27 giugno 2012

C'erano una volta i diritti

Il lavoro non è un diritto ma deve essere guadagnato.
Le cure mediche non sono un diritto, ma devono essere guadagnate anche con sacrifici.
L'istruzione non è un diritto, ma il posto a scuola va guadagnato.


Di questo passo, con questo governo di tecnici, mi chiedo quali diritti rimangono in mano a noi peones, che non siamo figli di papà, che non abbiamo santi in paradiso (e in Vaticano), che non siamo raccomandati.
Che dice il nostro presidente della Repubblica?

Le famiglie italiane non riescono a pagare il mutuo? Che importa, MPS per ripianare i suoi debiti usa i tremonti bond e licenzia qualche migliaio di dipendenti.
Crollano i consumi, aumenta la disoccupazione giovanile? Che cce frega .. l'importante è che il parlamento stia chiuso ad agosto, altrimenti il povero Cicchitto non va in vacanza
"Io ve lo dico, se ci volete far stare qui fino al 13 agosto, sono problemi vostri...". E il problema è che, poi, "ve la dovete trovare da soli una maggioranza".

Non sono le solite polemiche strumentali: perchè i diritti che si stanno toccando toccano le fasce deboli. Non gli stipendi d'oro, le prescrizioni facili per i potenti, le immunità parlamentari i rimborsi e le diarie ...

Cosa dice la Costituzione?

Articolo 4 (prima parte) - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Articolo 34: La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.



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