08 settembre 2021

Tifo da stadio

Si green pass, no green pass, l'invidia del rolex, il metadone di stato, apartheid di stato, viva la libertà, il fascismo è finito (allora basta avvisare i fascisti), negazionisti delle foibe, giustizialisti vs garantisti, amici dei talebani..

Abbiamo trasformato la discussione politica in una questione di tifo e questa è di fatto la vittoria più grande del populismo, e non è solo un problema di grillini e sovranisti. Populista è diventata la discussione nei talk dove a discutere di giustizia e obblighi vaccinali si invitano personaggi come la scrittrice Boralevi, la leghista Donato (che abbiamo mandato in Europa a nostre spese), la commentatrice di calcio Ilaria D'Amico.
Populista è l'informazione che insegue i voltafaccia dei leader politici alle prese coi selfie e i bagni di folla.

Nel tifo da stadio si mettono sullo stesso piano i no vax con insegnanti e presidi e i loro problemi nelle aule scolastiche (sempre le stesse) e coi protocolli a tutela della salute delle persone. Si usa il green-pass come scudo per chiudere tutte le discussioni, o sei pro o sei contro, nessuna sfumatura è possibile.

Chiedetelo ai lavoratori della Riello o della Gianetti ruote, vittime della delocalizzazione cosa ne pensano della polemica del Rolex o del boom italiano che ci aspetta: sono tutte persone che ora dovranno arrangiarsi per trovare un altro lavoro. Non solo, si trovano di fronte a situazione incredibili: quanti nella Gianetti hanno trovato un lavoro devono ora pagare il preavviso all'azienda (che poi è in mano ad un fondo speculativo). 

Lo scorso anno avevamo compreso l'importanza della sanità pubblica, per tutti, sul territorio e non concentrata nei grandi ospedali (spesso privati): ecco la regione Lombardia è riuscita a sorprenderci un'altra volta (dopo lo scandalo dei camici, il flop del portale delle prenotazioni, la non chiusura dei primi focolai). Nella proposta di riforma del sistema sanitario la Moratti intende regalare i presidi sul territorio ai privati. 

Avete più sentito parlare di salario minimo, di maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, di lotta alle disuguaglianze? 

No. Le morti sul lavoro provocano le solite lacrime di coccodrillo, salario minimo e anche reddito di cittadinanza sono viste come misure che bloccano le mani libere delle aziende.

E le alluvioni, gli eventi meteorologici sempre più intensi che causano danni alle persone, alla circolazione, al settore ortofrutticolo? Tutto soffocato dal chiacchiericchio su nucleare si nucleare no. Come se le centrali di nuova generazione fossero li per venire.

Sparito anche il tema del pnrr, quei miliardi che magicamente cambieranno il volto del paese: come li spenderemo, chi controllerà la spesa, come verranno monitorati gli effetti di questa spesa eccezionale?

Non basta dire "basta che ci siano Draghi e Mattarella", e da fastidio sentir ripetere che bisogna rilassare vincoli e procedure. In un paese dove crollano ponti (e funivie a Mottarone, ma chi se lo ricorda più?) e nessuno ha colpa.

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