Film
potente e scandaloso perchè racconta di politica, potere e cemento,
nella Napoli governata dalla destra (di Lauro) nei primi anni 60:
sindaco che di fronte agli assessori dell'opposizione si compiace delbel gesto di fare la carità alle donne che vengono a chiedere unaiuto al comune “Avete visto come funziona la democrazia”.
Al
centro del film la figura del costruttore Nottola, non casualmente
anche consigliere in comune nel partito di destra (MSI). Nei suoi piani un
nuovi progetto di costruzione su terreni agricoli in periferia.
Per
costruire, basta che il comune cambi destinazione e porti i servizi:
« Quello è l’oro oggi. E chi te
lo dà? Il commercio? L’industria? L’avvenire industriale del
Mezzogiorno, sì! Investili i tuoi soldi in una fabbrica: sindacati,
rivendicazioni, scioperi, cassa malattia. Ti fanno venire l’infarto
cu sti’ cose. »
Ma in un cantiere dello stessocostruttore avviene un crollo dove muoiono due persone e un bambino
rimane gravemente ferito: la sinistra tramite il consigliere De
Vita (interpretato dal deputato PCI Fermariello), chiede in aula una commissione di inchiesta, che affronti il
tema della speculazione edilizia, che sta cambiando in peggio il
volto della città.
A questa richiesta si accoda, per un gioco politico, anche il partito di centro, e allora commissione sia.
I
sette membri girano negli uffici del comune, dove si approvano i
progetti e dove si stabiliscono le regole e i criteri di costruzione
ma, specie tra gli esponenti dell'opposizione, sale sempre più la
consapevolezza che è tutto uno scaricabarile sulle responsabilità.
E
che i problemi non sono solo le regole “loro sono sempre in
regola, ma è la regola che non funziona”.
Infatti scopre
che il comune, senza avvisare il Consiglio, ha venduto ad un privato
(che guarda caso è il consigliere Nottola) quei terreni in vicolo S.
Andrea, dove poi è avvenuto il crollo.
Nottola, infastidito
dalle notizie che escono sui giornali, fa pressioni sul sindaco
affinchè si riaprano i cantieri, e le persone che occupano ancora le
case adiacenti il cantiere, lesionate, vengano sfrattate con
urgenza.
In un faccia a faccia teso, Nottola espone la sua visione
da finto benefattore: io costruisco le case per far vivere in modo
migliore queste persone.
Ma De Vita capisce quanto falso è questo
ragionamento: con queste speculazioni si fanno solo gli interessi dei
costruttori, non si persegue l'interesse comune.
Visto che non si
rispettano le regole sulla sicurezza, si fanno accordi di nascosto
senza avvisare tutto il Consiglio comunale, si facilitano gli
interessi di pochi privati.
Maglione, il leader del partito di
destra, cerca di convincere Nottola a farsi da parte per le imminenti
elezioni, ma costui è irremovibile “Maglione, io devo diventare
assessore”.
“Perchè vuoi diventare assessore, per controllare
meglio i tuoi progetti?”
Nottola, anche dopo un cena "elettorale" con i suoi cacciatori di voti nei quartieri poveri, decide di cambiare bandiera a partito, in una riunione assieme alla
sua corrente, verso il partito di centro, visto che saranno loro
quelli che comanderanno in futuro: “quello che conta sono
i nostri voti, non la bandiera”.
Questa
scelta provoca malumori anche nel partito di centro tra quanti, come
il consigliere Balsamo, intendevano veramente portare avanti un'opera
di moralizzazione.
Balsamo va parlarne col suo capogruppo, De
Angeli: viene ricevuto nella sua casa, piena di quadri e opere
religiose.
Di fronte alla sua intenzione di non candidarsi alle
prossime elezioni De Angeli risponde “la questione non si
pone dal punto di vista morale .. la analizzi dal punto di vista
politico” .
Il discorso
sul potere tra De Angeli e Balsamo (le due anime della Democrazia
Cristiana), costituisce il cuore del film, la parte più sottile
nella sua critica politica:
Balsamo
che è preoccupato delle reazioni degli elettori del partito e
dell'opinione pubblica si sente rispondere “l'opinione
pubblica la facciamo noi .. un partito come il nostro i Nottola li
digerisce quando vuole”.
E
poi: “Caro Balsamo, l'indignazione morale non serve a
niente, l'unico peccato morale è essere sconfitti”.
Alla fine, il partito di centro vince le elezioni, con l'aiuto di Nottola che diviene assessore all'edilizia.
Il suo cantiere, quello
nell'area ex agricola, viene pure benedetto dal Vescovo. E tutto si
completa.
Merito del film di Rosi è l'essere entrato, con
taglio realistico, nelle stanze del potere: quello istituzionale, del
Consiglio comunale di Napoli, con tutta la sua tensione, le grida,gli insulti ("noi abbiamo le mani pulite .. " grida la maggioranza).
Ma anche nelle state occulte del potere: dove si
decidono candidature, appalti, cambi di bandiera.
Dai
tempi di Rosi, l'Italia è solo cambiata in peggio, per quanto
riguarda la classe dirigente.
Il partito del cemento ha ancora la
sua voracità e forza persuasiva, nei confronti degli amministratori
locali: la povera gente ha ancora gli stessi problemi di casa e
lavoro che avevano i napoletani.
Sotto i crolli, per lavori
malfatti (a Barletta), per muri malcostruiti, per allarmi mai dati (a
l'Aquila), la gente continua a morire.
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