Eccola qua, la forza della satira: usare parole semplici per sferzare il potente di turno. Per ridicolizzare il potere: come il DG Rai che usa il pretesto del cachet e che poi "sarebbe vergognoso che poi prendessi uno stipendio".
Benigni nel suo lungo monologo non ha parlato di gossip, ma solo di Ruby, una minorenne marocchina che si dice sia stata con il presidente "se queste notizie venissero confermate" .
"Silvio non ci lasciare" chiede Benigni a nome dei comici: cosa andremmo a fare?
C'è ne per tutti nel suo sketch: contro la politica anti-immigrati (cui viene chiesto di parlare italiano e pagare le tasse, tutte cose che noi italiani non vogliamo più fare), su Bossi (dietro il cespuglio), su Ghedini.
E sulle uscite del premier: dietro le escort, la vendetta della mafia.
La mafia che ha cambiato stile per vendicarsi: dal tritolo di Falcone alle mignotte "torni a casa e ti trovi 3 escort in bagno".
Dalle toghe rosse alle luci rosse, sempre cose di sinistra come la Costituzione (e per fortuna che almeno il PD non è di sinistra).
Silvio alle prese col processo Mills, un caso difficile: un avvocato corrotto da un avvocato di B. per testimoniare ad un processo di B. .. chi sarà il mandante?
Silvio alle prese con le escort: "non sapevo fosse minorenne", "non sapevo che la D'Addario fosse una escort": alla fine, dopo avergli dati i soldi "ma che mestiere farà questa qua?" ..
L'invito alla Bindi "gli piaci", "sacrificati per il partito".
Infine, dopo aver cantato la canzone di Silvio e la sua versione personale di "Vieni via con me", la chiusura con un suo elogio a Saviano:
"una persona che mette davanti la verità e la giustizia alla sua vita".
Una persona condannata a morte da "Sandokan" Schiavone per un libro e che il premier strozzerebbe per aver scritto di mafia (e aver infangato l'immagine del paese).
Eppure, come ci ha ricordato Benigni stesso, le fiabe sono importanti non perchè ci raccontano che i draghi esistono, ma che i draghi possono essere sconfitti.
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