Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
28 ottobre 2011
Piazzapulita - gli irresponsabili
Alla jabil di Cassina de Pecchi ci sono 325 lavoratori che perderanno il posto: ieri sono andati a protestare contro i dirigenti dell'azienda sotto il palazzo della provincia. Urla, lanci di uova, spintoni: "delinquente .. in galera" .
E' inziata così, la puntata di Piazza pulita che in cui si è parlato della lettera di intenti scritta da Berlusconi per rassicurare l'Unione Europea.
Uno dei punti era proprio la libertà di licenziare (in barba all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori che riguarda però solo una minoranza di questi).
E' questa la soluzione per la crisi? Per rilanciare lo sviluppo? Per uscire dal problema del precariato giovanile, della disoccupazione (specie al sud)? Della bassa occupazione femminile?
Prima di far parlare gli ospiti (Italo Bocchino di Futuro e Libertà per l’Italia; Gianluca Pini esponente della Lega Nord; Giuseppe Civati del Partito Democratico; Guido Crosetto del Pdl; Alessandro Sallusti direttore del Giornale, Marco Damilano editorialista del settimanale l’Espresso; Tito Boeri, docente universitario di economia), Formigli ha chiesto un parere al prof. Tito Boeri: in quel momento in TV Sarkozy andava raccontando che "dopo la Grecia, sarebbe caduta l'Italia".
Secondo Boeri non si possono fare paragoni con la Grecia: questa per anni ha truccato i conti; l'Italia era invece un paese che poteva onorare gli impegni, ma ha un problema a breve periodo, per la ricerca di compratori dei propri titoli di stato. C'è anche una crisi di credibilità e il governo non ha reagito nel modo giusto, ma abbiamo tempo e modo per uscirne.
La politica del rigore: c'è stato, da parte di Tremonti, un controllo del disavanzo, ma non è stato fatto nulla per la crescita economica. Dal 1995 al 2010 abbiamo perso 25 punti percentuali di crescita rispetto agli altri paesi europei e ora dobbimao affrontare il problema della bassa crescita.
Sul tema dei licenziamenti facili: serve unificare i percorsi di ingresso nel mondo del lavoro, con contratti a tempo indeterminato, con flessibilità crescenti. si deve dissuadere l'uso dei contratti para subordinati per risparmiare sui costi e rendere più efficace il passagio tra scuola e lavoro.
Boeri immagina una compresenza tra lavoro e scuola (specie per la fascia tra i 20-24 anni). Sono tutte riforme a costo zero.
Un costo maggiore invece lo stiamo pagando grazie alle inazioni (o alle cattive scelte) dei governanti. L'Economist rappresenta Berlusconi come un pagliaccio mentre Draghi è il pompiere che spegne l'incendio.
Anche questo doabbiamo ingoiare, dopo la risata di Sarkozy.
Prima di sentire gli ospiti, Formigli ha mandato in onda un servizio da Torino, dall'Unione degli industriali: fuori i lavoratori di Mirafiori, in cassa integrazione da mesi, costretti a lavorare (chiamati via sms) per 2-3 giorni all'anno.
Dentro, i grandi manager delle imprese.
Tronchetti Provera che si vergognava per l'ironia di Sarkò (ma non per il suo operato in Telecom).
E Marchionne, che si ostina a non voler rivelare i suoi piani per l'Italia (e nessun politico che lo incalzi): "il mondo va avanti e noi ci ritroviamo a discutere con la Fiom sui turni di sabato" ..
Ma se i lavoratori Fiat lavorano a singhiozzo? Di cosa parla? E come parla: come un imprenditore o come un politico?
E se Fassino, bontà sua, non è preoccupato per il destino di Mirafiori, noi lo siamo un pò di più.
E, come Formigli, ci chiediamo: se le imprese ricorrono sempre più alla Cassa Integrazione, perchè c'è bisogno di licenziare?
In studio, Crosetto ha espresso la necessità sia di licenziare (per le aziende in crisi), sia la necessità di rassicurare chi si ritrova senza lavoro (un pezzo che non è scritto nella lettera degli intenti).
Da una parte lo stato che toglie vincoli, dall'altra lo stato che assiste.
"In Europa non ci sono solo i licenziamenti facili: c'è anche il falso in bilancio, i ministri che si dimettono" il pensiero di Marco Damilano, de l'Espresso.
Ma in Italia, pare che lo sviluppo passi proprio dai licenziamenti "ma se non puoi licenziare, come fanno le aziende ad assumere"?, il pensiero di Sallusti.
Come a dire: se non liberi prima, i ladri, come fai ad arrestarli?
In Germania, tirata in ballo come esempio, hanno fatto diverse riforme ha spiegato Boeri: hanno ridotto i pre pensionamenti (per aumentare l'occupazione degli ultra cinquantenni). E ridotto le tasse sui giovani: si farà anche in Italia?
Oppure si andrà avanti con queste scaramucce sui licenziamenti, per arrivare fino a dicembre?
Cosa ne pensano i lavoratori (anche quelli del nord)? Riusciranno a mangiare il panettone?
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