11 aprile 2012

Le mani sulle città - Francesco Rosi

Ho inseguito questo film, “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, per molto tempo: impossibile trovarlo in DVD, rarissime le volte che è passato in televisione, è ora uscita con la collana del corriere, sul cinema italiano.



Film potente e scandaloso perchè racconta di politica, potere e cemento, nella Napoli governata dalla destra (di Lauro) nei primi anni 60: sindaco che di fronte agli assessori dell'opposizione si compiace delbel gesto di fare la carità alle donne che vengono a chiedere unaiuto al comune “Avete visto come funziona la democrazia”.



Al centro del film la figura del costruttore Nottola, non casualmente anche consigliere in comune nel partito di destra (MSI). Nei suoi piani un nuovi progetto di costruzione su terreni agricoli in periferia.
Per costruire, basta che il comune cambi destinazione e porti i servizi: 

« Quello è l’oro oggi. E chi te lo dà? Il commercio? L’industria? L’avvenire industriale del Mezzogiorno, sì! Investili i tuoi soldi in una fabbrica: sindacati, rivendicazioni, scioperi, cassa malattia. Ti fanno venire l’infarto cu sti’ cose. »

Ma in un cantiere dello stessocostruttore avviene un crollo dove muoiono due persone e un bambino rimane gravemente ferito: la sinistra tramite il consigliere De Vita (interpretato dal deputato PCI Fermariello), chiede in aula una commissione di inchiesta, che affronti il tema della speculazione edilizia, che sta cambiando in peggio il volto della città.



A questa richiesta si accoda, per un gioco politico, anche il partito di centro, e allora commissione sia.

I sette membri girano negli uffici del comune, dove si approvano i progetti e dove si stabiliscono le regole e i criteri di costruzione ma, specie tra gli esponenti dell'opposizione, sale sempre più la consapevolezza che è tutto uno scaricabarile sulle responsabilità.
E che i problemi non sono solo le regole “loro sono sempre in regola, ma è la regola che non funziona”.
Infatti scopre che il comune, senza avvisare il Consiglio, ha venduto ad un privato (che guarda caso è il consigliere Nottola) quei terreni in vicolo S. Andrea, dove poi è avvenuto il crollo.

Nottola, infastidito dalle notizie che escono sui giornali, fa pressioni sul sindaco affinchè si riaprano i cantieri, e le persone che occupano ancora le case adiacenti il cantiere, lesionate, vengano sfrattate con urgenza.
In un faccia a faccia teso, Nottola espone la sua visione da finto benefattore: io costruisco le case per far vivere in modo migliore queste persone.
Ma De Vita capisce quanto falso è questo ragionamento: con queste speculazioni si fanno solo gli interessi dei costruttori, non si persegue l'interesse comune.
Visto che non si rispettano le regole sulla sicurezza, si fanno accordi di nascosto senza avvisare tutto il Consiglio comunale, si facilitano gli interessi di pochi privati.

Maglione, il leader del partito di destra, cerca di convincere Nottola a farsi da parte per le imminenti elezioni, ma costui è irremovibile “Maglione, io devo diventare assessore”.
“Perchè vuoi diventare assessore, per controllare meglio i tuoi progetti?”

Nottola, anche dopo un cena "elettorale" con i suoi cacciatori di voti nei quartieri poveri, decide di cambiare bandiera a partito, in una riunione assieme alla sua corrente, verso il partito di centro, visto che saranno loro quelli che comanderanno in futuro: “quello che conta sono i nostri voti, non la bandiera”.

Questa scelta provoca malumori anche nel partito di centro tra quanti, come il consigliere Balsamo, intendevano veramente portare avanti un'opera di moralizzazione.
Balsamo va parlarne col suo capogruppo, De Angeli: viene ricevuto nella sua casa, piena di quadri e opere religiose.
Di fronte alla sua intenzione di non candidarsi alle prossime elezioni De Angeli risponde “la questione non si pone dal punto di vista morale .. la analizzi dal punto di vista politico” .

Il discorso sul potere tra De Angeli e Balsamo (le due anime della Democrazia Cristiana), costituisce il cuore del film, la parte più sottile nella sua critica politica:
Balsamo che è preoccupato delle reazioni degli elettori del partito e dell'opinione pubblica si sente rispondere “l'opinione pubblica la facciamo noi .. un partito come il nostro i Nottola li digerisce quando vuole”.

E poi: “Caro Balsamo, l'indignazione morale non serve a niente, l'unico peccato morale è essere sconfitti”.


Alla fine, il partito di centro vince le elezioni, con l'aiuto di Nottola che diviene assessore all'edilizia.
Il suo cantiere, quello nell'area ex agricola, viene pure benedetto dal Vescovo. E tutto si completa.

Merito del film di Rosi è l'essere entrato, con taglio realistico, nelle stanze del potere: quello istituzionale, del Consiglio comunale di Napoli, con tutta la sua tensione, le grida,gli insulti ("noi abbiamo le mani pulite .. " grida la maggioranza).
Ma anche nelle state occulte del potere: dove si decidono candidature, appalti, cambi di bandiera.

Dai tempi di Rosi, l'Italia è solo cambiata in peggio, per quanto riguarda la classe dirigente.

Il partito del cemento ha ancora la sua voracità e forza persuasiva, nei confronti degli amministratori locali: la povera gente ha ancora gli stessi problemi di casa e lavoro che avevano i napoletani.

Sotto i crolli, per lavori malfatti (a Barletta), per muri malcostruiti, per allarmi mai dati (a l'Aquila), la gente continua a morire. 

Se possibile, le mani sulla città sono ancora più sporche e avide.


La scheda del film su imdb.

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