A quanto mi sembra di aver capito, questo governo ha i giorni contati: l'hanno ribadito entrambi i "congiurati" presenti in studio da Annozero, Bocchino e Casini. Il governo non sta rispondendo alle esigenze delgi italiani (lavoro, immondizia al sud, sviluppo), si è incartato sulle esigenze giudiziarie del premier e dunque èper una questione di responsabilità, Berlusconi si dovrebbe dimettere.
A quanto ho capito, si è aspettato il rientro del premier da Seul, per le dimissioni della componente finiana dal governo (per evitargli brutte soprese coi giornlisti stranieri, come se già non ne facesse abbastanza); si aspetterà la votazione della manovra finanziaria, nel caso nemmeno lunedì prossimo Berlusconi dovesse dimettersi, per dare poi la sfiducia: "ci asterremo dal voto", garantisce Bocchino (per fare passare comunque la legge).
E poi? Cosa ci si aspetta dopo le dimissioni? Questo è il punto. Cosa cambierebbe con un berlusconi bis? O con un governo Tremonti o Alfano?
Il presidente stesso non accetterà le dimissioni perchè perderebbe l'eventuale scudo.
Tremonti non entrerebbe a capo di un esecutivo senza la Lega. La Lega non entra in un governo con Casini e l'UDC.
L'UDC non vuole chiedere esplicitamente le dimissioni del premier, come nemmeno FLI (almeno per il momento), dice di non voler entrare direttamente nell'esecutivo, ma poi chiede un governo di responsabilità nazionale.
L'UDC non vuole Vendola nè Di Pietro, come alleati del Partito Democratico (e abbiamo visto come porta bene al centrosinistra, dopo le elezioni in Puglia e Piemonte).
L'unica cosa certa è che il governo è in crisi, e che non si sta andando avanti di un passo, nemmeno nelle eventuali riforme.
Preferirei occuparmi di corruzione, lavoro nero, delocalizzazione, ecomafie e problema dei rifiuti, che stare a discutere di logiche di palazzo.
Che fine han fatto i casi Eutelia? Le impiegate Omsa han trovato lavoro? Cosa si farà del futuro di Termini? Dove mettiamo i rifiuti di Napoli? Quando bonifichiamo la Campania, e anche le aree nel milanese (dove si stava costruendo un area di "paradiso" col beneplacito del governo)?
Non solo: le persone che oggi parlano di solidarietà, sono le stesse sulla scena politica da anni.
Il Fini che oggi parla di legge uguale per tutti, diritti agli immigrati e ai gay, è lo stesso della Bossi-Fini (che costringe gli immigrati alla clandestinità e dunque, col decreto sicurezza, all'essere delinquenti). Lo stesso che nel 1998 disse che un gay non poteva fare il maestro.
Lo stesso leader che oggi dice cose sensate e molto condivisibili è lo stesso che ha partecipato al governo che ha emanato le leggi vergogna del passato (tra cui la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio, il lodo Schifani) e quelle del presente (il lodo Alfano costituzionale, lo scudo fiscale).
Anche Casini, che ieri sera ha esordito con "io l'avevo detto" che questo sistema bipolare non poteva funzionare, sta solo facendo il suo gioco: un governo centrista di unità, l'ennesima ammucchiata da prima repubblica. "Io me ne frego di andare al governo" con Bossi: e dunque cosa? Si vuole un Berlusconi bis con semplicemente un agenda di governo nuova?
Una affermazione molto più condivisibile l'ha fatta parlando della Lega: oggi solo la Lega, Di Pietro e i "rottamatori" del PD (per motivi simili) vogliono andare alle elezioni anticipate. Per raccogliere il dissenso (verso il PDL) da parte degli elettori.
Bossi è pronto a scaricare Berlusconi il giorno prima delle eventuali elezioni.
Bocchino, nel suo intervento, si aupica una nuova stagione per l'Italia, con una nuova maggioranza e un nuovo governo. Con Berlusconi, chiedeva la giornalista Costamagna? "Non escludiamo un Berlusconi bis", ma, continuava l'esponente di FLI, "non credo che Berlusconi" sia la persona giusta per fare un governo di responsabilità.
Se Belpietro faceva notare (giustamente) come debba essere il Parlamento a chiedere ufficialmente le dimissioni del premier (come fece Bossi negandogli la fiducia nel 1994), e non un politico da un convegno, Telese parlava di contesto da drammaturgia da fine regime.
Un contesto dove tutto sta maturando molto in fretta: le stesse parole di Bocchino ci avrebbero sopreso solo un anno fa (quando si parlava di Noemi, della D'Addario, delle foto ...).
C'è un clima da Salò: ci sono esponenti berlusconiani che vanno in giro a cercare la bella morte, e dall'altra parte "Casini e Bocchino che se lo stanno cuocendo a fuoco lento" questo caimano.
E danno così la possibilità al premier di dire, difendendosi "visto, ho vinto, e mi stanno facendo la fronda di palazzo per farmi cadere: questi mi vogliono cucinare coi giochi di palazzo".
Premier che è stato accusato di governare con gli spot: forse anche Casini non è quello di una volta. L'aspetto populistico mica lo scopriamo adesso: mi ricordo tutti i proclami fatti relativamente al poliziotto di quartiere, alle grandi opere da fare (come il Frejus!!), alla Salerno Reggio Calabria che doveva essere completata nel 2005.
Dopo l'intervista ad Assunta Almirante (e il suo saluto romano igienico), è toccato a Matteo Renzi: "siamo alla telenovela".
Le parole di Fini sono una manifestazione di incoerenza, per quanto la stessa persona ha affermato nel passato. Tutto si muove dentro le stanze chiuse: come la trattativa Bossi Fini.
Renzi chiedeva alle persone di reponsabilità nazionale "quale è la vostra proposta sul precariato", dopo il crollo di Pompei?
La verità è che il centordestra ha fallito: si deve andare ad elezioni subito.
E anche per Renzi, e per il PD, nascerebbe il problema delle alleanze: maggioranza allargata al centro, o alla sinistra?
"Cosa divide Renzi, Letta, da Pisanu o Fitto?" Chiedeva Casini a Renzi stesso: forse un rnvio a giudizio (o aver avuto rapporti di lavoro con Carboni)?
Se Telese ha parlato di giorni da Salò, la Costamagna ha usato la metafora dello schiaffo del soldato: nessuno che si prende la responsabilità di far cadere il governo e, alla fine, è "Casini ad essere dietro il cespuglio".
E alla fine quello che succede nel paese.
Dopo le donne lavoratrici della Omsa, la gente a Terzigno, la protesta degli immigrati a Brescia, contro la sanatoria del 2009.
Sanatoria che è stata vista come truffa: han pagato 500 euro per la domanda e molti di questo han dovuto pure dare i soldi a degli italiani perchè presentassero la domanda (fino a 8000 euro).
Due volte sfruttati: perchè costretti a lavorare in nero (spesso per caporali italiani), perchè costretti a pagare per essere regolarizzati.
E' questo è anche colpa di questa cattiva poiltica, che non è stata capace di disinnescare questa bomba sociale, anzi è andata proprio a cavalcare l'onda emotiva contro gli immigrati, accusati di tutti i reati.
Oggi a Brescia, la protesta eclatante è l'unica strada per mostrare la stortura di un paese in cui la gente che ha un opsto di lavoro, è costretta poi a nascondersi di notte, per paura di essere arrestato (e prendersi un foglio di via).
Un paese dove nei cantieri dell'Expo a Milano si lavora a 3 euro all'ora.
Lo denunciava una donna, immigrata e clandestina anche lei per anni.
E' vero che questa protesta deve rientrare negli alvei di una negoziazione civile: prefetto, sindacati.
Ma è anche vero che queste persone (perchè parliamo di persone, pakistane, egiziane, marocchine) sono in questa situazione da anni e purtroppo, in questo paese, solo se sali sui tetti, vieni ascoltato.
Questa gente non ha nulla da perdere, come raccontava il muratore egiziano dalla gru. Che concudeva: "vorrei dare un messaggio agli italiani: mettetevi nei nostri panni".
Di chi è la colpa?
Chi sfrutta il lavoro nero?
Perchè la politica, quella reponsabile come dice Casini, non si occupa di questi problemi: sfruttamento, revisione della legge Bossi Fini, decreto flussi?
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