09 ottobre 2011

Libertà e giustizia. E partecipazione


Se libertà, come diceva Gaber, non è star sopra un albero, ma partecipazione, l'incontro di ieri pomeriggio a Milano, organizzato da Libertà e Giustizia (Ricucire l'Italia), è stato un successo: le migliaia di persone che hanno ascoltato gli interventidel sindaco Pisapia, del presidente Zagrebelsky, di Carlo Smuraglia, Dario Fo e altri, erano lì proprio perché non intendono più delegare alla politica, abbandonare la gestione della cosa pubblica.
Occorre ricucire il paese, prima che si arrivi allo sfascio completo: saranno capaci i partiti politici, cui la Costituzione assegna proprio il compito di dare soluzioni ai problemi delle persone, dare speranze (per il lavoro, per la crisi, per i problemi nella scuola, per il sud abbandonato), di ascoltare le parole uscite da questa piazza?

A chiudere il pomeriggio, che ho seguito in diretta su Rainews24 (assieme alla manifestazione della Cgil a Roma), gli interventi di Lirio Abbate, Marco Travaglio, Roberto Saviano e di Zagrebelski.

Lirio Abbate.
Il giornalista ha iniziato chiedendosi che credibilità ha questo governo di ministri indagati per mafia. Di altri ministri, come Maroni paladino della lotta alla mafia, che vota la fiducia al ministro Romano, che di certo avrebbe oggi difficoltà ad ottenere il certificato antimafia.
Un governo che taglia fondi alle forze di polizia e alla giustizia.
In un paese dove ci sono i precari e gli operai sfruttati per 4 euro all'ora.
Con la legge sulle intercettazioni, è in discussione non solo il lavoro dei giornalisti, di poter fare il loro lavoro liberi, ma è in discussione la libertà di sapere. Il bavaglio per un giornalista diventa per un altro il diritto all'impunità.
Peppe D'Avanzo, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Pippo Fava, Peppino Impastato oggi avrebbero rischiato la galera, se la mafia, un malore, il terrorismo, non li avessero uccisi prima. Cosa diremmo a loro, che si sono fatti ammazzare per il dovere di scrivere?

“Vogliamo ricucire l'Italia per far vedere al parlamento che la Dignità (con la d maiuscola) o ce l'hai, altrimenti non la puoi comprare”.

“Pubblicheremo le notizie, perchè una notizia è una notizia e una intercettazione può avere una rilevanza sociale. Pubblicheremo tutto sopportando le conseguenze. Ci rivolgeremo a tutte le corti: un giudice esiste sempre, per un giornalista che vuole informare e fare democrazia. Faremo disobbedienza civile”.


Marco Travaglio.

“La libertà di informazione non può essere dimezzata”: c'è oggi la tentazione di convivere col regime, a poco a poco, magari a nostra insaputa, e questo ci fa accettare cose che una volta non avremmo accettato.
“Molti nostri sedicenti colleghi sono favorevoli al bavaglio”, ha spiegato Travaglio, “è una vita che si mettono il bavaglio per compiacere il potere”. E oggi, che qualcuno li costringe a metterselo apposta, possono mettersi a posto la coscienza.
Poi ci sono quelli che cercano la mediazione, mendicano pezzetti di libertà “Fateci scrivere qualcosa dopo l'udienza filtro”. Non ci può essere una mezza libertà, come una non può essere solo un po' incinta.
I politici non possono decidere della libertà di stampa e questo vale sia a destra che a sinistra: la prima legge bavaglio l'ha pensata il governo di centrosinistra : il 17/4/2007 tutti i partiti esistenti in parlamento l'hanno votata. Nessuno votò contro (solo 8 astenuti).
La politica pensa che la libertà di informazione debba stare nelle stanze del potere: invece la libertà la devono decidere i lettori e i giornalisti e ha come unico limite il codice penale.
I nostri politici (che ricordano Steve Jobs) fanno leggi medioevali: come fai a spiegare che ci sono cose pubbliche ma non pubblicabili?
Ed è scritto anche nel programma di Veltroni, del PD “le intercettazioni non si pubblicano anche se sono pubbliche”.
Eppure la Corte di Strasburgo ha stabilito che per il diritto di cronaca si possono pubblicare anche notizie coperte dal segreto.
Ma gli spettatori sono più intelligenti: lo testimonia l'esodo dal TG1 e dalla Rai 1 di Vespa, Minzolini, Ferrara. Il Tg1 della notizia sul caldo. Ferrara da 3000 euro per i suoi cinque minuti, per tre anni (alla faccia del risparmio).
La Rai dove la commissione di vigilanza (con l'astensione delle opposizioni) ha stabilito che si debba sperimentare la doppia conduzione...
Anche a Porta a Porta? Anche alle previsioni meteo? (piove, no c'è il sole..).
Questi pensano che il pluralismo sia una pluralità di cazzate, e si meravigliano se la gente scappa.
E i giornalisti per evitare di prendersi responsabilità fanno il giornalismo delle virgolette.
Come l'intervista a Marina Berlusconi sul corriere: il giornalista avrebbe dovuto chiederle perchè non fa appello, anziché rivolgersi al ministro, amico del padre.
Oppure l'uscita di Alfano “Processo Meredith, qualche magistrato deve pagare”. Chi deve pagare? Chi ha sbagliato?
Si dice che il processo de l'Aquila violi la libertà scientifica: ma lì le persone sono processate perchè hanno stabilito che un terremoto che non era prevedibile, non sarebbe capitato. Ma se non era prevedibile? 307 persone morte, anche grazie alla commissione grandi rischi.
È difficile raccapezzarsi con questa disinformazione di massa.
Dicono che a Bari ci sono state 100000 intercettazioni: ma nessuno dei giornalisti o sedicenti tali, si è preso la briga di chiederlo alla Gdf di Bari. Le persone intercettate erano 15, e non c'era il premier. Erano intercettati un pusher, un pappone e le sue prostitute.
100000 erano i contatti.
Panebianco scrive “è una follia le 100000 intercettazioni ..”. Non sanno quello che scrivono.
Sono anni che centro destra e centrosinistra fanno credere che le intercettazioni sono troppe: sono solo 6-10000 le persone intercettate ogni anno, su 3 milioni di imputati.
Ma B. parla quasi solo con queste 6-10000, questo è il problema.

Ci sono persone non indagate che finiscono sui giornali? Travaglio ha ricordato il caso di Stefano Iervolino, che ha vinto un concorso truccato, in una indagine sui Mastella ('s).
Ha fatto un figurone.

Cosa vuol dire pubblicare un riassunto delle intercettazioni? È più sicuro un riassunto che non tutto il testo, magari anche l'audio, per capire meglio le parole?

Il carcere è uno specchietto per le allodole: nessuno va in carcere per una pena sotto i tre anni, e poi ci sono gli indulti. Il problema sono le multe, il carcere si può affrontare, ma le multe no.
Le multe le pagheranno solo i giornalisti con le spalle coperte da un editore ricco. Ci saranno ricatti per la loro pubblicazione.
E i giornali poveri come Il fatto saranno i più esposti: “abbonatevi ai giornali che fanno informazione seria e che continueranno a farla anche dopo il bavaglio”.
Dateci una mano perchè la libertà di informazione riguarda tutti i cittadini, concludeva Travaglio, che ha anche ricordato il sito di Santoro serviziopubblico.it .

Il video: prima parte, seconda parte.

Roberto Saviano
Saviano ha chiesto, a chi lo stava ascoltando, cosa si è disposti a perdere per cambiare passo. Perchè questi qua non se ne andranno senza fango e vendette, senza che ognuno di noi faccia la sua parte per qualcosa di nuovo.
E ha ricordato un passo del J'accuse di Zola, in difesa del generale Dreyfuss, accusato ingiustamente di tradimento: “ho soltanto un passione, quella della luce .. la mia protesta è il grido della mia anima”.

Gustavo Zagrebelsky.
Questa piazza dimostra che in Italia non sta prevalendo la stanchezza: siamo mossi da un senso di partecipazione per il nostro paese.
È una piazza dove è rappresentata la destra e la sinistra, vecchi e giovani. In questa piazza c'è pane per la nostra coscienza.
B. (che il presidente non ha mai nominato direttamente) sta per essere abbandonato: lo testimonia il fatto che oggi i suoi scandali finiscono anche sui suoi giornali. Vogliono distoglierci dai problemi veri.
Noi qui siamo un'assemblea politica: qui chiediamo politica per avere speranze.
“A cosa serve questa manifestazione”, ci chiederanno. “Diteci voi, a cosa servite”, la domanda da fare ai partiti politici.
Che devono smettere con le divisioni interne , recuperino la loro funzione, per trovare unità attorno ad una idea politica.
Ciò che abbiamo bisogno è la loro presenza, se il vuoto non viene colmato rapidamente, è in gioco la democrazia. Ci saranno cittadini che diranno “non ci interessa più”.

“La questione è di sistema di potere: bisogna cambiare pagina non sulla persona, ma sulla politica. Qui nasce una domanda di politica.
Perchè non c'è niente di peggio delle speranze tradite”.

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