18 febbraio 2019

I tre pilastri del potere in Russia - da La Volpe, di F. Forsyth

L'ultimo romanzo di Frederick Forsyth è ambientato nell'età di oggi: la guerra fredda è finita, ufficialmente, ma Inghilterra (e America) devono comunqnue guardarsi dal vecchio nemico, la Russia guidata dall'uomo dagli occhi di ghiaccio, il presidente della federazione russa.
Non viene mai nominato, ma si capisce subito a chi si riferisce, quando parla di lui chiamandolo Vozhd.

Come ha costruito il suo potere, questo ex funzionario del KGB russo?
Forsyth torna al suo mestiere di giornalista (negli anni '60) aveva lavorato alla Reuters a Parigi, e ce lo spiega:
Durante gli anni del governo Eltsin, l'attuale capo aveva assistito alla sistematica spoliazione della sua terra natia, derubata di tutte le risorse minerarie e naturali e consegnata da funzionari corrotti nelle mani di opportunisti e malavitosi.Allora però non aveva modo di impedirlo. Ottenuta la presidenza, invece, aveva imparato a conoscere e comprendere i tre pilastri del potere in Russia, che non erano cambiati dai tempi degli zar.Al diavolo la democrazia. Era una finzione, una farsa, e comunque il popolo non la voleva per davvero. Se riuscivi a creare un'alleanza tra il governo, con la sua polizia segreta, i detentori della ricchezza e la criminalità organizzata potevi governare il paese per sempre. E lui lo fece.Controllando l'FSB, la nuova polizia segreta, eri in grado di far arrestare, incriminare, processare e condannare  chiunque to ostacolasse. Questo tipo di potere ti garantiva la vittoria in qualunque elezione, truccandola se necessario; e significava che i media avrebbero fatto e pubblicato quel che gli veniva ordinato, mentre la Duma, il parlamento, avrebbe approvato qualsiasi legge in tuo favore. Aggiungici le forze armate, la polizia e la magistratura, e il paese era tuo.
In quanto al secondo pilastro, mettere la mani sulle grandi ricchezze era facile. l'ex agente della polizia segreta poteva anche essersi indignato spogliato dalle proprie risorse, ma non ebbe alcuna esitazione a unirsi all'mergente rete di oligarchi miliardari. Yevgeni Krilov [capo FSB nel romanzo] era consapevole di trovarsi al cospetto dell'uomo più ricco della Russia e forse del pianeta. Nessuno all'interno della nazione concludeva un affare, fosse anche per un rublo, senza pagare una percentuale al capo supremo, magari attraverso una complicata rete di prestanome e società di comodo.
Il terzo pilastro, infine, era quello rappresentato dagli spiegati "ladri nella legge", che esistevano fin dai tempi degli zar e avevano gestito su tutto il territorio con grande succesos i campi di lavoro, i terribili Gulag. Nell'era del post comunismo, la società parallela dei Vory v Zakone si era diffusa nella maggior parte delle metropoli del mondo, in particolare a New York e a Londra, dove avevano aperto grandi e redditizie succursali. Certi soggetti risultavano molto utili per svolgere il lavoro sporco, una disciplinata somministrazione di di violenza dove e quando era necessaria.[La Volpe, di Frederick Forsyth]

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