La Repubblica di Salò era in nord Italia e i repubblichini erano l'esercito di questo stato fantoccio (nelle mani del regime nazista), impegnati per lo più nei rastrellamenti e nella caccia agli ebrei.
Ha ancora senso festeggiare e ricordare il 25 aprile e la festa di Liberazione, anzi dopo tutti questi anni, forse il senso si rafforza.
Così possiamo ricordare a tutti che questa Democrazia e questo Stato, che permette a tutti di esprimere una opinione a prescindere dalle idee politiche, sesso, religione, è nato con l'antifascismo e la Resistenza (di tutti i colori), con la lotta di liberazione portata avanti dagli Alleati, dai militari del regno del Sud, ma anche dai partigiani. Sia quelli che salirono in montagna, sia quelli che boicottarono a loro spese il regime nazifascista nelle città, nelle fabbriche, nelle parrocchie.
Non si può chiedere la pacificazione, con chi non si riconosce nei valori dell'antifascismo e della Resistenza.
Così come non si può scendere a patti con la mafia o con chi delinque.
E nemmeno si possono mettere sullo stesso piano le morti di una parte e dell'altra: "il più onesto, il più idealista, il più dolce dei repubblichini si batteva per una causa sbagliata, la dittatura. Il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, si batteva per una causa giusta, la democrazia". Sono parole di Italo Calvino riprese da Franco Giustolisi nel suo libro "L'armadio della vergogna".
Buon 25 aprile a tutti!
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