06 febbraio 2019

La confraternita della rosa nera di Riccardo De Palo



Erano le prime luci del giorno a Stria, piccolo paese che in ladino suona come il nome di una fanciulla avvezza alle arti magiche, e che sorge sul fianco di una montagna perennemente esposta al sole, tra la Val Gardena e l’Alpe di Siusi. I tedeschi preferiscono chiamare i villaggio “Hexe”, ma senza riuscire a cambiare molto l'essenza di questo gioiello incastonato a millecinquecento metri d'altezza..

In questo romanzo si mescolano assieme la storia con l'esoterismo, la loggia dei Rosacroce col il culto della rosa, strani suicidi con la manipolazione delle coscienze da parte di maestri che convincono giovani fanciulle a seguire i loro riti ..

Ci troviamo in alta montagna in questo giallo, in Trentino Aldo Adige sulle Dolomiti: nel roseto di un albergo in località Stria, viene trovato il cadavere di una ragazza, giovane, morta per la caduta da una specie di casetta sopraelevata.
Difficile che si tratti di un suicidio, forse qualcuno l'ha spinta e l'ha fatta cadere.
Certo, una morte strana: la ragazza, giovane, capelli rossi, carnagione bianca come il latte, era senza scarpe, senza il suo cellulare e senza documenti addosso..
Morta in mezzo a delle rose di una qualità molto particolare, la Rosa della Foresta Nera.

Del caso se ne occupa l'ispettore capo Lukas Moroder, stesso cognome del produttore di musica dance degli anni 70: un passato come investigatore alla Mobile di Roma, ora dietro una scrivania nella sua terra natia a compilare scartoffie e ad occuparsi di piccoli reati, per qualcosa successo nel suo passato di cui non ama parlarne.
Un uomo chiuso, infatti, a cui era stato appioppato un soprannome calzante, l'abominevole uomo delle nevi.
Ma la morte di Anne Rose, questo il nome della ragazza, risveglia il suo istinto di investigatore anche perché appare un caso molto particolare: addosso alla ragazza è stato trovato solo un biglietto con su scritto “Trovateli”, la pubblicità di un profumo, Black Rose. Ancora la rosa, lo stesso soggetto che qualcuno ha dipinto su un muro poco lontano ..
Cosa vogliono dire quei rimandi alle rose? Sono legati alle cause di quella morte?
Perché il suo orologio era fermo alle 12.15
«Cioè lei, o l’assassino al suo posto, ha scelto proprio quelle rose, prendendo la mira con cura?» disse ancora Helga. «So che sembra assurdo» continuò l’ispettore, «però il rapporto della scientifica e la perizia successiva non lasciano molti dubbi ..»

Sulla squadra di Moroder (oltre a Lukas, il romano Proietti, il napoletano Esposito e la sud tirolese Helga, l'Italia unta insomma) arrivano pressioni enormi per trovare un colpevole in fretta, altre pressioni arrivano dall'Austria (la ragazza morta era cittadina austriaca), anche per le imminenti elezioni.
Ma tutte queste pressioni non corrispondevano ad aiuti da parte degli austriaci.
La ragazza sembrava non avere amici, una vita schiva: l'unica nota interessante riguardava la sua tesi che, guarda caso, era legata al culto delle sette. Il professore che la stava seguendo, interrogato, espone i suoi timori per il desiderio di Anne nel volersi infiltrare in una di queste, quella dei Rosacroce.
Ancora rose.

Aveva scoperto qualcosa di importante nel suo lavoro? Era stata uccisa proprio per il suo tentativo di infiltrarsi dentro questa setta segreta?
Oltre alle pressioni per chiudere in fretta il caso, su Moroder e i suoi agenti arriva l'impressione di essere seguiti, spiati. Come se qualcuno di molto in alto fosse interessato alle loro scoperte.

La confraternita della rosa nera è un giallo che ho trovato un po' anomalo e non pienamente riuscito: anomalo come il suo protagonista, un montanaro che soffre di vertigini e che ama vivere isolato, anche per il peso di un dolore che si porta dentro. Un montanaro solitario che ama la musica dance creata dal suo omonimo.
Anomalo perché ci si muove in una sorta di paradiso naturale, la splendida cornice della Val Gardena, un posto rimasto immutato nei secoli. Come nei secoli affondano le origini dei culti misteriosi in cui si imbattono gli investigatori: culti antichi che si mescolano però a tecnologie moderne.

Culti antichi e mostri moderni, alla caccia di persone influenzabili, presi nella rete e ingabbiati in giochi di ruolo sempre più pericolosi.

La scheda del libro sul sito di Marsilio
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