Nessuno li vide. E nessuno li sentì. Come da copione.I soldati delle Forze Speciali, in uniformi total black, avanzarono furtivi nelle tenebre diretti alla casa che rappresentava il loro obiettivo.Nella maggior parte dei centri abitati c’è sempre un po’ di luce, anche nel cuore della notte, ma lì si trovavano alla periferia di una città inglese di provincia e l’intera illuminazione pubblica veniva spenta intorno all’una. Non c’era neppure una lampadina accesa a infrangere l’oscurità. Quella era l’ora più buia, le due del mattino.Una volpe solitaria rimase a guardarli mentre passavano ma l’istinto le suggerì di non interferire con quei compagni predatori.Sulla strada incontrarono soltanto due esseri umani, entrambi a piedi, entrambi ubriachi dopo aver fatto baldoria fino a tardi con gli amici. I soldati si appiattirono rapidi tra i cespugli, mimetizzandosi completamente, finché quei tizi non si allontanarono a passo incerto verso le loro abitazioni.
Cosa
ci fanno dei soldati delle forze speciali inglesi e americane, in una
cittadina della periferia londinese? A quale pericoloso terrorista
stanno dando la caccia? Qual è la minaccia che devono sventare?
Per
scoprirlo, Frederick Forsyth parte da un po' più lontano, da quel 11
settembre che ha cambiato per sempre la percezione del terrorismo che
avevamo nel mondo occidentale.
Dall'11
settembre la spesa per la sicurezza per la raccolta dei dati (da
tutte le possibili fonti) nei paesi occidentali è esplosa come anche
è esplosa la massa di dati custoditi, non più archivi cartacei, ma
in enormi data center con supercomputer e protetti da firewall
sofisticati.
Si pensa che il defezionista e traditore Edward Snowden, fuggito a Mosca, abbia portato con sé più di un milione e mezzo di rapporti su una chiavetta abbastanza piccola da poter essere inserita nell’ano prima dei controlli alla frontiera. “Ai nostri tempi”, come direbbero i veterani, ci sarebbe voluta una colonna di camion, e una colonna di camion che esce da un cancello difficilmente passa inosservata.
Le
battaglie della nuova guerra fredda, tra paesi occidentali e Russia,
Iran o Corea, si combattono con armi diverse: si parla di
cyberterrorismo, di virus e malware usati come armi per distruggere i
sistemi informativi dei paesi nemici, per rubare dei dati o peggio
ancora. In un mondo governato da computer, dove la gestione di
ospedali, reti elettriche, strutture militari è in mano ad algoritmi
e non più a persone, intrufolarsi in un sistema informatico può
essere estremamente pericoloso.
Ecco
perché gli americani si sono allertati dopo essersi accorti che
qualcuno era entrato nella struttura super segreta e super
controllata di Fort Meade, il fortino della NSA, l'agenzia di
sicurezza americana.
Un
hacker abilissimo, se è riuscito a penetrare i loro firewall, ma
anche uno strano hacker: non solo non ha lasciato tracce dietro di
sé, ma non ha nemmeno portato via nulla.
Un
hacker che viene rintracciato in Inghilterra grazie al lavoro del
Government
Communication HeadQuarters, l'agenzia inglese per la sicurezza
dove lavora il dottor Hendricks
Anche le volpi commettono errori. Non molti, giusto uno ogni tanto. Quella che Hendricks aveva individuato era una parte di un IP che completava l’impronta parziale scoperta nel database degli alleati. Insieme le due metà formavano un intero. Seguirono quella pista e, con grande imbarazzo dei rappresentanti britannici, scoprirono che portava in Inghilterra.Per gli americani si trattava della prova che il Regno Unito aveva subito un qualche tipo di intrusione a opera di sabotatori stranieri incredibilmente preparati, forse mercenari che operavano per conto di un governo ostile, verosimilmente armati. Occorreva quindi compiere un’irruzione in forze.I britannici, invece, visto che l’hacker sembrava risiedere in una casetta di un tranquillo quartiere di periferia di Luton, nella contea di Bedfordshire
Questo spiega l'azione dei commando e anche la telefonata del primo ministro Marjory Graham al suo consigliere per la sicurezza, un ex parà ma soprattutto ex agente dell'MI6, Adrian Weston.
Una vita passata a combattere i servizi
segreti russi, il KGB nei paesi oltre la Cortina di Ferro affinché
si occupasse della caccia a questo hacker abilissimo, chiamato “La
volpe”.
Ma
quando i soldati delle forze speciali fanno irruzione nella casa di
Luton si trovano davanti una sorpresa:
Non trovarono stranieri, né mercenari o killer. Soltanto una famiglia di quattro persone che dormivano pesantemente. Un commercialista, già identificato come Harold Jennings, sua moglie Sue, e i suoi due figli, Luke di diciotto anni e Marcus di tredici.
Per questo alle tre del mattino il sergente del SAS aveva pronunciato stupefatto la frase: «Non crederete mai...».
La
Volpe è in realtà un ragazzo di diciotto anni con problemi di
autismo, incapace di comunicare col mondo esterno ma abilissimo nel
muoversi all'interno della rete.
Che
fare ora di questo ragazzo? Sbatterlo in cella per tutta la vita come
vorrebbe l'irascibile inquilino della Casa Bianca, col rischio di
infilarsi in una causa decennale per lo scontro con gli avvocati
della difesa?
Ad
Adrian Weston viene in mente una soluzione congeniale per tutti:
usare le abilità di Luke per controbattere agli attacchi informatici
dei nemici dell'Inghilterra, perché la “guerra fredda” non è
mai finita, si è solo interrotta dopo gli anni di Gorbaciov.
In
Russia per esempio c'è un presidente, un ex agente dagli occhi di
ghiaccio, un passato nei servizi russi, cresciuto all'ombra di Eltsin
che ha basato il suo potere sul controllo della polizia, degli
oligarchi che possiedono le ricchezze del paese e alla mafia russa.
Mentre Eltsin sprofondava sempre di più nel suo stupore alcolico, notò nella sua ombra un ex bullo della polizia segreta, un piccoletto dagli occhi gelidi che nutriva un'insana passione per foto omoerotiche di sé stesso
L'Iran
degli Ayatollah, che ha preso in giro l'occidente promettendo che
avrebbe smantellato il suo programma nucleare.
E
poi la Corea del nord, il paese governato, anzi, mal governato dalla
dinastia dei Kim, dove dietro l'apparenza di felicità, di pulizia,
si nasconde una profonda povertà che l'occidente non può vedere.
Alla base della sconcertante docilità dei nordcoreani c'era la totale ignoranza di quanto accadeva nel mondo esterno. L'isolamento del paese da qualunque cosa era, a suo dire, totale. Non avevano radio da cui ascoltare trasmissioni straniere, né TV, né IPAD. Dal mattino alla sera e dalla sera al mattino erano bombardati dalla propaganda filogovernativa.
Sir
Adrian decide di trasformare Luke in una nuova arma al servizio di
sua maestà, per un'operazione dal nome “Cavallo di Troia”,
scelta paradossale poiché ricorda le gesta dell'astuto Ulisse, per
una sfida in cui si affrontano le più moderne tecnologie
informatiche.
Luke
e la sua famiglia vengono trasferiti in una casa di campagna, lontano
da occhi indiscreti: qui potrà usare la sua abilità nel violare le
difese informatiche per sfidare questi paesi, Russia, Iran e Corea
appunto. Ma sarà una sfida pericolosa: dall'altra parte della
Cortina c'è un altro uomo, anche lui cresciuto negli anni della
guerra fredda a dar la caccia alle spie, a capo del servizio russo
estero, SRV, erede del vecchio KGB.
Si
chiama Yevgeni Krilov: quella tra Krilov e Winston sarà una vera e
propria partita a scacchi, dove ogni mossa deve essere preparata
bene, pensando alle strategie dell'avversario, cercando di
immedesimarsi nell'altra persona.
Una
sfida che lascerà dietro anche una serie di cadaveri: perché il
presidente russo è stato categorico, quell'arma, quel ragazzo a cui
nessun codice d'accesso sembra resistere, deve morire.
«Cosa vuole?» chiese Krilov alla figura incorniciata alla finestra.L'uomo si voltò, attraversò la stanza a grandi passi e posò le mani sulle spalle della spia seduca che, alzando lo sguardo, incrociò quei due occhi gelidi e furenti.«Voglio che finisca, Yevgeni Sergeivich, voglio che finisca. Non mi interessa come fai, di chi ti servi. E' la tua ultima occasione. L'ultima.»Krilov aveva ricevuto i suoi ordini. E anche l'ultimatum.
Anche
in quest'ultimo romanzo, Forsyth si dimostra il maestro del
genere spy thriller: possiamo leggere “La Volpe” come un romanzo
di cappa e spada, di ricatti, spie, azioni di commando e sabotaggi.
Ma
ci sono tanti rimandi all'attualità che fanno sorgere tante domande,
sulle guerre sotterranee che avvengono nel mondo d'oggi e di cui non
siamo a conoscenza.
Oppure
di cui conosciamo la punta dell'Iceberg.
L'avvelenamento
dell'ex spia Skripal.
L'abbattimento
dell'aereo Malese sui cieli dell'Ucraina nel 2014.
Forsyth
ci racconta anche delle fragilità delle dittature, in cui prima o
poi si arriva al “momento Ceausescu”; e della
corrispettiva fragilità delle democrazie, vulnerabili ai ricatti
energetici (nel romanzo si parla dei gasdotti russi usati per
condizionare le economie dei paesi occidentali), agli attacchi della
cyber guerra.
All'insana
passione che abbiamo, noi occidentali, per le dittature,
dimenticandoci degli errori che Francia e Inghilterra commisero negli
anni '30 quando sottovalutarono quel cancelliere tedesco coi
baffetti.
Altri
spunti
- La guerra al cyberterrorismo
La scheda del libro sul sito di
Mondadori
Nessun commento:
Posta un commento