29 settembre 2021

Il ritmo di Harlem, di Colson Whitehead

 


Suo cugino Freddie lo coinvolse nella rapina in una calda sera di inizio giugno. Ray Carney stava vivendo una delle sue giornate frenetiche – uptown, downtown, sfrecciando da un capo all’altro della città. Senza neppure spegnere il motore.

Questa è la storia di un uomo di colore, nato e cresciuto negli anni sessanta nel quartiere di Harlem, uptown, ma un uomo con due volti.

Intendiamoci, due volti in senso metaforico, perché Ray Carney è una persona normale, come tante, con un volto da onesto commerciante di mobili, anche usati, che vende nel suo negozio alla 125 strada, con un aiutante e perfino una segretaria.

Ha studiato economia al college per arrivare a questo, un piccolo imprenditore con un discreto successo, cosa non facile per una persona di colore nell'America degli anni sessanta. Anche sua moglie Elizabeth ha studiato, laureata in legge: avrebbe potuto intraprendere una carriera nel settore ma ha scelto invece di lavorare per un gruppo che aiuta le persone di colore quando devono spostarsi, per vacanza o per altri motivi. Quali hotel scegliere, quali percorsi fare e quali evitare, in quali paesi è meglio evitare di farsi trovare in giro dopo il coprifuoco se vuoi tornare vivo a casa, perché siamo sempre nell'America dove negli stati de sud le lancette si sono fermate al secolo precedente. Sebbene non sia infrequente prendersi qualche manganellata o finire in manette per il colore della pelle anche qui al nord.

Ma Ray ha anche un altro volto, nemmeno troppo nascosto, almeno per chi lo conosce da vicino: è figlio di big Mike Carney, un piccolo criminale che da piccolo lo aveva lasciato solo. Ray aveva passato diversi anni dell'infanzia, dove aveva un carattere chiuso, dalla zia Millie assieme al cugino Freddie.

Chi era Carney, a quei tempi? Gracile e timido, ogni sua parola un mezzo balbettio.

Quante ne avevano fatte, con Freddie e ogni volta che il cugino lo ficcava in qualche problema in era sempre la stessa storia “non volevo causarti dei guai..”

Anche se oggi Ray è un commerciante, non disdegna, qualche volta, di rivendere qualcosa che gli arriva tra le mani in via non proprio ufficiale.

«Li ha portati ieri un tizio» disse Aronowitz. 

«Mi ha detto che sono caduti da un furgone.» 

«Le scatole sembrano intatte.»

«Non saranno caduti da tanto in alto.»

Qualche merce che è caduta dal camion, qualche gioiello senza un vero certificato di garanzia che poi Carney rivende da un gioielliere ebreo con pochi scrupoli ma con un grande occhio per le pietre preziose. Piccole cose, nemmeno da porsi troppi scrupoli sulla propria coscienza.

Ma ora Freddie lo sta cacciando in un guaio ben più grosso, lo sta portando dentro il giro del crimine che conta: il giro dei Miami Joe, un criminale venuto su da Miami, dei Chink Montague, uno “noto per la sua abilità con il rasoio a mano libera”, del signor Pepper, un altro gentiluomo che aveva lavorato col padre di Ray e che veste sempre allo stesso modo, una salopette e una camicia a quadri.

Big Mike, l'uomo vestito in viola, ha organizzato un colpo per svaligiare l'Hotel Theresa, uno dei pochi che ospitava anche “neri”, in vacanza o di passaggio per la città ai tempi della segregazione, “il quartier generale del mondo nero”.

«Gli hai fatto il mio nome. Lo sai che non sono in quel giro. Io vendo articoli per la casa.» «Il mese scorso non ti sei lamentato, quando ti ho portato quel televisore.» «Era seminuovo. Non avevo motivo di lamentarmi.»

Per questo colpo, Freddie ha fatto il nome di Ray come persona a cui far smerciare i gioielli rubati. Che fare, lasciar perdere tutto, tirarsi fuori o fare quell'altro passettino verso il crimine?

Non rimane altro da fare che accettare, entrare nel giro e rischiare anche la pelle, perché al termine della rapina le cose tra i soci del colpo non andranno nel verso giusto.

Questo sarà solo il primo passo, per la carriera criminale di Ray. Perché è una strada senza ritorno e forse Ray non è l'onesto commerciante e padre di famiglia. In quell'America dove quello che contano sono i soldi e le relazioni, quella nuova dimensione non gli dispiace molto.

Altri passettini arriveranno: la vendetta contro un banchiere di colore che ha truffato mezza uptown, la mazzetta al detective bianco per chiudere un occhio, il primo morto da scaricare sulla riva del fiume nascosto dentro un tappeto..

L'evoluzione del Ray criminale ha una corrispettiva crescita anche del Ray uomo d'affari: la crescita della sua esposizione, una nuova casa in Riverside Drive, anche per far crescere i figli di fronte ad un panorama diverso dalla sopraelevata che vedevano davanti la vecchia finestra.

A volte Carney sentiva ancora il suocero definirlo “quel venditore di tappeti”

E' anche una rivincita nei confronti dei suoceri, che non avevamo visto di buon occhio il matrimonio di quel ragazzo di colore con la figlia, per la sua provenienza sociale.

Ma il prezzo di questa salita, verso un maggiore benessere da una parte, o discesa nel mondo criminale, avrà un costo, perché Ray si ritroverà in mezzo a nuovi gangster, ancora più pericolosi, perché dalla loro parte hanno l'arma più potente.

Il denaro e le amicizie che contano.

Aveva passato così tanto tempo a cercare di tenere una metà di se stesso separata dall’altra metà, e adesso erano destinate a scontrarsi. Ma d’altronde condividevano già lo stesso ufficio, no?

Attraverso il racconto della vita del protagonista, l'autore ci racconta la vita di quella parte dell'America, quella all'interno del quartiere nero di Harlem, uptown.

Davanti a lui non si stendeva una Nuova Frontiera infinita e munifica – quella era per i bianchi –, ma questa nuova terra era grande almeno qualche isolato, e a Harlem qualche isolato era tutto. Qualche isolato era la differenza tra gran lavoratori e delinquenti, tra opportunità e fatica ingrata.

La crescita della televisione a discapito della radio, un apparecchio sempre più in disuso, i gusti per l'arredamento che cambiavano.

Le rivolte scoppiate a diverse ondate e spesso causare da qualche colpo di pistola partito da un poliziotto bianco contro un nero.

Le bustarelle che girano, come se fosse un ricambio della merce fisiologico.

Club esclusivi dove anche persone di colore potevano coltivare le loro ambizioni e far crescere la loro rete di relazioni.

Negozi che Ray aveva conosciuto sin da bambino e che invece nascondevano l'ingresso ad un'altra città, la città criminale.

Un mondo intero che viene raccontato seguendo la storia personale del protagonista, l'uomo con due volti e alle prese con la difficoltà nel cambiare il proprio ruolo sociale, in quella che dovrebbe essere la terra delle opportunità.
Un romanzo sociale, mascherato da giallo che è anche un omaggio a New York e Harlem.

La scheda del libro sul sito di Mondadori

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