1994. L'anno che ha cambiato l'Italia. Dal caso Moby Prince agli omicidi di Mauro Rostagno e Ilaria Alpi. Una storia mai raccontata. Di Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari
I fatti.
Trapani 26 settembre 1988, Mauro Rostagno viene trovato morto sulla sua auto, crivellato di colpi, a poche decine di metri dalla sede della comunità Saman.
Livorno 10 aprile 1991. Alle 22.27 il traghetto Moby Prince con a boro 141 persone sperona la petroliera Agip Abruzzo della Snam. Un solo sopravvisuto: ad oggi la più grave sciagura della marina civile. Le indagini si rivelano un coacervo di omissioni, depistaggi, clamorose manomissioni. Quella sera c'era la nebbia? Forse. C'era però traffico militare con trasbordo di armi fuori dalla vabse militare di Camp D'arby. C'era la nave ammiraglia della Shifco, su cui tre anni più tardi indagherà Ilaria Alpi. Sulla traghetto furono trovate tracce di esplosivo, il T4-Rdx , e tracce di miccia detonante alla pentrite, stesso tipo di quella trattata dal trafficante d'armi siriano Monzer Al Kassar. Dello stesso tipo di quello delle stragi di mafia del 1992-1993.
Nairobi, 24 giugno 1992. Nella capitale Keniota tre psingolari personaggi – un trafficante, un imprenditore, il console onorario della Somalia - si danno appuntamento per firmare una lettera di intenti riservatissima, un accordo per lo sviluppo del progetto Urano nel corno d'Africa. I loro nomi sono Guido Garelli, Giancarlo Marocchino e Ezio Scaglione. Cos'è Urano? Uno dei più colossali progetti di smaltimento illecito di rifiuti tossico-nocivi e nucleari in Africa.
Roma, 31 ottobre 1993/23 gennaio 1994. Un uomo schiaccia il pulsante di un telecomando a distanza, ma l'auto imbottita di esplosivo non esplode. L'iinesco non ha funzionato. La vettura è intatta, la gente sfila davanti allo stadio Olimpico, i carabinieri del servizio d'ordine fanno il loro lavoor ignari del fatto che potrebbero essere già morti.
Balad, Somalia, 12 novembre 1993. Un mezzo militare sta rientrando al comando dell'operazione Ibis (il nome dell'intervento militare italiano nell'ambito della missione intrernazionale Onu Restore Hope) dopo una breve missione di intelligence. A bordo tre militari e due agenti del servizio segreto. In prossimità di una curva un gruppo di miliziani somali spara sul blindato. Il conflitto a fuoco dura pochi minuti: nessuno dei nostri viene colpito, tranne Vincenzo Li Causi, che morirà poco dopo.
Si dice che anziché una missione di intelligence fosse una battuta di caccia. Un omicidio avvolto nel mistero: versioni discordanti e nessuna autopsia, omissioni di atti d'indagine.
Li Causi faceva parte dell'ufficio K del Sismi, responsabile del centro Scorpione di Trapani, base della Gladio. Li Causi era indagato per l'indagine sulla Falange Armata, si dice che avesse contatti con i giornalisti Rostagno e Ilaria Alpi.
Alessandria 23 novembre 1993. Nell'ambito di una indagine su un giro di furti d'auto e ricettazione la polizia interroga un uomo d'affari che è anche uno dei protagonisti del porgetto Urano, Roberto Ruppen. Indagato a Palmi per traffico di armi, assieme a Licio Gelli e Francesco Pazienza, ma è sopratutto uno dei manager di Publitalia '80, incaricati da Marcello Dell'Utri di trasformare la Holding di Berlusconi in un partito. Traffico di armi, traffico di rifiuti con la Somalia. Dopo questa indagine Ruppen riceve il beneservito da Berlusconi. Perchè?
Mogadiscio, 20 marzo 1994. In un pomeriggio afoso, lungo una strada della capitale somala, il fuoristrada su cui viaggiano i giornalisti del Tg3 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin viene bloccato da un gruppo di uomini armati. Segue un breve conflitto a fuoco: la scorta ne esce illesa ma Ilaria e Miran vengono ritrovati poco dopo morti con un colpo in testa. Il primo a giungere sul posto è Giancarlo Marocchino. Quello dei traffici illeciti del progetto Urano.
Ilaria stava indagando sul traffico di rifiuti tramite le navi della Shifco, sul lato oscuro dei progetti di cooperazione Italia-Somalia, sui rifiuti interrati lungo la strada Garowe Bosaso. Forse aveva avuto contatti con il maresciallo Li Causi, e qualcuno l'aveva mandata sulla pista di Gardo e di Bosaso. Aveva promesso un servizio al caporedattore “qualcosa di grosso, roba che scotta”. Dopo la morte qualcuno trafuga i suoi nastri. La settimana dopo ci sarebbero state le elezioni: cosa avrebbe potuto provocare il suo servizio, un terremoto elettorale?
Roma 29 marzo 1994. Tv, radio e giornali annunciano la svolta italiana: Silvio Berlusconi è il nuovo presidente del Consiglio. Forza Italia, il partito nato dopo 4 mesi, ha vinto le elezioni.
Un puzzle, da Nairobi, a Livorno, Trapani, Milano e infine Roma. Con un disegno finale inquietante.
Pretesti di lettura.
“Nel 2010 a Trapani e a Palermo nuove inchieste della magistratura mettono in collegamento tre casi giudiziari rimasti insoluti: gli omicidi di Mauro Rostagno, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin , Vincenzo Li Causi”.
Pagina 184
“A bordo del Moby Prince sono state individuate trace di esplosivo militare .. Nel porto di Livorno è presente – prima, durante e dopo il disastro – l'ammiraglia della Shifco, la flottiglia di pescherecci su cui indagava Ilaria Alpi”.
Il 10 aprile 1991 si verifica la disastrosa collisione tra li traghetto e una petroliera della Snam. 140 vittime, un mistero italiano, pagina 91.
“- Le armi venivano con le navi e arrivavano in Italia?
- Si diceva
-Nel 1991 cade Siad Barre. Successivamente lei ha avuto notizie di questo tipo di trasporti verso l'Italia?
- Si, ma se verso l'Italia o altrove non so ”.
Interrogatorio di carlo Taormina presidente della Commisione parlamentare Alpi-Hrovatin, al sultano di Bosaso, 8 e 9 febbraio 2006, pagina 100.
"Tanta roba io ce l'ho ancora in mano. Abbiamo in mano della roba che... Salta il ministero degli Esteri, salta la cooperazione italiana, salta tutta la Madonna"
Da un'intercettazione telefonica a Giancarlo Marocchino, uomo d'affari attivo in Somalia dagli anni Ottanta.
Da l'intervista degli autori a Famiglia Cristiana:
Come mai avete scelta di titolare il libro 1994 pur parlando di vicende che si svolgono prima di quell’anno?
Scalettari: «Perché il 1994 è un anno che dura sei anni. Il nostro libro copre un arco che inizia nel 1988, con l’omicidio di Mauro Rostagno a Trapani e si conclude una settimana prima delle elezioni politiche del 1994, quando sono assassinati Ilaria Alpi e Miran Hrovatin».
Grimaldi: «Il 1994 un anno di cerniera e non di frattura, come si sente spesso dire, tra la Prima e la cosiddetta Seconda Repubblica. Non c’è rottura, ma continuità dell’ordine che era stato instituito nel nostro Paese durante la Guerra Fredda e che gli è sopravvissuto. È stato l’anno del Gattopardo: tutto doveva cambiare perché nulla cambiasse».
Alpi e Hrovatin sono stati giustiziati perché avevano scoperto un traffico di rifiuti ambientali dall’Italia alla Somalia: scorie nucleari e altri materiali pericolosi interrati sotto autostrade e altri siti. Quello del seppellimento può suonare anche come metafora dell’occultamento della verità?
Scalettari: «Da quando è scoppiata la guerra civile la Somalia come nazione non esiste più quindi non vi si possono condurre indagini giudiziarie. Se un giorno dovesse tornare la normalità forse salterebbero fuori che farebbero tremare molte figure del potere italiano».
Grimaldi: «Esiste di sicuro una cantina, non solo in Somalia ma anche in Italia, reale in cui sono conservate prove e documenti».
Cosa rispondete a chi dice che il vostro è un lavoro tanto esemplare quanto inutile, perché il potere non vuole farci conoscere la verità?
Scalettari: «Il rischio che il nostro sia un lavoro vano c’è, ma la nostra è una battaglia di verità e va combattuta. Se tanti italiani comprano libri o guardano programmi tv dedicati alle inchieste vuol dire che c’è bisogno di verità».
Grimaldi: «La conoscenza è libertà e questo oggi non è mai stato più vero».
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