Per le stanze della Pensione Eva, il casino di Vigàta appena rinnovato e promosso dalla terza alla seconda categoria, transitano figure e personaggi di quei provinciali, sonnolenti, tipici anni Trenta che potremmo benissimo aver incontrato in altri indimenticabili romanzi di Camilleri. E questa "casa chiusa" diventa lo sfondo - o il primo piano? - di un vero e proprio romanzo di formazione prima dolce e poi crudele. Ogni quindici giorni le sei "picciotte" della Pensione partono, e ne arrivano delle nuove; è in mezzo a queste presenze carnali che trascorre la giovinezza di Nenè, Ciccio e Jacolino. Un periodo indimenticabile, perché "le storie che quelle picciotte potevano contare gli avrebbero permesso di capire. Capire qualichi cosa di lu munnu, di la vita".
Del rapporto tra infanzia e sesso ne aveva parlato anche in un'intervista a Repubblica.
Technorati: Andrea Camilleri
Nessun commento:
Posta un commento