Non sai mai quanto prendere sul serio
la crisi italiana.
Da una parte le proteste di piazza degli
scioperi di questa settimana, che hanno visto assieme tante categorie
sociali: esodati, pensionati, ex lavoratori e lavoratori che non
voglioni diventare ex.
Ex fincantieri, ex Euroallumina, ex
lavoratori nel settore fotovoltaico, ex di tutte le imprese che la
crisi ha messo in difficoltà.
Dall'altra la cronaca
giudiziaria che ci racconta dei fattarielli della classe dirigente: i
diamanti e i lingotti della Lega che però, attenzione, sono soldi
loro e che possono pure buttare dalla finestra.
Il maggior
partito di sinistra che non può rinunciare al finanziamento
pubblico, ma cari elettori, non cambiate canale perché noi siamo un
“usato sicuro” per dirla come il suo segretario.
Al maggior partito di centrodestra alle prese con l'ennesimo cambio di pelle che ora sta cavalcando l'ondata di indignazione promettendo niente finanziamenti pubblici (puntando tutte su liste civiche e social network, in mano a Scajola e Dell'Utri, una garanzia).
C'è poi l'ex presidente del Consiglio
sotto processo per le cene di Arcore (e il reato di concussione e
prostituzione minorile) con tanto di spogliarelli ed escort: ma
abbiamo capito male noi, perché è solo una cosa di Burlesque. Con i
costumi di Gheddafi che, morto, non può rispondere.
E il grande
centro? È tutto un fiorire di partiti: il partito della nazione, il
partito liberale democristiano di Pisanu e Dini (largo ai
giovani).
Per non parlare del “celeste”, in vacanza collobbista (ma dividevano le spese, assicura, anche se non può
dimostrarlo) mentre la regione da lui amministrata concedeva miliardi
alle strutture sanitarie private, oggi indagate dalla magistratura.
Tutto regolare?
Ho l'impressione che tutto cambia, per non
cambiare nulla. A cominciare dalle persone che vogliono comandare. Si
diceva una volta che comandare era meglio di fottere. Ora riescono
benissimo a fare tutte e due le cose.
E la gente, nel paese vero,
che si aspetta una soluzione, un bel gesto.
Aspetteremo invano la
riforma della Rai, della giustizia (dalla parte degli onesti, non da
quella dei corrotti), un piano energetico, un piano dei trasporti
nazionale (che metta fine al crescere di aeroporti, che rilanci i
porti e i trasporti via mare).
I giornali ci stanno dicendo come
avvengono le scelte politiche nei comuni (ad Imperia, col costruttoreCaltagirone che correggeva i piani del comune), nelle regioni (con
l'inchiesta sulla discarica di Cappella Cantone, con le inchieste
sulla sanità), nei ministeri (chi decide sul piano energetico? Sulle
infrastrutture? Sulle banche?), in Parlamento (a quando la legge
contro i corrotti?).
Alle prossime elezioni il partito
vincente è quello degli indecisi, e degli astenuti (stimati al
38-45%). E ho l'impressione che, come al solito, in Italia cambiano i
partiti ma le facce sono sempre le stesse.
E continueremo ad
ondeggiare tra burlesque e il Titanic.
“In democrazia a
comandare sono i cittadini, non gli apparati o gli interessi”,
Winston Churchill nel suo discorso del 1946, dopo che aveva perso le
elezioni vincendo la guerra.
E dunque, perché i mercati dovrebbero essere preoccupati dalle elezioni in Grecia in Francia e , nel futuro, in Italia. Chi fa veramente antipolitica? I mercati o Grillo?
E dunque, perché i mercati dovrebbero essere preoccupati dalle elezioni in Grecia in Francia e , nel futuro, in Italia. Chi fa veramente antipolitica? I mercati o Grillo?
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