Fare le cose per bene significa preoccuparsi prima dei problemi: dei problemi che potrebbero nascere quando si acostruisce senza rispettare le minime regole di sicurezza.
Quando si costruisce su zone alluvionate, su zone a rischio sismico: sui rischi a cui il nostro paese sta andando incontro per tutta la colata di cemento che sta calando. Super autostrade, linee ad AV, mega centri commerciali, stadi di calcio, porticcioli per l'attracco delle barchette battenti bandiere di paesi off shore ... Tutto per regalare ancora qualche paccata di milioni ai soliti amici costruttori, come ai bei tempi del G8 e della ricostruzione de l'Aquila.
Scene che non vorremmo vedere più dopo il terremoto in Emilia: basta costruttori che ridono nel letto alle 3 di notte. Basta preventivi che si gonfiano miracolosamente a danno del contribuente. E basta anche con l'idea che si deve ricostruire in fretta e alla stessa maniera di prima. In nome dei troppi operai morti va detto chiaramente che nessun punto di PIL vale la vita di una persona.
Ma anche le imprese devono fare la loro parte: il governo dovrebbe aiutare questo comparto industriale che è strategico per il nostro paese. Trattenendo le imprese che in questo momento vorrebbero , anche un pò furbescamente, andarsene all'estero.
Per gli evasori scudati il governo ha concesso un misero 5% di sovrapprezzo? E allora anche con queste persone, che nel passato hanno sempre pagato le tasse deve essere così clemente.
Fare le cose per bene significa prendersi anche le proprie responsabilità, cosa che qui in Italia non avviene mai. Così ha spiegato nella sua consueta copertina Michele Santoro. Se lo spread sale è colpa del contagio, dice Monti, ovvero è colpa del sistema europeo, cosa che noi raccontiamo dall'inizio di Servizio pubblico.
Ma anche in Rai si potrebbero fare le cose per bene: il cda ha sospeso la programmazione autunnale, perchè è crollata Rai 2, che si è permessa di rinunciare ad una trasmissione come Annozero.
Perdendo oltre che ai milioni di euro, su cui la Corte dei conti dovrebbe indagare, anche delle importanti competenze.
Dirigenti della Rai e questo presidente si ne andranno chiedendo scusa?
E il governo cosa fa? Chi deve suggerire delle proposte alternative? Gianni Letta, il cardinale Bertone?
Se dovesse arrivare un terremoto anche in Rai, lei presidente Monti non optrà dare la colpa ai governo precedenti.
Il primo intervento di Travaglio: la sobra parata del 2 giugno (1 giugno e mezzo)
Il viaggio sui luoghi del terremoto.
Luca Bertazzoni è andato a Medolla, di fronte ai capannoni della Haemotronic crollati.
Dina Lauricella a Cavezzo, ha mostrato la paura della gente che ora dorme in macchina.
Sandro Ruotolo ha intervistato la mogile di uno degli operai, Leonardo, morto nel crollo: "doveva essere in un posto sicuro". E invece, nonostante le scosse del 20, la scossa del 29 ha fatto crollare i capannoni.
"Siamo considerati cittadini di serie B .. visto che ce ne sono tanti di lavoratori".
Qui tutti, operai, pensionati, commercianti, imprenditori, si chiedono se e quando arriverà l'aiuto dallo stato. E cosa faranno se le aziende dovessero rimanere chiuse?
Gian Antonio Stella.
Aveva scritto nei giorni passati "per favore cancellate la parola fatalità". Stella ha ricordato che questo è l'ultimo di 88 disastri nei 150 anni di Italia unita. Questi terremoti sono costati 162 miliardi di euro, eppure il territorio ancora non è stato messo in sicurezza.
Clini almeno ha detto che occorre fare un piano a lungo termine , a 15 anni: finalmente, anche se è una cosa che non rende a livello elettorale.
Nell'emergenza sono tutti bravi, (tutti i volontari che sino buttati giù da letto nella notte): ma ora occorre spiegare ai comuni e ai sindaci che è meglio più sicurezza che meno sicurezza. I comuni che han fatto la gara per non finire nelle zone a rischio.
E nella zona colpita c'è stata anche molta sottovalutazione: Stella ha citato un libro uscito nel 2011 "I terremoti in provincia di Ferrara: un rischio sottovalutato".
E sulla sicurezza nel lavoro, Stella si chiedeva che senso abbia costruire dei capannoni fatti tirando delle lastre che si appoggiano tra loro, senza sicurezza. significa che i terremoti che sono avvenuti nel passato non ci hanno insegnato nulla.
Come quello di Casamicciola nel 1883: dobbiamo smetterla con questi comitati trasversali di sindaci che lottano per bloccare gli abbattimenti degli edifici a rischio, che alla prima scossa vengono giù.
Serve fare come in Giappone. le esercitazioni, la prevenzione, i controlli alle strutture.
Sandro Ruotolo era in collegamento da San Carlo: le persone qui sono stanche dei politici e delle loro parole.
Le richieste che vengono fatte sono precise: dare soldi direttamente ai comuni e non ad un ente governativo che poi nessuno controlla.
E dare soldi per la ristrutturazione ad artigiani e muratori del luogo, per far ripartire l'economia locale.
L'assessore Ferraguti ha poi parlato della sottovalutazione del rischio: ora "navighiamo a vista", per la gestione dell'emergenza, e a questo si aggiunge anche il timore che le aziende se ne andranno via dal territorio.
L'architetto Fuksas è intervenuto ricordando che sono servite altre 17 vittime per ricordare quanto profonda fosse la devastazione. "Spero emerga ora una coscienza profonda ", è stato il suo augurio.
La sua proposta è stata quella di rendere la burocrazia statale, per i controlli sulle strutture, meno elefantiaca, in modo che incentivi le persone a costruire rispettando le leggi.
Gianpaolo Giuliani è il ricercatore che, dopo il terremoto de l'Aquila aveva ipotizzato il rischio terremoto. Secondo la comunità scientifica è un ciarlatano, eppure quello che ha detto in studio è sostanzialmente basato sul buon senso.
In sostanza, bastava osservare le rilevazioni dei sismografi per capire che l'attività dinamica non stava diminuendo e che si stava spostando verso Mirandola.
E ora sembra che ci stiamo muovendo verso una situazione di normalità: ma dobbiamo riprendere l'attività produttiva senza mettere a repentaglio la sicurezza nei posti di lavoro.
Ferruccio Sansa è un giornalista de il fatto quotidiano che si è sempre occupato delle cementificazione del territorio e del degrado ambientale.
Servono 40 miliardi per mettere in sicurezza il paese?
E quanto stiamo spendendo per tutte le grandi opere che Ciaccia (l'ex banchiere oggi dall'altra parte della barricata) e Passera hanno messo a piano.
Servirebbe un referendum per chiedere agli italiani cosa vogliono? Le autostrade e l'alta velocità o la messa in sicurezza da alluvioni o frane.
Mettendo assieme i costi di queste grandi opere, e i costi per le emergenza, quei 40 miliardi sono ampiamente recuperati.
La Lombardia spende 13 miliardi per nuove autostrade, mentre ha consumato il 12% del territorio, mettendolo a rischio, ha in seguito ricordato il giornalista Sergio Rizzo.
Serve dare delle linee guida per lo sviluppo e per le nuove costruzioni: in Baviera le aziende le hanno costruite tutte nella stessa zona, per diminuire l'impatto sul territorio. Qui invece si tirano su capannoni, o interi centri residenziali, cambiando destinazione d'uso ai terreni, perchè questo è più conveniente.
Conveniente per la banche, per i costruttori (spesso con pochi scrupoli), per certi sindaci e assessori.
Ma non per il bene comune. La nostra ricchezza.
Il secondo intervento di Travaglio: "dove finiscono i soldi pubblici della sanità in Lombardia".
La regione dei faccendieri e dei governatori che vanno in vacanza tutto compreso.
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