Il popolo che paga, dunque siccome paga è sovrano, che decide se si deve fare l'opera che salverà il paese, non farla farà perdere 50mila posti di lavoro, porterà a penali che nemmeno la Troika...
Premere uno se vuoi completare l'opera già fatta, tanto manca poco, che unirà l'Europa nel fantomatico corridoi est ovest, che farà sollevare il PIL.
Premere due se invece sei nemico del paese, del PIL, della crescita, del popolo sovrano.
Alle prime telefonate in omaggio in comodo portachiavi a forma di tunnel..
Peccato che a sostenere le ragioni del no al TAV siamo rimasto (come partito intendo) solo il m5s che, con le sue uscite, riesce perfino a far passare in secondo piano le sparate dei si tav.
Come il direttore generale di Telt Foietta, ex presidente dell'osservatorio (indipendente?) del TAV. O di Chiamparino e degli altri sostenitori dell'opera:
Giorgio Meletti (@giorgiomeletti) sul Fatto Quotidiano: "Questi Sì Tav sono peggio dei No Vax"
È come sottoporre un trattato del professor Burioni ai Novax. Manco lo guardano: “Tutte puttanate”. Logica stringente: essendo il luminare favorevole ai vaccini, se dimostra che i vaccini servono cista imbrogliando. Il caso del Tav è ancor più agghiacciante.Il terrapiattista che rischia di far morire di morbillo il figlio per dimostrare che Burioni è un coglione, è un caso statisticamente inevitabile. MA SUL TAV si manifesta il fanatismo di un’intera classe dirigente. I sedicenti competenti hanno intonato un coro da osteria contro l’economista Marco Ponti egli altri autori dell’analisi costi benefici, accusandoli di essere prevenuti.Il maestro del coro è il commissario di governo per Tav,Paolo Foietta, sedicente servitore dello Stato che ieri lo ha sobriamente servito dichiarando che “lo studio da farsa corre il rischio di trasformarsi in truffa”. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, altro uomo delle istituzioni definisce Ponti e gli altri“cinque capricciosi esperti N o T a v ”, neanche avessero detto che Toninelli è nipote di Mubarak. In nome dell’ambiente e della razionalità economica, i neofanatici vogliono rapinare i contribuenti per togliere i camion dall’autostrada meno trafficata d’Italia (e non, per esempio dall’A22 del Brennero,che è dieci volte più trafficata,ma lì i pedaggi li incassa anche la provincia di Reggio Emilia,cioè il collegio elettorale di Graziano Delrio). Da decenni molti autorevoli economisti spiegano con calma, come se parlassero a persone normali,che è un’idiozia. Per esempio Roberto Perotti, bocconiano,commissario alla spending review scelto da Matteo Renzi, lo ha detto già dieci anni fa: “Deturpare una vallata per ridurre le emissioni dell’1% al costo di 16 miliardi è un buon investimento per le imprese appaltatrici, ma non per il Paese”. Ponti dice le stesse cose da ancora prima, perché sono evidenti.Ma i nostri terrapiattisti,imitando i sottosegretari grillini che amano spernacchiare, ringhiano: “Questo lo dice lei”.Allora Ponti glielo spiega in 80 paginette in cui una delle frasi più tirate via è “P=V*Dj–Dj/Vf* V2 (1)”. È qui che i terrapiattisti ferroviari si incazzano egli danno del falsario.È proprio Delrio, ex ministro delle Infrastrutture che pure l’analisi costi benefici l’aveva promessa senza mai farla, adare il la:“Uno studio cieco e inaffidabile”. Il prossimo segretario Pd Nicola Zingaretti, gli fa eco: “Lo studio è manipolato da interessi politic i”. Zingaretti deve sapere qualcosa, forse gliel’ha detto il fratello Montalbano. Par di vederlo Ponti, a 78 anni, che va da Toninelli egli dice: “Dimmi Danilo, quale numero vuoi cheti manipoli? Vediamo: SO = SM×(1 –d) × (1–t), che ne dici?Tolgo un meno e aggiungo un più? No, dai, Chiamparino se ne accorge”. E infatti il governatore del Piemonte, obiettivo come sempre, ha scoperto il gioco: “Affidare lo studio a Ponti è stato un po’come affidare a Dracula la guardiania della banca del sangue”.POI C’È B., che ha il cemento al secondo posto tra i profumi preferiti: “Uno studio costruito apposta per dare ragione ai 5 stelle, ma è pieno di sciocchezze”. Paolo Zangrillo, fratello del suo medico messo in Parlamento, misura le parole: “Una pagliacciata”. Giorgia Meloni, fresca vincitrice delle regionali abruzzesi con i voti di Salvini, si adegua:“Una buffonata”.Poi c’è la tragedia dei posti di lavoro. I trucchi di Ponti “ne faranno perdere 50mila”, tuona il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia. “Cinquanta mila, sì sì”, ripete la leader della Cisl Annamaria Furlan. In realtà i posti di lavoro dei cantieri Tav saranno 450 in media per dieci anni: una media impresache si aggiungerà alle 4 mila già esistenti. E questo dato non se l’è inventato ilNoTav Ponti. È sul sitodel l’Osservatorio di Foietta. La distanza da 450 a 50mila misura la disperazionedi chi riponeva nel grande affare speranze di vario tipo.
Nessun commento:
Posta un commento