29 ottobre 2020

La passione per il delitto 2020 – domenica 18 ottobre: tre delitti per tre città

 

L'autografo di Filippo Venturi al suo libro


Penultimo incontro alla Passione per ildelitto 2020: Franca Villa presenta i libri dei seguenti autori

Tre storie diverse, che invece hanno tratti in comune.

Filippo Venturi presenta il suo libro, con un oste detective (al secondo romanzo): un ristoratore legato alla tradizione per cui quando sta per materializzarsi un guaio, lo avverte.

La sfoglia per le lasagne che non viene, nel primo romanzo. In questo invece c'è una ragazza che si sente male, per una crisi allergica: Zucchini entrerà così in questo nuovo caso che lo porterà alla ricerca dell'icona della Madonna di San Luca. Come se rubassero la madonnina a Milano.

Il protagonista ha qualcosa di autobiografico, Emilio Zucchini nasce da una mia passione recente per la scrittura, nata dieci anni fa.

Un giorno Repubblica mi chiese un trafiletto e io scrissi una specie di tripadvisor sui clienti: Mondadori un giorno gli scrisse chiedendogli di scrivere un romanzo, con una specie di Coliandro in ambito gastronomico.

Avevo una forte paura di sbagliare, allora mi sono ispirato a me stesso, alle cose che conoscevo. E ora, dopo due anni, non so se sono io ad ispirarmi a lui o viceversa.

Con Bologna ho un rapporto fortissimo, troppo forte che si porta dietro delle conseguenze: non sono un cittadino del mondo, ma un bolognese.

Ho due figli, una moglie, degli affetti ora non potrei girare il mondo: nemmeno ai tempi dello studio, la mia passione per Bologna mi ha privato del coraggio di andarmene. Da buon bolognese parto sempre per tornare.

Un personaggio della storia è il vescovo, molto aderente alla realtà, che ha una fortissima umanità, molto progressista e che vive la sua cristianità come il nostro papa.

Volevo raccontare questo vescovo che sta togliendo della polvere nella chiesa bolognese.

Per esempio con i tortellini al pollo, per i fratelli musulmani, da consumare alla festa di San Petronio, una proposta del monsignor Zuppi che suscitò molte polemiche negli ambienti conservatori.

Un giallo da leggere? Leggo molto libri che fanno ridere, come i libri di Robecchi, Don Winslow..

Un libro che consiglio, John Niven “A volte ritorno”.

Gli spaghetti alla bolognese sono spaghetti, con pomodoro e tonno: è un piatto povero, il piatto di Santo Stefano.

Antonio Paolacci presentava il libro da solo per l'assenza di Paola Ronchi: protagonista dei romanzi è il vicequestore Nigra, gay dichiarato, a Genova.

Il romanzo si apre con un delitto in una chiesa nel centro storico di Genova, dove sono presenti un gruppo di anziani, quasi tutti amici tra di loro.

Uno di questi, dopo aver preso l'ostia, si accascia.

Sono tutti sospettati, gli arzilli vecchietti, accomunati dalla passione per il delitto. Da qui inizia un gioco di sospetti e contro-sospetti, per un omicidio architettato in modo complesso.

Nigra nasce da una specie di esigenza politica, dall'idea di creare un investigatore in un giallo classico con questa caratteristica, essere omosessuale.

Da questa idea siamo partiti, io e Paola: da un'idea ci siamo mossi a valanga, è nato il personaggio, i co-protagonisti, il contesto.

Ci siamo documentati, sul mondo della polizia, sul mondo della Questura di Genova. E anche con una associazione che si chiama Polis Aperta, di esponenti di polizia lgbt.

Siamo tutti e due foresti: Paola viene da Torino e io dalla Campania, ma abbiamo una fascinazione per Genova, quando ci sono arrivato ho avuto la sensazione che non potevo non scrivere di questa città.

Non si può scrivere di un luogo che non si conosce davvero: Genova è una città dove è difficile distinguere centro da periferia, chi sta in quartiere magari non conosce come si vive in altri.

Genova offre la possibilità di mettere assieme tante tematiche: il centro storico multietnico, complicato, contraddittorio. Dall'altro lato, Genova è una città portuale, internazionale, con forti contatti con la Francia.

Ma è anche una città provinciale, non è una metropoli: con questa serie vogliamo raccontare la città ma anche la nazione, perché nella Questura ci sono poliziotti da tutte le parti d'Italia.

Com'è scrivere a quattro mani?

Serve avere accanto la persona giusta, abbiamo scoperto di avere lo stesso metodo di Fruttero e Lucentini: parliamo e condividiamo tanto della nostra vita, arriviamo al foglio quando abbiamo già le idee chiare.

Poi il lavoro diventa normale: una scaletta, poi i capitoli e poi i file che ci scambiamo. Ogni frase del libro deve essere approvata da entrambi.

In questo romanzo rubiamo dalla realtà: un signore in chiesa che si è sentito male, di fronte ai genitori di Paola. I genitori hanno raccontato la reazione dei presenti: da qui siamo partiti, col morto che è anche una persona antipatica.

Il nostro è un romanzo sul pregiudizio: anche quello del lettore, che di fronte al morto, alla sua perfidia, pensa che se lo sia meritato.

Da che autori sono stato ispirato? Manchette, Bruno Morchio (riferimento per Genova), poi Robecchi, Manzini..

Un libro che deve essere letto è La donna della domenica, Fruttero e Lucentini.

Enrico Camanni presenta il suo libro, il quarto con lo stesso protagonista, una guida alpina che si trova di fronte a casi di persone scomparse.

Diventa detective perché si appassiona di queste scomparse: una di queste è una donna, trovata sotto una valanga, vittima di una amnesia.

Quella donna era legata, con una corda, ad un'altra persona. Chi era questa persona?

Nel libro ho messo cose mie – racconta l'autore: da ragazzo avevo due passioni giornalisti e montagna, ho scelto la scrittura poi e quindi il personaggio nasce dal fatto che volevo diventare una guida alpina.

Non sopporto gli stereotipi sulla montagna, sugli uomini della montagna: il protagonista è un immigrato del sud che vive a Torino, ha una ex moglie e una fidanzata.

In alcuni aspetti ho messo della fantasia, ma non potrei mai scrivere di cose che non conosco, di posti che non ho frequentato.

Il protagonista abita in un posto abitato, dove si incrociano alpinisti ma anche turisti e i tir che trasportano merci.

Il secondo luogo del libro è Torino, che non è quella delle cartoline, ovvero la Barriera di Milano, ex zona di operai. Come il papà di Settembrini, operaio della Fiat.

Poi ci sono le Alpi, volevo raccontare a tutti cosa fossero, una catena lunga 1200km, attraversarle è come attraversare l'Italia.

La passione per la montagna l'ho sempre avuta, quella per la scrittura l'ho imparata di recente: non sono architetto nell'impostazione, ho in mente la storia e gli eventi fondamentali, ma aggiungo eventi e personaggi strada facendo.

I libri che mi hanno influenzato sono quelli di Simenon, Mankell e il suo commissario Wallander, e poi l'autore dei libri I fiumi di porpora Grangé.

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