04 febbraio 2019

Ci servirebbe un pazzo

Sono due i temi caldi su cui discute il centro sinistra di lotta sui social: la TAV da fare perché va fatta e le chiusure domenicali.
Se Calenda, i neo candidati alla segreteria PD vogliono suicidarsi politicamente, che continuino così.
Prenderanno qualche voto da confindustria, madamine, quel che resta del ceto medio. E basta.
Stesso discorso sulle chiusure domenicali: faranno perdere posti di lavoro, questa la prima obiezione, a cui però bisognerebbe aggiungere quanti posti di lavoro hanno creato, di che natura (stabile o a tempo), con che salario.
Altrimenti è solo dare i numeri che interessano, "cherry picking".
Scrive oggi Fontana sul corriere:
"c’è tantissima gente che è disponibile a lavorare e in ogni caso ci sono molte categorie di lavoratori che lo fanno regolarmente: forze dell’ordine, autisti, personale di volo e dei trasporti, dipendenti degli ospedali, addetti agli alberghi e alla ristorazione, impiegati nei servizi di emergenza e così via (anche i giornalisti, per la verità, ma siccome sono élite nella considerazione dei nuovi politici è meglio che restino in un angolo in punizione). Tutti questi lavoratori sono figli di un Dio minore?"
Rispondo al direttore del corriere che sono i lavoratori dei centri commerciali che sono figli di un Dio minore e queste cose, una persona coi piedi per terra dovrebbe conoscerle.

Infine il reddito di cittadinanza: Calenda twittava ieri dicendo che 780 euro scoraggiano le persone a cercare lavoro. Stesso ragionamento fatto da Boccia (Confindustria):
"I 780 euro mensili potrebbero scoraggiare dal cercare un impiego considerando che in Italia lo stipendio mediano dei giovani under 30 si attesta a 830 netti al mese"
Anziché preoccuparsi dei salari bassi (la soglia di povertà per una persona che abita da solo al nord è di 654 euro), questi vorrebbero un redditi di sostegno ancora più basso. Anzi, non lo vorrebbero proprio, solo sgravi alle imprese che assumono.
Come fatto dal Pd con gli effetti che abbiamo visto: si sono gonfiati i numeri dei contratti a tutele crescenti ma solo negli anni degli sgravi.

Vogliamo rifondare il centro sinistra?
Parliamo di povertà, di istruzione, di ricerca, di sanità pubblica.
Parliamo di treni per i pendolari e non solo dell'alta velocità.
Parliamo di reddito minimo, di lotta al precariato e di lotta al lavoro nero.

E invece no.
Ieri sera mi sono rivisto il film "Viva la libertà": il segretario del maggior partito di centro sinistra, sotto tensione per i sondaggi negativi e le contestazioni prese, se ne scappa a Parigi.
Viene sostituito dal gemello, uscito da poco da una clinica psichiatrica.
Il fratello pazzo riesce a rilanciare il partito, all'opposizione, cambiando parole, atteggiamento, punti di vista.
Forse serve veramente un pazzo per salvare questo centro sinistra che riesce solo a fare concorrenza alla destra.

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