Si ritorna a parlare del divieto di pubblicare le intercettazioni "irrilevanti": di solito questo accade quando un bubbone scoppia, in questo caso si tratta delle telefonate tra Ruby e le altre Olgettine.
Forse certe intercettazioni non hanno rilievo penale, ma raccontano bene del clima in cui sono maturate: la paura delle ragazze delle "cene eleganti" che uscisse fuori qualcosa, di quelle cene che eleganti non erano, coi magistrati e coi giornalisti.
Immaginatevi senza i nastri che Repubblica ha pubblicato cosa sapremmo del caso Ruby. E non è cosa da gossip: ci sono di mezzo candidature, apparizioni televisive, soldi e forse ricatti.
Ecco perchè, per un cittadino è opportuno sapere, specie in questa Italia dove l'informazione non sempre è stata all'altezza.
Infine, suona davvero strano l'uscita del ministro sui (contro) i blog, che farebbero più danni dei giornali:
«Scrivere su un blog non autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se si sta trattando di diritti di altri. I blog hanno capacità di diffondere pensiero ma questo non deve trasformarsi in libertà di arbitrio»
Che io sappia, esiste (e giustamente) anche per un blog il reato di diffamazione a mezzo stampa e, inoltre, un blogger non ha alle spalle nemmeno un sindacato o un ordine per difendersi.
E che dire poi della minaccia:
«Sappiate che quello che voi fate ad altri potrà essere fatto a voi. Cominciate ad autoregolamentarvi».
Non abbiamo niente da nascondere, credo.
Io credo, invece, che siamo proprio i nemici delle intercettazioni che hanno qualcosa da nascondere alla opinione pubblica.
Aggiornamento: forse saranno state le reazioni su internet (punto-informatico, ilfattoquotidiano.it), ma il ministro fa sapere che non ci sono leggi in proposito
Eppure il titolo del corriere era chiaro: Severino: allo studio nuove regole sui blog.
E' stata male interpretata?
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