02 aprile 2012

Report - Fuori bordo

Un viaggio dentro i cantieri della più grande azienda nautica italiana, Fincantieri, da Monfalcone a Palermo: dietro il lusso e le luci delle navi da crociera, si scoprono situazioni si cui sta indagando anche la procura. La lunga catena degli appalti e subappalti (a chi conviene), casi di lavoro nero e estorsione, una'zienda pubblica in crisi costretta a mettere il proprio personale in mobilità.

E, dopo l'inchiesta di Giovanna Boursier su Fincantieri, Nerazzini è tornato al San Raffaele: cosa c'entra Ester Barbaglia, la maga di San Donato con l'azienda ospedaliera che è stata ad un passo dalla fine?
La maga, che ha letto le carte ai vip e a personaggi importanti della politica (da Craxi a Berlusconi), donerà i suoi averi al San Raffaele.

Cosa lega una maga al San Raffaele: una fondazione.

Il viaggio dentro i cantieri di Fincantieri.
siamo in crisi, diminuiscono le commesse, e dunque serve chiudere qualche cantiere, mettere qualche persona in mobilità.
Sembrerebbe tutto semplice, e invece no.
Perchè i problemi della principale azienda pubblica italiana nel settore navale , che detiene il 50% del mercato, non sono così chiari come sembra.
Prima di tutto per la scelta di conentrarsi sul settore del lusso, delle navi da crociera, fatte tutte in serie (senza grossi lavori di progettazione dietro).
Nessuna diversificazione, in altri settori: per il trasporto delle persone e delle merci, nel settore off shore (per le trivellazioni in alto mare, per le esplorazioni ).
Si dice che i coreani e i cinesi costano meno: ma a parte che in Cina (e si vedrà poi, anche in Francia) dispongono di cantieri più grande dove lo stato ha investito per ammodernarli e ampliarli), anche in Italia si è giocato molto sul ribasso dei costi e delle commesse.
Mentre all'estero ci si preoccupa anche delle riparazioni delle navi vecchie, nei cantieri italiani si è pensato quasi solo agli alberghi galleggianti, dentro cui lavorano 1700 dipendenti e quasi 2500 lavoratori in subappalto: per realizzare i saloni, per appendere i lampadari ci si affida a fornitori terzi, dove la gente lavora oltre il normale orario lavorativo (le 9 ore , da accordi con Fincantieri).

E di ribasso in ribasso, oltre al rischio di effettuare lavori in fretta efuria e pagarli pure due volte perchè difettosi, sono emerse storie brutte di sfruttamento dei lavoratori.
Va dato atto all'AD di Fincantieri di aver accettato l'intervista con la giornalista: ma a parte la promessa di mantenere i cantieri, non si è voluto addentrare nella questione dei subappalti.
Dove trovi gente che lavora per 8 euro globali, niente ferie o malattia, straordinari a parte, niente contributi: conviene all'azienda che paga meno contributi, e anche al lavoratore (almeno a breve termine) perchè paga meno tasse. Ma si chiama evasione.

Poi ci sono fornitori in mano a parenti di dirigenti o personale Fincantieri: Eurotecnica, Sea Work.
La Sea work è intestata ad un prestanome, ma dietro c'è un ex tronista che si è fatto piccolo imprenditore: Pasquale Commentale, oggi indagato per estorsione e truffa ai danno dello stato.
"Un brutto esempio di come si conduce una impresa" dice il suo avvocato.
Ma sorprende, o forse no, come il mondo, un certo mondo, sia piccolo: Commentale è stato legato nel passato ad una società (Alike marketing) vicina alla società offshore di Banca Arner.

E chi doveva controllare? E i sindacati? E Finmeccanica?
Forse avere una batteria di personale che lavora fino a 13 ore al giorno conviene a rispettare la gare d'appalto al ribasso, ma se questo pone problemi sulla sicurezza, come la mettiamo (il servizio citava il caso della Costa Luminosa).
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Insomma dietro lo splendore ci sono anche lavoratori pagati meno del dovuto, come
nei paesi in via di sviluppo. Si dice che queste sono le condizioni per stare sul
mercato, che peraltro ci stanno soffiando. Il sistema è quello di dare il lavoro fuori
perché durante la fase di allestimento ti serve tanta gente, ma è una fase che dura
poco, la catena è lunga, si va al ribasso e tutti ci devono guadagnare. Detto questo,
stiamo parlando di una grande azienda di stato che per commesse e forniture esterne
paga 2 miliardi di euro l’anno su un fatturato di 2 e mezzo, allora perché non si porta
dentro almeno i contratti a termine e quelli a progetto? E’ evidente che poi ci sono
aziende, ci sono ditte che lavorano secondo i sacri crismi, ma da quel che abbiamo
visto, anche no. Dopo la pubblicità vedremo invece chi controlla che i lavori vengano
fatti a norma, ovvero se c’è da montare il tubo a sinistra non venga montato a destra.

Chi controlla il controllore?
A controllare il lavoro di Fincantieri c'è il Rina, un ente pubblico di diritto privato, che a sua volta effettua delle consulenze pagate a Fincantieri stesso.
Un altro caso di controllato che controlla il controllore, che non è proprio una terza parte indipendente, ma nel corso degli anni ha avuto una "dipendenza consolidata".

Non è normale: almeno per le norme europee (visto che oggi si dice tanto che certe leggi le chiede l'Europa ..).
E ci sarebbe anche un problema di conflitto di interessi: nel Cda di Rina siede anche il D.g. di Fincantieri).
Effettivamente, lo ammettono anche in Fincantieri, le commistioni sono tante: perchè molti dipendenti hanno capito come fare soldi in fretta coi subappalti:
La Venice Service è una ditta di subappalto che a Marghera fa tubature...ha 21
dipendenti... titolari Simona Sarzi Amadè e Stefania Panazzolo, stessi indirizzi di
Angelo Ruggi e Andrea Bovo, a loro volta soci in un’altra società. Sembrerebbero le
mogli. E Andrea Bovo è un dirigente Fincantieri.

Tubicam fa impiantistica navale secondo la nostra fonte sarebbe collegata all’attuale
direttore di Marghera, Attilio Dapelo.

Lo sanno tutti che ci sono questi casi: ma l'AD risponde tirando in ballo il modello Fiat dell'indotto, in mano a dipendenti. Peccato che la Fiat sia un'azienda privata, e che oggi abbia qualche problemino con l'indotto.

Le commesse perse da Fincantieri.
A Sestri servirebbe interventi strutturali per scongiurare la chiusura del cantiere: ma è tutto fermo, nonostate i soldi ci siano,in attesa delle decisioni dell'azienda.
Mentre a Marsiglia si è invece deciso di puntare sulle riparazioni, spendendo 30 ml (contro i 70 ml, soldi pubblici, per Sestri): a Marsiglia si sono spostati anche armatori italiani, come il gruppo San Giorgio di Genova.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Riassumendo, noi spendiamo a Genova 70milioni per far spazio ad un nuovo
stabilimento che serve a Fincantieri, ma non si sa come andrà a finire, lo Stato
francese ha fatto un altro ragionamento: c’è crisi, si produrrà di meno, si riparerà di
più, e infatti ha investito, sta investendo 30 milioni per fare le riparazioni, si farà
pagare l’affitto da una società formata da coreani, francesi e italiani. Fincantieri,
invece, le riparazioni le fa a Palermo, dove ci sono 4 bacini, 3 inutilizzati, e tutti da sistemare. La regione ne ha messi a gara 2 ...il primo Fincantieri l’ha perso, perché ha ribassato del 2%, è arrivata la Cimolai di Pordenone, che ha ribassato del 27 e se l’è aggiudicato. Allora proviamo a fare due conti: la base d’asta era 10 milioni, se invece di ribassare del 2 avesse ribassato del 30 ci avrebbe perso 3 milioni, che sono esattamente quelli che paga per tenere in cassa integrazione 200 operai. Allora, uno dice però la cassa integrazione la paga lo Stato mica Fincantieri, ma Fincantieri è lo Stato.

Lo ha raccontato Fabrizio Caccia sul corriere di ieri
la ditta Cimolai, ditta fornitrice di Fincantieri, batte Fincantieri e vince la gara della Regione a Palermo per sistemare un bacino del porto. Ma socio di Cimolai è anche il gruppo Mariotti che s'aggiudica l'appalto per riparare la Costa Romantica e la Costa Serena: perché non Fincantieri? L'amministratore delegato di Mariotti, Marco Bisagno, rivela però di essere nel cda di Cetena, che è la società di ricerca di Fincantieri. «Ci sono un sacco di connessioni», ammette Bisagno. E poi dici che c'è la crisi...

E Paolo Zanca su Il fatto quotidiano:
L'azienda di Stato ha perso le gare per i lavori su due navi della Costa Crociere: le hanno vinte i privati, anche qui “connessi” in vario modo a Fincantieri . Poi c'è la flotta della Tirrenia in liquidazione: in attesa di capire se si chiuderà l'affare con gli unici armatori che si sono fatti avanti (in cambio di 500 milioni di contributi statali), le navi stanno marcendo nel porto di Crotone. “Lamiere fraciche”, racconta un operaio, infestate “da cozze e mitili”. Qualcuna se la sono comprata per due soldi e adesso fa la tratta Bari-Durazzo. Qualcun'altra era da riparare, ma l'hanno portata in Turchia. Fincantieri non ha “dimostrato interesse”.
   Eppure l'interesse c'era: non solo quello dei lavoratori del cantiere di Ancona che avrebbero potuto trascorrere mesi tranquilli, ma anche quello economico: milioni di euro in contributi europei, se solo a qualcuno venisse in mente di riconvertire a gas i vecchi traghetti a gasolio.

Il pdf del servizio trasmesso.

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