19 ottobre 2020

Anteprima delle inchieste di Report

Così, nel mare delle solite polemiche, siamo arrivati ad ottobre alla seconda ondata, con un nuovo picco di contagi (oltre diecimila), decine di morti ogni giorno (ma sono persone con altri problemi.. come per minimizzare) e i posti in terapia intensiva che crescono. Tutti scongiurano un nuovo lockdown, eppure bisogna agire e in fretta.

Bisognerebbe anche prendere decisioni difficili, scontentando alcune categorie in nome di un bisogno superiore: la priorità dovrebbe essere la scuola, la produzione industriale, togliendo di mezzo tutto il superfluo. Ma come fa un governo a decidere e imporre per decreto i comportamenti giusti o sbagliati?

Dovremmo interrogarci su cosa abbiamo sbagliato, cosa non è stato fatto per evitare ulteriori errori nelle prossime settimane: lo dicevamo a marzo e ad aprile. Tocca ripeterlo oggi, dove assistiamo ad uno scontro tra regioni e governo su trasporti, scuole, vaccini, tamponi..

Lunedì sera Report toccherà anche questo, con un'inchiesta sul sistema Fontana in Lombardia: da chi sono state influenzate le scelte del presidente lombardo in questi mesi? Mogli, camici, cavalli dei paesi tuoi, racconta Sigfrido Ranucci nell'anticipazione della puntata.

Il presidente Fontana e il sistema Lombardia

Da capitale morale, locomotiva del paese, regione virtuosa che dovrebbe stare in nord Europa e non nell'italietta, la Lombardia in questi mesi si è dimostrata esempio di cosa non fare per combattere il Covid.

Depotenziamento del sistema sanitario di base, mancate scorte di dispositivi, l'inutile ospedale (con fondi donati da privati) in Fiera per le terapie intensive, lo scandalo dei camici del cognato di Fontana.

Vi ricordate come si è difeso Fontana? Dicendo di aver messo lui i soldi, per ripagare il cognato della fornitura poi bloccata (quando hanno scoperto che Report stava facendo domande) con un bonifico da 250 mila euro proveniente da un suo conto schermato. Come mai? Perché non aveva quella cifra su altri conti.

“Lei non conosce niente e continua a far domande” è sbottato il presidente. Vero, ma le domande nascono dal fatto che sono risposte insufficiente, che non chiariscono.

Come han fatto i genitori di Fontana ad accumulare quella cifra, col lavoro che facevano? Più ci si addentra in questa storia, più questa assume le forme di un intrigo, perché le giustificazioni del presidente cozzano con le intercettazioni e con i fatti emersi.

Per esempio il cognato e la sorella non erano affatto felici di dover fare una donazione alla regione, suggerendo al marito di farsi restituire almeno una parte dei camici donati.

Forse per questo, per ripagare Dini dei camici, che Fontana effettua quel versamento da 250mila euro, “una decisione spontanea e volontaria .. quel gesto spontaneo è diventato così sospetto e losco” ha detto in aula.

Ma è stata la sua banca la prima a sospettare, bloccando il bonifico e segnalandolo come operazione sospetta. Quei soldi arrivavano da un conto svizzero di Fontana che porta ai Caraibi, alle Bahamas, dove la famiglia del presidente ha avuto per anni un Trust anonimo da 5ml di euro.


Per capire chi ci sia dietro la Montmellon Valley, Mottola ha chiesto aiuto a Gian Gaetano Bellavia, esperto di conti offshore, trust: “dietro c'è uno studio di avvocati di Panama, antagonista di Mossack Fonseca protagonista della vicenda dei Panama Papers, che opera per gestire strutture offshore, strutture che consentono l'anonimato bancario dentro cui ci sono un sacco di soldi”.

Sono strutture con cattiva reputazione, usate anche per riciclare denaro sporco. Attilio Fontana, che aveva una delega sul conto, sostiene che fossero i risparmi dei genitori, dentista lei e dipendente della mutua lui.

La società anonima alle Bahamas viene chiusa alla morte della madre, nel 2015: “in quell'anno – spiega Bellavia - “entra in Italia la normativa per la Voluntary Disclosure che consentiva chi aveva denaro all'estero di regolarizzarlo, pagando una cifra ridicola. Poi sarebbero entrate in vigore delle normative penali che avrebbero reso impossibile detenere del denaro proveniente da un delitto anche in Svizzera”.

Di fronte a questo, la reazione del presidente Fontana segue un canovaccio già visto: “stia attento a quello che dice”, rivolto al giornalista.

Quello dei camici non sarebbe stato il primo caso di conflitto di interesse del presidente: Giorgio Mottola ha intervistato un ex dirigente del comune di Varese (di cui Fontana è stato sindaco) che parla di un “uso disinvolto” dei beni pubblici, degli incarichi. Per esempio un cambio di destinazione d'uso per un terreno intestato alla figlia, che era diventato terreno edificabile. Si tratta di 4 mila metri quadrati in una delle zone più pregiate di Varese, ereditato dalla figlia Maria Cristina nel 2012 assieme alla villa di famiglia immersa nel verde: all'epoca il terreno era iscritto al catasto come area esclusivamente verde, ma la giunta Fontana ha cambiato il piano regolatore e il terreno della figlia è diventato edificabile.

Dai verbali del consiglio comunale non risulta che Fontana abbia mai dichiarato il conflitto di interesse – racconta il consigliere PD Andrea Civati. Grazie al cambio di destinazione il valore del terreno cresce di 10 volte: al momento del voto Fontana era presente e, dalle carte del comune, non ha dichiarato la sua posizione.

Una storia che si è poi ripetuta quando un consigliere di minoranza ha presentato un esposto per bloccare il cambio di destinazione sul terreno della figlia: anche allora Fontana contribuisce a far bocciare l'emendamento.

L'ex dirigente ha segnalato queste cose in procura in due esposti, uno a Varese e l'altro a Milano: la procura di Varese ha aperto un fascicolo a carico di Fontana per abuso d'ufficio ma le accuse sono state archiviate.

“So chi è l'autore della lettera anonima e lui sa che io lo so” ha detto il presidente nella conferenza stampa fatta dopo l'archiviazione. Un messaggio molto poco sibillino.

La figlia del presidente ha ereditato le quote dello studio legale del padre e ha iniziato a fare consulenze anche con la pubblica amministrazione, in particolare con la regione Lombardia.

Consulenze che, stando alle carte consultate da Report, si sono moltiplicate dopo la nomina del padre con l'azienda sanitaria nord di Milano.

A partire dal settembre 2018, le consulenze da una (nel 2016) diventano 5 nel 2018 e 4 nel 2019: nelle carte, alla voce “verifica assenza conflitto di interessa” c'è scritto si. “Questa è un'affermazione molto grave e molto falsa” la risposta dell'avvocata.

Report è venuta in possesso di un documento dell'ufficio affari legali dell'ASST Nord Milano che inserisce, nell'aprile scorso, l'avvocato Fontana tra i legali abilitati a dare consulenze: con quella abilitazione potrà fare consulenze anche nei casi di malasanità e nel settore fallimentare.

A nominare quel documento i massimi dirigenti dell'ASST Nord, nominati dalla giunta Fontana.

Alla domanda del perché di questa nomina, l'avvocata ha risposto “lei non ha alcuna autorità quindi io non le devo nessuna spiegazione, così posso lavorare, cosa che lei non sa cosa voglia dire”. Si chiama mestiere del giornalismo, avvocato.

Giorgio Mottola seguirà anche la storia dell'acquisto del capannone alla periferia di Milano da parte della Lombardia Film Commission: Report è andata in Brasile per incontrare Luca Sostegni, quello che la procura ritiene essere il prestanome dei commercialisti della Lega in questa operazione costata al pubblico 800mila euro.

Nelle intercettazioni dei magistrati ci sono delle telefonate tra Sostegni e Scillieri, in cui dice di aver parlato con Report (che lui stesso aveva contattato per raccontare la storia del capannone), incontro che ha turbato i sogni di Scillieri e dei commercialisti.

Ne parlano la moglie del commercialista Scillieri con Fabio Barbarossa, amministratore dell'Andromeda, la società che ha venduto il capannone: “Luca dice di sapere delle cose sul discorso della Lega, lui ha già contattato Report che sono disposti ad andare in Brasile, per fare un articolo in più sulla Lega o su Salvini, immagino ..”

Così il viaggio a Prado, in Brasile, sulle tracce di Luca Sostegni che qui aveva aperto una pizzeria.

Il servizio di Report racconterà anche del peso, dell'infiltrazione della ndrangheta in Lombardia su nomine, appalti truccati ed episodi di corruzione

La scheda della puntata: La capitale immorale, di Giorgio Mottola, in collaborazione di Norma Ferrara, Federico Marconi, Giovanni De Faveri

Dietro allo scandalo dei camici del cognato di Fontana Report ha scoperto un sistema di potere che da anni avvolgerebbe la Regione Lombardia: appalti truccati, nomine pilotate e infiltrazione della ‘ndrangheta. Con interviste e documenti esclusivi l’inchiesta fa luce su nuovi e inediti conflitti di interesse del governatore Fontana. Viene ricostruita inoltre la presunta rete di corruzione messa in piedi tra Varese e Milano da una delle eminenze grigie più potenti della Lombardia: un politico di altissimo profilo, detto il Mullah, legato a Marcello Dell’Utri e consigliere di Attilio Fontana nella formazione della giunta regionale. In questo scenario la ‘ndrangheta avrebbe trovato terreno fertile. Deciderebbe giunte comunali, nomina sindaci e non sente più alcun bisogno di nascondersi.

Il paese della pasta

Il grano del senatore Cappelli fa bene alla salute: ma deve un grano coltivato da semi in purezza, non mischiato ad altre qualità di grano come han fatto alcune marche (come Alce Nero, che si è difesa tirando in ballo la difficoltà nel reperire la semenza pura).

Il seme in purezza di questo grano è dello Stato, che attraverso il CREA lo da in concessione a una o più sementerie che poi a loro volta lo danno agli agricoltori.

Nel 2016 è stato assegnato alla Sis di Bologna che ha verificato la “leggenda” del senatore Cappelli, quella per cui questo grano farebbe meno male, toglierebbe i sintomi negativi di altre paste come gonfiori e dolori addominali.

Alla Sis hanno sperimentato la pasta su trenta pazienti che quando mangiano la pasta generica hanno problemi intestinali: presso il Policlinico a queste persone hanno somministrato 100gr di pasta fatta col grano Cappelli e tutti hanno avuto benefici.

Questa ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nutrients, dove si evidenziano i risultati sui sintomi intestinali e extra intestinali (mal di testa..). Eppure nel paese della pastasciutta, non ne abbiamo parlato. Perché mentre alla Sis facevano questo lavoro scoppiò il caso all'Antitrust: pare che nel primo anno di distribuzione ci fosse poco seme in purezza e che la Sis lo distribuisse escludendo gli iscritti a Coldiretti.

Da una di queste associazioni si parla di una mancanza di libero accesso al mercato, da cui l'indagine sulla Sis. Per colpa di questa disputa l'uso di questo seme è ancora precluso al mercato

La scheda del servizio: La pasta del Senatore di Bernardo Iovene con la collaborazione di Greta Orsi

Se mangi la pasta del senatore Cappelli i sintomi quali dolori addominali, gonfiore, etc. si abbattono. Una leggenda che diventa realtà: trenta pazienti non celiaci, ma con sintomi da celiaci, sono stati sottoposti a un esperimento al Policlinico Gemelli. Mangiando pasta di grano Senatore Cappelli i disturbi si sono ridotti notevolmente. La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Nutrients, in Italia non è stata diffusa. Il committente, la Sis di Bologna, che ha avuto dallo Stato l’esclusiva della vendita del seme in purezza, è stata sanzionato dall'Autorità Garante della Concorrenza per imposizione del vincolo di filiera: imponeva agli agricoltori la consegna di tutto il grano raccolto, anche se a un buon prezzo. Un’altra multa l’ha avuta per discriminazioni e dinieghi di fornitura: avrebbe negato il seme magico ai non iscritti alla Coldiretti. La Sis parla di complotto e di prove false, a rimetterci intanto è la certificazione di una filiera che potrebbe sviluppare un grano benefico tutto italiano.

L'amore ai tempi del Covid

Qual è stato l'impatto del Covid sulla sessualità degli italiani?

Gli effetti sulla salute mentale delle persone sono un aspetto spesso trascurato e, tra questi, anche la salute sessuale. La paura del virus ha portato le persone, in Italia e non solo, a sperimentare nuove forme di incontri, in forma virtuale e non solo.

Scambio di foto col partner, l'uso di sex toys (comandati da App a distanza): durante il lockdown, lo racconta il servizio di Antonella Cignarale, sono aumentati gli acquisti dei sex toys da parte dei consumatori tra 45 e 54 anni (un bel +105%), tra questi i vibratori telecomandati a distanza (+280%).

La scheda del servizio: L'amore al tempo del Covid-19 di Antonella Cignarale in collaborazione di Marzia Amico

Ai tempi del Covid-19 il piacere di incontrarsi si può trasformare in disagio, c’è chi si spinge a un abbraccio trattenendo il respiro, il bacio è ormai un miraggio e sulla prevenzione durante i rapporti sessuali non c’è ancora una pubblicità progresso in Italia né due righe sui rischi e come provare a ridurli. Eppure la salute sessuale, da 45 anni riconosciuta dall’Oms come aspetto fondamentale per il nostro benessere psicofisico, oggi è minacciata da Covid-19 che ci pone di fronte un paradosso: la trasmissione avviene più nella prossimità tra i corpi che per via sessuale. Autoerotismo e sesso virtuale sono addirittura le vie più sicure consigliate dalle linee guida internazionali e per fare trionfare l’amore, quello vero, bisogna armarsi di maggiori precauzioni e tanta fantasia.

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