01 aprile 2012

I fantasmi del cappellaio di Georges Simenon

Pochi libri come questo, riescono a raccontare in modo così lucido e spietato, le ossessioni e le pazzie della mente umana.
Un cappellaio e un sarto, che vivono uno di fronte all'altro: dalla casa del primo, il signor Labbè, si riesce a spiare la vita del secondo, il sarto di origine greca armena Kachoudas, poiché “la strada era così stretta che sembrava di vivere nella stessa casa”. 

E il secondo, dalle finestre del suo studio, segue i ritmi monotoni della vita del primo: commerciante benestante e marito di una moglie invalida a letto, che non sopporta le visite di estranei. Labbè tutte le sere, dopo aver chiuso il laboratorio, se ne va a fare qualche partita a carte con gli amici del bar “Caffè des Colonnes”. Perchè nella città di La Rochelle, ci si conosce tutti e di tutti si conosce la vita e le abitudini: il commissario, il giornalista, il medico, il senatore ..

Città che è alle prese con una pioggia incessante che da settimana batte le strade e le case delle persone e la serie di omicidi, compiuti ogni domenica notte, vittime delle donne anziane, sorprese dall'assassino nelle buie e umide strade.

I fantasmo del cappellaio è un noir anomalo poiché, pur essendoci degli omicidi, si scopre fin da subito chi è l'assassino. Quello che invece si scopre piano piano, con l'avanzare delle pagine, è il perchè di quelle morti, il perchè di quella necessità. Come l'assassino stesso scrive al giornalista Jeantet, che sta seguendo questi casi:

L’ho uccisa come le altre, perché era necessario. E questo nessuno lo vuole capire. Diranno e scriveranno ancora che sono un pazzo, un maniaco, un sadico, un indemoniato, e non è così”.


Qui, l'obiettivo di Simenon è portarci dentro la mente del protagonista: le sue perversioni, le sue ossessioni (i suoi fantasmi). La curiosità che prova per il povero sarto Kachoudas, che volendo guadagnarsi la taglia che è stata messa sull'assassino, lo segue tutte le sere, nelle strade buie, nel bar, fino a casa.

Ma non ci sono solo i fantasmo del cappellaio (che scopriremo solo alla fine essere legati al suo rapporto con le donne), ma anche i dubbi del povero Kachoudas che, casualmente vede davanti ai suoi occhi la prova della colpevolezza, ma non trova la forza di andare a denunciare l'assassino alla polizia.

Il finale di questo libro è un crescendo di tensione, per il precipitare degli eventi (nonostante la cura maniacale dell'assassino, nel gestire la sua vita e il suo piano) e per il precipitare verso il basso dell'assassino, nella sua impossibilità dell'assassino di sfuggire al suo destino. 


Il quarto di copertina
«Non so se I fantasmi del cappellaio sia il più bel romanzo di Simenon, perché ogni volta che leggo o rileggo una delle sue opere, mi pare sempre la più bella, la più misteriosa, la più drammatica. Ripubblicato dopo quasi cinquant'anni, colpisce al cuore per l'incomparabile capacità di comunicare l'oscuro precipitare dei suoi personaggi dentro la propria perdizione e disperazione». Natalia Aspesi



Il centro studi Georges Simenon
La scheda del libro sul sito di Adelphi.

Il link per ordinare il libro su ibs

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