Sempre sulla riforma del lavoro, nella versione 2.0, quella che prevede il reintegro nel caso di licenziamento illegittimo.
Il commento del ministro (che aveva detto che si sarebbe andati avanti anche senza consenso) e dell'AD della Fiat
Fornero: "Sì a diritti ma il mondo è cambiato".
Marchionne ai soci: «Non si vive di soli diritti. Il nostro Paese deve scegliere se avviare un cambiamento profondo o vivere di ricordi».
Domanda che mi faccio: chi è più fuori dai tempi, chi reclama maggiori diritti per gli italiani e per chi lavora nei paesi dove il lavoro "costa poco" (come la Cina, la Polonia..) o chi vorrebbe togliere diritti (che esistono anche in germania per fare un esempio) per far scendere l'Italia allo stesso livello dei paesi dove il costo del lavoro vale poco?
Non è una domanda da poco.
Dobbiamo decidere, parafrasando il manager, se ritornare indietro alle aziende dell'800 e del primo novecento per poter produrre sempre le stesse auto di prima, o se vogliamo iniziare a fare impresa in una maniera più sostenibile per chi lavora e per il paese.
Anche perchè questo paese sta vivendo una grave crisi sociale, politica e industriale.
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