05 dicembre 2005

La caduta di Oliver Hirschbiegel


Gli ultimi 12 giorni della vita di Hitler, da 20 aprile fino al suicidio il 2 maggio 1945, raccontati attraverso le memoria della sua segretaria Traudl Junge. La sceneggiatura del film si basa infatti sulle sue memorie ("Fino all'ultima ora" su bol e ibs) e sulla biografia di Hitler scritta dallo storico tedesco Joachim C. Fest ("La disfatta" su bol e ibs).
Le scene si svolgono per lo più all'interno del bunker, in una Berlino ormai circondata datte truppe sovietiche e per la cui difesa è in mano anche ai ragazzini della Hitlerjugend. Bambini di 12, 14 anni, cresciuti nell'idolatria del Fuhrer, mostri generati dal regime e che la caduta del regime trascina nel baratro.
Un film dove un Hitler (magnificamente interpretato da Bruno Ganz) sempre più pallido, con gli occhi sbarrati e afflitto dai tremori del morbo di Parkinson, vaneggia di una improbabile controffensiva dell'armata di Steiner, che rompa l'assedio: nemmeno i generali e i gerarchi che gli sono accanto riescono a fargli cambiare idea. Hitler rimmarrà a Berlino, e non importa se, per la difesa della città, la popolazione civile dovrà subire un peso enorme.

"Non siamo in condizioni di farci scrupoli per i civili .. in una guerra come questa, non esistono civili" risponde a chi gli obietta che non esistono medicinali per curare i feriti.Questo film rappresenta "la caduta" del regime, dell'epopea del nazismo, nel modo più tragico, contrapponendo le immagine di una città distrutta (dove vengono impiccati gli anziani che si rifiutano di arruolarsi nella milizia territoriale), alle immagini quasi orgiastiche dal bunker.
Dove i generali, che conoscono già quale sarà la fine della battaglia, si lasciano andare all'alcool, alle danze ai balli. Un film cupo, claustrofobico, un incubo che lascia una sensazione di angoscia, perchè porta lo spettatore all'interno del bunker lasciandogli la sensazione di ineluttabilità: dal bunker non ne uscirai vivo. Una critica che si può fare al film è che concentra la caduta del nazismo negli ultimi giorni nel bunker. Il film riporta gli intrighi dei fedelissimi di corte (Goering che cerca di trattare con gli alleati, Himmler che fugge da Berlino .. ) ma si concentra si più sugli aspetti del "quotidiano orrore", fuori e dentro il bunker. Come la morte dei figli di Goebbels, una delle sequenze più dure, per la freddezza con cui la signora Goebbels avvelena uno dopo l'altro i sei bambini precedentemente addormentati. Quasi cinque minuti senza dialogo, nei quali le immagini, per una scleta del regista, sono sufficienti a sottolineare la follia.

Non sono concorde alle critiche di chi ha visto, ne "La caduta", una rappresentazione troppo umana di Hitler: da un lato si mostra un Hitler che ascolta commosso il canto dei figli di Goebbels, che dimostra tenerezza verso la sua segretaria; ma emerge anche un Hitler stravolto dalla follia, che non prova nessuna compassione per il popolo tedesco "non verserò una sola lacrima per loro, non meritano nulla di meglio".

Al termine del film, il regista Oliver Hirschbiegel chiude il film con la testimonianza della vera Traudl Junge che, qualche tempo prima di morire, raccontò: "Quando, dopo il processo di Norimberga, venni a sapere cosa era veramente successo, tirai un sospiro di sollievo nello scoprire che il mio lavoro di segretaria non aveva a che fare con quello. Poi però passando davanti alla targa affissa in ricordo di Sophie Scholl scoprii che avevamo la stessa età e nell'anno stesso in cui lei veniva uccisa io cominciavo a lavorare per Hitler. Il fatto che fossimo giovani non ci giustifica dal non aver saputo".

La scheda del film su kataweb.
I link su bol e ibs; altre recensioni su repubblica (anche qui), filmup e yahoo movies. Il sito ufficiale.

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