Il Bitcoin è la prima e la più importante moneta virtuale, nata nel 2008 a poche settimane dal crollo della banca d'affari Lehmann Brothers, che segnò l'inizio della crisi finanziaria americana e mondiale.
Bitcoin nasce con l'idea di far fuori i potenti intermediari finanziari, legati ai conniventi pubblici – racconta Luca Fantacci dell'università Bocconi – per creare la moneta del popolo.
L'idea è realizzare una moneta del popolo per realizzare una rivoluzione economica dal basso ottenuta attraverso una moneta distribuita, disintermediata, e scarsa. I Bitcoin estratti ad oggi sono solo 18,5 milioni ma hanno un limite, il loro numero massimo è 21 milioni, limite che nasce dal tentativo di ricreare in salsa digitale la scarsità dell'oro.
Se l'oro è diventato prezioso nella storia è proprio perché è raro, allo stesso modo più è difficile ottenere Bitcoin più varrà la moneta.
Una teoria – racconta l'anticipazione del servizio – che ha dato i suoi frutti: il primo acquisto con Bitcoin è stato fatto nel 2010, 10000 Bitcoin per comprare due pizze, oggi uno solo vale 40000 euro.
Ma è tutto il mercato delle cripto valute che sta crescendo in modo esponenziale e oggi ha raccolto 2000 miliardi di dollari (transazioni che non sono passate dai consueti canali finanziari): come sono nate le criptovalute e quali sono i rischi per chi ci investe? E quale sarà il futuro delle banche?
Sono queste le domande a cui cercherà di dare una risposta il servizio di Presadiretta: “La guerra dei soldi”.
Dietro il Bitcoin c'è la blockchain, il cuore tecnologico della moneta virtuale, che consente a cento milioni di persone di scambiarsi le criptovalute e di determinarne così il prezzo: a certificare le transazioni non ci sono più le banche, ma migliaia di batterie di server che lavorano H24 per eseguire calcoli computazionali per le certificazioni dei flussi.
Si chiamano miniere, queste postazioni di server, e chi le fa funzionare viene chiamato “minatore”, che estrae oro in forma digitale.
Francesco Buffa lavora alla Alps Blockchain: hanno 1500 server installati e riescono ad “estrarre” 1 bitcoin al giorno, il loro obiettivo è arrivare in un anno a 5500 macchine per passare a 3-3,5 bitcoin al giorno.
La crescente importanza di questo settore è testimoniata dal fatto che sono diverse le aziende in questo settore, la loro importanza la si nota dal fatto che molte sono sponsor del calcio, come Crypto.com o anche Socios.com (sponsor dell'Inter), una App su cui si acquistano gettoni digitali.
La Roma è invece sponsorizzata da Digitalbits per 12ml l'anno, mentre il Milan ha firmato un accordo con Bitmex: tutte società che trattano criptovalute, i cui contratti sono molto importanti per i bilanci delle squadre di Serie A, dopo due anni di vacche magre.
Anche Messi, il giocatore più pagato al mondo, nel suo contratto prevede un pagamento con criptovalute: ma non è solo il calcio italiano, queste società sono sponsor della Major League, della F1, del baseball, queste monete stanno portando fiumi di soldi di cui è bene conoscere la fonte.
Oggi ci sono centinaia di siti dove comprare criptovalute, Exchange si chiamano, che sono diventati dei veri e propri colossi finanziari: lo scorso aprile, Coinbase, l'exchange più grande di tutte è sbarcata a Wall Street raccogliendo 63,5 miliardi di dollari e battendo ogni record di un titolo al debutto sull'indice Nasdaq.
Il mercato delle criptovalute è esploso con la pandemia, oggi vale 2000 miliardi di dollari e fa gola a molti. Anche in Italia, a Torino, esiste un Exchange, si chiama Young ed è nato a Torino: qui lavorano 25 persone e raccoglie due milioni di euro di depositi ogni settimana.
Perché servono tante persone? Andrea Ferrero uno dei cofondatori spiega a Presadiretta che il loro obiettivo è diventare una banca di monete virtuali, con tutti i servizi di una banca, dalla carta prepagata, erogazione di prestiti, per non avere un giorno più bisogno di una banca.
Magari potrebbe essere una soluzione al problema della chiusura delle piccole banche, nei piccoli comuni: una razionalizzazione dei costi, così le chiamano i manager.
Un problema per i comuni, però, come i comuni nell'alessandrino dove BPM ha chiuso 15 sportelli.
Riusciranno queste nuove banche a risolvere i problemi del credito delle banche tradizionali? E che ne sarà degli sportellisti, tutti a casa? Come rispondono a questa rivoluzione le banche italiane e quelle centrali?
Presadiretta LA GUERRA DEI SOLDI 21.20 Rai3 e in streaming su RaiPlay
Un racconto di Riccardo Iacona con Raffaele Marco Della Monica, Luis Mastropaolo Elena Stramentinoli, Andrea Vignali Lorenzo Calanchi
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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