Il libro prende spunto da un fatto di cronaca avvenuto in Sicilia alla fine del 1800: un prete ricco, prepotente e corrotto viene sparato. L'ispettore dei mulini, un torinese che passava per caso di lì, raccolse le ultime parole del morto e denunciò il fatto ai carabinieri. Il toninese stesso fu denunciato e, tra i testimoni che lo accusavano, c'era l'assassino stesso, il cugino del morto.
In questo romanzo, ambientato a Vigata, il prete si chiama padre Carnazza, che viene sparato dal cugino don Memè Moro, col quale è in lite per il possesso di un podere. Assiste l'ispettore dei mulini Giovanni Bovara, appena arrivato a Vigata, da cui era a partito all'età di tre anni.
Bovara stava indagando su una truffa nei confronti dell'intendenza di finanza, messa in piedi dai suoi sottoposti, che prendevano una mazzetta per non effettuare alcun controllo sui mulini , gestita da un potente uomo d'affari locale, don Cocò Afflitto. Ingenuamente, pensa di denunciare la frode al suo superiore (che in paese viene chiamato "scrafaglio merdarolo"): in realtà il sistema è completamente colluso con i mafiosi, che vengono messi in allerta dalla sua denuncia. Ed ecco che il sistema gli tende il tranello: viene fatto passare per pazzo e accusato della morte del prete.
In carcere Bovara fa la sua contromossa, come in una partita a scacchi: mi vogliono pazzo? E io accuso due persone che col delitto non c'entrano nulla, il delegato e l'avvocato difensore del mafioso. Questa maturazione viene ben rappresentata dal cambiamento del suo dialetto: mentre nelle prime pagine pensa in genovese, alla fine il siciliano diventa la sua lingua.
La storia viene raccontata in modo originale, alternando i dialoghi in siciliano, ai faldoni dell'inchiesta, con i documenti che i personaggi del libro si scambiano. Significativo e cinico il finale: il potere mafioso, per rispondere alla contromossa di Bovara ("la mossa del cavallo" che da il titolo al libro), scarica la pedina compromessa. Libro ricco di personaggi, da padre Carnazza al cavaliere Bruccoleri, delineati anche in poche righe. Ciascuno serve a riprodurre un'intero sistema colluso e omertoso con la mafia, in uno stile sia cinico nel quale si ride amaro.
Il libro è chiuso dal capitolo "Il catalogo dei sogni", dove ciascun personaggio ha un suo sogno premonitore. Il capitolo è composto da frasi, parole prese da altri libri famosi di Kafka, Sciascia, Hammet, Joyce.
"Nella 'Mossa del cavallo' metto l'accento sul rovesciamento dei ruoli (il testimone che viene fatto passare per colpevole); insisto su un gioco delle parti che mi sembra essere sempre più consueto nell'Italia d'oggi".
(Andrea Camilleri)
Links: l'intervista a Camilleri su librialice e cafeletterario, la sua pagina su Wikipedia e il sito del Camilleri fans club. Il libro su bol e ibs.
Technorati: Andrea Camilleri
4 commenti:
Ciao ciao, son Vanilla, volevo salutarti... da oggi saremo collaboratori per il medesimo blog!
Un bacione!!!
Vanilla
Saluti anche a te
Aldo
Pare molto interessante, e se non sbaglio, Camilleri non è nuovo ad opere di questo tipo.
Problema risolto. Ho trovato il comando.
Grazie comunque.
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