì non ho visto ringraziare proprio un cazzo di nessuno. Come se, poniamo, in Nordafrica, si incominciasse ad imporre la gita fuori porta di pasquetta.
Sono parzialmente d'accordo: lo sciopero in sé non ha creato molti disservizi. Ma è servito a far parlare di una condizione di lavoro.
Certo, un po' poco, ma i sindacati avranno qualcosa di più in mano lunedì prossimo, al tavolo con Amazon
https://www.piacenza24.eu/sciopero-amazon-sindacati-adesione-oltre-il-50-molto-soddisfatti-lunedi-incontro-con-lazienda/
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